Sul caso del piccolo Joan non si spegne la polemica. La mancata trascrizione da parte del Comune di Perugia dell’atto di nascita di un bambino nato da due madri italiane, unite in matrimonio, ha determinato per il minore “la negazione di basilari diritti fondamentali della persona umana” . A dirlo è il Garante regionale umbro per l”infanzia e l”adolescenza, Maria Pia Serlupini, secondo cui “la richiesta e” stata rigettata con la motivazione che la normativa attualmente vigente non consentirebbe la trascrizione di tale atto e che a nulla rilevano le pronunce giurisprudenziali intervenute sul tema“.
Figlio di due mamme, Comune Perugia nega la trascrizione atto di nascita
Il piccolo Joan
Joan è nato in Spagna ed è figlio di due ragazze, Chiara e Laura e al momento il Comune di Perugia ha deciso di non trascrivere il suo atto di nascita per intero. In altre città italiane, come ad esempio a Roma, i bambini nati da coppie omosessuali sono iscritti alle anagrafe con l’indicazione di almeno uno dei due genitori. Serlupini ha inoltre sottolineato che il minore “non avrà, una nazionalità, non avrà documenti di identità, non potrà accedere al sistema sanitario, nè in Italia nè all”estero, non potrà viaggiare“. In una nota, inoltre il Garante richiama la “costante giurisprudenza” della Cassazione secondo cui l’atto di nascita straniero “è assistito per sua natura da una presunzione di legalità e validità”. A suo avviso “confermativo di questo principio” era anche l”articolo 9 della legge 40 del 2004.