Vicenda Colaiacovo, il complotto della dinastia del cemento non è mai esistito / "I nemici non sono nella famiglia" - Tuttoggi.info

Vicenda Colaiacovo, il complotto della dinastia del cemento non è mai esistito / “I nemici non sono nella famiglia”

Redazione

Vicenda Colaiacovo, il complotto della dinastia del cemento non è mai esistito / “I nemici non sono nella famiglia”

Ven, 24/01/2014 - 19:02

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Aggiornato ore 20.20

Sara Minciaroni
“Assolti per non aver commesso il fatto”. Sette parole arrivate alle sette di sera per i sette imputati del processo che ha coinvolto la “dinastia del cemento”. Franco, Giuseppe, Paola e Francesca Colaiacovo, Pierpaolo Ligi, Massimo Ceccarelli e Gustavo Messina, accusati di calunnia e tentata estorsione ai danni di Carlo Colaiacovo e per i quali il pm Antonella Duchini aveva chiesto una condanna a 3 anni e 3 mesi sono stati dichiarati innocenti dal collegio dai giudici Alberto Avenoso, a latere Daniele Cenci e Fortunata Volpe nel tardo pomeriggio del 24 gennaio.

Abbracci e lacrime. Parole che in un attimo hanno provocato la gioia degli imputati e dei loro familiari. Abbracci, strette di mano e lacrime, a sancire la fine di una vicenda che si trascina dal lontano 2006, quando secondo la tesi sostenuta dal pubblico ministero il sostituto procuratore di Roma dottor Sergio Santoni apre un’inchiesta per sventare un traffico illecito di oggetti d’antiquariato e opere d’arte rubate (imputato proprio a Carlo Colaiacovo) sulla base di lettere anonime inviate al sostituto procuratore romano al solo scopo di costringere Carlo Colaiacovo a rassegnare le proprie dimissioni da ogni carica sociale e non all'interno dell'azienda di famiglia. Una trama ordita contro il vertice, secondo l'accusa, sarebbe stata ordita dai componenti più giovani della famiglia, una trama che secondo i giudici non sarebbe mai esistita.

Insufficienza di prove. La sentenza, le cui motivazioni saranno depositate entro 90 giorni, ha fatto riferimento all'articolo 530 comma 2 del codice di procedura penale, “il giudice pronuncia sentenza di assoluzione anche quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l'imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile”, il che, tradotto, suona così: insufficienza delle prove.

Gli avvocati degli imputati. “Siamo soddisfatti – ha spiegato l'avvocato Nicola di Mario – del risultato che è stato raggiunto poiché il tribunale evidentemente ha ritenuto gli argomenti che abbiamo proposto in maniera estremente articolata e diffusa convincenti e persuasivi”. Alla lettura della sentenza del processo in cui erano imputati a Perugia quattro membri della famiglia Colaiacovo, il legale della famiglia, Cluadio Fiorucci ha così dichiarato: “Siamo soddisfatti perché è stata ristabilita la verità e l'estraneità degli imputati a questi fatti. I nemici della famiglia Colaiacovo non sono nella famiglia Colaiacovo”.

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I giudici Avenoso, Cenci e Volpe hanno da poco emesso la sentenza sulla “faida” Colaiacovo: gli imputati sono stati tutti assolti per non aver commesso il fatto. Il complotto della dinastia della holding di Gubbio non è dunque mai esistito: l'accusa era quella infatti secondo la quale sarebbe esistito un piano per estromettere il patron Carlo Colaiacovo dalle cariche societarie, messo in piedi dai giovani della dinastia per “far fuori” oltre a lui anche Giovanni ed Ubaldo Colaiacovo, vertici del gruppo Colacem. Tra i legali degli imputati Nicola Di Mario, Mario Monacelli, Giancarlo Viti e Franco Libori e l’ex guardasigilli Paola Severino. A breve aggiornamenti.

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