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Anziani, le cure mediche a casa

Redazione

Anziani, le cure mediche a casa

Protocollo in Regione con i sindacati, stanziati 4 milioni | Ora obiettivo liste d'attesa: le visite nel distretto di residenza dopo una certa età
Mar, 23/10/2018 - 08:55

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Fondi ai distretti sanitari ed ai Comuni per effettuare prestazioni che consentano il più possibile ai pensionati non autosufficienti di poter restare a casa e di poter eseguire visite mediche ed esami nel proprio distretto di residenza, così da non dover  sottostare alle normali procedure del Cup unico regionale per ridurre le liste d’attesa. Siglato il Protocollo d’intesa tra la Regione Umbria (presidenti la governatrice Marini e l’assessore Barberini), il Sindacato pensionati italiani Spi/Cgil, l’Unione Italiana Lavoratori Pensionati Uilp/uil dell’Umbria, L’Anci regionale dell’Umbria, la Federazione Nazionale Pensionati Fnp/Cisl, l’Unione Italiana Lavoratori Pensionati Uilp/Uil dell’Umbria.

La Regione, senza far ricorso alla leva fiscale – ha detto Marini con orgoglio – non ha arretrato di un passo nello stanziamento delle risorse per la sanità, reindirizzandole anche a favore dei servizi territoriali e per sostenere progetti di domiciliarità in linea con la tradizione e la cultura che, da sempre, hanno caratterizzato la nostra Regione la quale negli anni ha riservato la massima attenzione al sociale“.

La Regione Umbria – ha spiegato l’assessore Barberini – ha messo in campo tutta una serie di interventi innovativi e maggiori risorse in un quadro nazionale più complesso e con sempre meno disponibilità economica per il Fondo nazionale per la non autosufficienza“.

I punti principali del Protocollo e i fondi

Nello specifico sono stati stanziati 4 milioni di euro del bilancio regionale per i distretti sanitari e i Comuni che dovranno essere investiti in interventi e servizi per le persone non autosufficienti e per favorire la permanenza nel loro domicilio. In particolare 2 milioni di euro sono stati assegnati alle due Usl, con vincolo di destinazione ai distretti sanitari per interventi sociali e sociosanitari. Altri 2 milioni sono stati invece attribuiti ai Comuni capofila delle dodici Zone sociali del territorio regionale, di cui l’80 per cento per sostenere la permanenza nel proprio domicilio di persone non autosufficienti e il restante 20 per cento per progetti innovativi per la vita indipendente di persone con disabilità.

Tra le diverse azioni, sono previsti interventi per anziani e minori non autosufficienti, attraverso prestazioni infermieristiche e riabilitative domiciliari, attività in strutture educative e socioriabilitative diurne, assegni di sollievo per categorie particolari, contributi economici per familiari che prestano assistenza.

Oltre ai 4 milioni di euro stanziati è stata presa la decisione di utilizzare anche risorse del Fondo sociale europeo per interventi individuati in tre filoni, con un investimento complessivo già arrivato nel 2017 a oltre 84 milioni di euro a sostegno di chi è più fragile.

Tutto questo – hanno concluso Marini e Barberini –  mentre il Governo nazionale non ha ancora stabilito quanto destinare al Fondo nazionale per la non autosufficienza“.

Più domiciliarità

Da parte loro i rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno manifestato apprezzamento per il lavoro svolto dalla Regione e l’attenzione riservata alla non autosufficienza e per lo sblocco delle liste d’attesa: in proposito, attraverso il protocollo che avrà validità fino al 2020, la Regione Umbria e le organizzazioni sindacali convengono di erogare le prestazioni specialistiche e diagnostiche direttamente nell’ambito distrettuale di residenza del paziente richiedente, in base alla effettiva disponibilità della prestazione richiesta nel distretto di residenza, per le persone non autosufficienti e per gli anziani oltre una determinata fascia d’età, limite che verrà puntualizzato all’interno del nuovo Piano straordinario.

Con il protocollo le parti concordano sulla necessità di indirizzare maggiori risorse al sostegno della domiciliarità, e dei bisogni delle famiglie, attraverso un potenziamento della semiresidenzialità ed eventuale assistenza indiretta, sostenere maggiormente le famiglie nel lavoro di cura verso i loro componenti più deboli attraverso la qualificazione e l’incremento dell’assistenza domiciliare ed il sostegno economico alla presenza di personale per l’assistenza continuativa domiciliare; potenziare il sistema di controllo e vigilanza; prevedere forme di partecipazione attiva dei familiari degli ospiti e di esponenti delle Organizzazioni di volontariato nella verifica della qualità del servizio erogato nelle strutture residenziali per persone non autosufficienti, costituendo anche eventuali comitati ad hoc.

I sindacati

Soddisfatti i rappresentanti di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil. “Il protocollo va nella giusta direzione della diversificazione delle risposte ai crescenti bisogni della non autosufficienza e dell’invecchiamento della popolazione – hanno osservato i segretari di Spi, Fnp e Uilp regionali, Maria Rita Paggio, Giorgio Menghini e Francesco Ciurnella – Soprattutto perché mantiene, come obiettivo ultimo e ancora da raggiungere, la presa in carico di tutti i bisogni”.

I sindacati dei pensionati, sottolineano anche il momento politico particolare nel quale è arrivato l’accordo, con un impegno finanziario importante e non scontato da parte della Regione, a difesa di “un modello di sanità e di welfare che ha sempre contraddistinto in positivo l’Umbria e per il quale Cgil, Cisl e Uil si sono sempre battute“.

Le liste d’attesa

Ora, l’attenzione sarà focalizzata sul piano straordinario per l’abbattimento delle liste d’attesa, per il quale le parti firmatarie del protocollo torneranno ad incontrarsi a breve: “L’obiettivo, già contenuto nell’accordo che abbiamo siglato – hanno spiegato a questo proposito i tre segretari – è quello di garantire prestazioni nel distretto di residenza per le persone non autosufficienti e per tutti gli anziani oltre una determinata fascia d’età, che sarà oggetto di confronto con la Regione”.
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