Doppio appuntamento con il teatro contemporaneo a Foligno.
La stagione “Re: act – Domande e risposte del teatro contemporaneo”, proposta nata dall’interazione tra l’associazione Zoe Teatro e lo Spazio Zut, dopo l’avvio nel mese di novembre prosegue la sua programmazione con altri due suggestivi spettacoli di altrettante ed importanti compagnie che andranno in scena questo fine settimana: “Ma perché non dici mai niente. Monologo.” di Nerval Teatro, venerdì 18 dicembre ore 21.15 e “In religioso silenzio” de La Ribalta Teatro, domenica 20 dicembre ore 18.15.
“Ma perché non dici mai niente. Monologo.” è uno spettacolo di Lucia Calamaro, con Elisa Pol e per la regia di Maurizio Lupinelli. Prodotto da Nerval Teatro si avvale del sostegno di Regione Toscana-Settore Spettacolo. Mary, la protagonista del dramma, è una donna sola, la cui mente cade a pezzi, il cui marito partì non si sa né quando né per quale motivo. Rimasta sola, lei aspetta che torni. La sua mente è piena di voci, sprazzi del suo passato, confusi con soldati in punto di morte. Vuoto, sparizioni e qualche illuminazione abitano i suoi ultimi giorni. L’incontro con l’opera di Lucia Calamaro assume il senso di un’entrata in casa d’altri sapendola infestata da fantasmi propri.
Pol e Lupinelli hanno fondato nel 2007 Nerval Teatro. Nella sua ricerca la compagnia mescola la drammaturgia contemporanea a un percorso dedicato ai diversi aspetti del disagio. Invece la Calamaro, formata a Parigi in scuole di teatro sperimentale, ottiene la consacrazione definitiva con il progetto “L’origine del mondo. Ritratto di un interno” che vince tre premi Ubu nel 2012, tra cui quello di miglior drammaturgia.
Lo spettacolo sarà preceduto, sempre allo Zut, da un incontro con la Compagnia a cura di Graziano Graziani, ore 18.30.
Dal 15 al 17 dicembre, inoltre, verrà proposto il laboratorio teatrale per attori e danzatori “L’ora in cui non sapevamo niente l’uno dell’altro” di Peter Handeke e a cura di Elisa Pol. Il laboratorio si svolgerà dalle ore 14 alle 17.
Prima dello spettacolo di venerdì sera è in programma la “cena di stagione”, con degustazione di vini della Cantina Di Filippo, che consentirà quindi di mangiare comodamente seduti nella Zut Gallery.
A cura de La Ribalta Teatro è invece lo spettacolo “In religioso silenzio” di e con Alberto Ierardi e Giorgio Vierda, in programma domenica 20 dicembre alle 18.15. Il lavoro sporco che si deve fare per sopravvivere e per non rimanere un altro giorno disoccupati, è rubare la salma di Cristo dal sepolcro: questa è l’ardua missione dei due protagonisti della vicenda con le loro anime sudice, e innocenti come bambini, indifesi e malviventi, tessitori di tranelli da quattro soldi e vittime di un inganno di cui sono la bassa manovalanza. Il corpo di Cristo, grande assente della piéce, non lo troveranno mai. Il denaro, motore di tutta la tragicomica vicenda, si impone come l’unico idolo che raccoglie la fede di tutti.
Lo spettacolo è stato selezionato dal Festival Strabismi 2015, la rassegna di teatro contemporaneo per compagnie under 35 e nell’ambito di “Pre/Visioni – fare e vedere teatro per le nuove generazioni”.
Fuori programma della stagione è poi il nuovo spettacolo dei Muta Imago “Fare un fuoco” previsto per il 28 dicembre.
Per gli spettatori di “Re: act” questo racconto per suono e immagini sarà una sorta di regalo di Natale.
Legare la contemporaneità a spettacoli, residenze e workshop, tutti volti alle arti performative, per puntare ad un teatro giovane, fresco e dalla scrittura particolare. Sono queste le linee guida di “Re: act” di Zoe e Zut, rassegna teatrale giunta quest’anno alla sua seconda edizione che andrà poi avanti fino al 16 aprile 2016. Una rassegna che rientra nel progetto più ampio di residenza “Foligno InContemporanea” come progetto vincitore del bando regionale sulle residenze artistiche sostenuto dalla Regione Umbria e dal Ministero per le Attività Culturali. “Re: act” si arricchisce inoltre, anche quest’anno, del contributo del Comune di Foligno e della collaborazione del Teatro Stabile dell’Umbria.
Allo Zut di Foligno saranno quindi di casa per alcuni mesi nuovi linguaggi, nuove tecnologie, nuove modalità di indagine e di utilizzo dello spazio scenico e del rapporto fra attore e spettatore.