La Procura di Spoleto ha concluso le indagini sul frazionamento degli appalti della VUS, la multiservizi dei 22 comuni della valle sud umbra, chiedendo il rinvio a giudizio del solo direttore generale Walter Rossi. Le ipotesi di accusa sono di abuso d’ufficio e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
L’udienza di fronte al Gip che dovrà decidere se rinviare a processo il dirigente si aprirà il prossimo 22 settembre.
Nel mirino della Guardia di finanza, coordinata dal Procuratore capo Alessandro Cannevale, sono finiti 56 affidamenti diretti sotto la soglia dei 40mila euro, affidati in più di 3 anni a tre aziende operanti nel settore dei rifiuti per un ammontare di 1,4 milioni di euro, una sola delle quali operante nel territorio di competenza della Vus: si tratta di una azienda con sede nella provincia di Ascoli Piceno, una di Perugia e una di Cascia.
Le indagini
Sotto la lente di ingrandimento delle fiamme gialle – che hanno acquisito documentazione che va dal 2014 al 2017 – ci sono 23 affidamenti (€ 629mila) per lo smaltimento del percolato prodotto dalla discarica di Sant’Orsola a Spoleto e altrettanti per il relativo trasporto (€ 553mila); a questi si aggiungono 9 affidamenti per recupero rifiuti e fanghi (€ 276mila).
Il d.g. avrebbe commesso il reato di abuso d’ufficio anche per non aver permesso al Comune di Spoleto “…il Controllo analogo quale socio, non fornendo i dati richiesti e relativi agli affidamenti diretti ai quali era ricorsa la società Vus SpA per l’anno 2016”.
L’inchiesta era partita dopo una azione intrapresa dall’allora Giunta Cardarelli (all’epoca l’assessore delegato alle partecipate era Gianmarco Profili), che sulla Vus aveva attivato il Segretario generale Mario Ruggieri. Da qui l’esposto alla Procura e l’avvio della inchiesta. Nelle carte che Tuttoggi ha potuto esaminare, infatti, il Comune di Spoleto risulta unica parte offesa.
La difesa
Si dice tranquillo il legale di Rossi, l’avvocato Massimo Marcucci, che si prepara a dare battaglia alle accuse mosse dalla Procura e si dice certo di dimostrare la correttezza dell’operato del proprio assistito già davanti al Giudice per le indagini preliminari.
“Partiamo dal presupposto che tra una gara pubblica e un’altra ci sono dei ‘buchi’ temporali fisiologici. In questi lassi di tempo non si possono interrompere servizi come quelli relativi al trasporto e smaltimento di percolato e dei rifiuti. La Procura contesta una cinquantina di affidamenti per 1,4 milioni di euro in più di tre anni quando l’ammontare delle gare ad evidenza pubblica bandite dalla Vus si aggira intorno ai 25 milioni di euro all’anno”.
L’udienza di fronte al Gip che dovrà decidere se rinviare a processo il dirigente è fissata per il prossimo 22 settembre.
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