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Vertenza Merloni, con la Qs Group possibile il reimpiego di 700 addetti sui 2100 attuali

Redazione

Vertenza Merloni, con la Qs Group possibile il reimpiego di 700 addetti sui 2100 attuali

Gio, 22/09/2011 - 00:52

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“Per l'acquisizione del perimetro produttivo umbro-marchigiano della ‘A. Merloni’ ci sono state tre proposte, due scartate (gruppo cinese e gruppo iraniano) perché, seppure per motivi diversi, irricevibili, mentre è al vaglio dei commissari una interessante proposta di un imprenditore marchigiano, in rappresentanza di QS Group spa, una struttura che, prima della crisi, sviluppava gran parte del proprio fatturato proprio con l'azienda Merloni. Il gruppo marchigiano è quindi seriamente interessato alla ripresa produttiva della Merloni anche per il consolidamento della propria azienda”. In sostanza è quanto ha sottolineato l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Vincenzo Riommi, nel corso di un’audizione in Seconda Commissione relazionando sull'incontro della scorsa settimana presso il ministero per le attività produttive alla presenza delle regioni Umbria e Marche con i commissari e lo stesso ministro Romani in merito alla vertenza Merloni.
La Qs Group reimpiegherebbe complessivamente 700 addetti dei 2100 attuali, equamente distribuiti tra Fabriano e Nocera Umbra. Saranno comunque chieste garanzie alla nuova proprietà sul mantenimento dell'occupazione anche dopo la scadenza dei due anni dell'obbligo, garantiti dalla fidejussione.
La proposta ha come caratteristica l'acquisizione in proprietà dei siti produttivi e si aggancia comunque a quella successiva dell'accordo di programma dove sono previsti 35 milioni di euro di risorse di derivazione ministeriale. In sostanza, la proposta di QS Group prevede l'acquisizione dei capannoni e relativi macchinari per 10 milioni di euro più 3 milioni di crediti degli impianti produttivi, non attingendo comunque ad alcuna risorsa degli accordi di programma che rimangono a disposizione per l'auspicata, ulteriore reindustrializzazione dell'area, necessaria per una nuova occupazione di chi rimane fuori e per i quali lavoratori sono comunque previsti appositi ammortizzatori sociali.
Un elemento di particolare interesse riguarda la previsione, in caso di interesse da parte di nuove imprese, di attivare all'interno del sito umbro iniziative imprenditoriali. È prevista la possibilità per Invitalia (Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa) di riprendersi fino a 50 mila metri quadrati di spazi, in proprietà o in affitto a condizioni prefissate e di vantaggio. Rimane così attivo un valore incentivante per chi vorrà investire e creare nuova occupazione nell'area.
L'offerta della QS Group verrà formalizzata ai commissari entro il prossimo 30 settembre, e quindi sottoposta ai creditori che dovranno dare il loro parere.
L'attività, secondo i piani di QS Group, sarà basata sulla continuità della tipologia del prodotto, cioè elettrodomestici che dovranno tuttavia posizionarsi in una fascia più alta del mercato. È previsto, comunque, anche lo sviluppo di altre tipologie di prodotti attinenti.
Nel corso dell'audizione, Riommi ha parlato anche della situazione di crisi dell'Isrim (Istituto di ricerca e formazione sui materiali speciali per tecnologie avanzate) di Terni e di Trafomec.
Per quanto riguarda l'Isrim, l'assessore, dopo aver ricordato che la Regione detiene, tramite Sviluppumbria, il 4 per cento delle quote, ha evidenziato la necessità, per la continuazione dell'attività, di individuare una nuova governance che assicuri la continuità oltre il 31 dicembre 2011. Un soggetto che dovrà definire una nuova organizzazione dell'Istituto affinché possa posizionarsi sul mercato favorendo al contempo l'ingresso di altri soci. Sarà necessario, quindi, un progetto di prospettiva futura, sostenibile e logica.
Sulla Trafomec, Riommi ha ricordato che si tratta di una realtà produttiva nata dall'autoimprenditorialità umbra e che si è posizionata, nel corso degli anni, in un mercato maturo, ma di significativo valore aggiunto. Negli anni il gruppo si è internazionalizzato e oggi controlla diverse società di cui 2 operanti in Italia (Tavernelle e Fabro) ed è gestito da un fondo di investimento.
L'azienda – ha assicurato Riommi – si è impegnata con la Giunta regionale e le organizzazioni sindacali a sospendere le procedure di licenziamento di oltre due terzi dei 156 dipendenti ed ha presentato una richiesta di cassa integrazione in deroga per accompagnare un percorso di riorganizzazione sul quale investirà dieci milioni di euro. In sostanza, la proprietà ha individuato a Tavernelle solo alcuni esuberi ed è intenzionata a riorganizzare il processo produttivo attraverso il ricorso alla cassa integrazione in deroga.
“È positivo che l'offerta da parte della QS Group spa per l'acquisto dell'intero perimetro industriale del Gruppo Merloni venga formalizzata entro il prossimo 30 settembre. Altrettanto importante è la volontà manifestata di proseguire sulla produzione di elettrodomestici di fascia alta e prodotti attinenti gli stessi”. Così, in una nota il consigliere regionale del partito Democratico, Andrea Smacchi a seguito dell'audizione dove “sono emersi nuovi ed importanti particolari in merito alla vertenza”.
Per Smacchi, “la cosa più rilevante riguarda il fatto che QS Group, nonostante abbia garantito il reintegro di soli 700 lavoratori equamente ripartiti fra Fabriano e Colle di Nocera Umbra, non attingerà a nessuna delle risorse previste nell'accordo di programma, le quali resteranno a completa disposizione per la reindustrializzazione. Su questo aspetto – osserva – occorre iniziare a lavorare concretamente fin da subito, in prima istanza coinvolgendo tutti i parlamentari umbri e marchigiani che dovranno farsi carico unitariamente di portare avanti un'azione sinergica a sostegno del buon esito della vertenza. Ma soprattutto – continua – in virtù delle grandi potenzialità di spazi (circa 50 mila mq di superficie) e di risorse disponibili (70 milioni di euro) stimolando gli imprenditori, in primo luogo umbri, il cui silenzio sta diventando ogni giorno più assordante, a presentare progetti industriali innovativi che troverebbero terreno fertile dalle condizioni date”.
“Gli oltre 2000 lavoratori diretti – evidenzia Smacchi – coinvolti dalla crisi, ed anche le tante piccole aziende dell'indotto, si aspettano a questo punto uno scatto in avanti dell'intera vicenda che, se affrontata unitariamente dalle istituzioni e dalle forze economiche e sociali potrebbe trovare sbocchi positivi in tempi ragionevoli, tenendo ben presente – conclude – che la debolezza ormai cronica del Governo nazionale di certo in questa fase non è di grande aiuto”.

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