Una felice coincidenza, inoltre ha portato all'incontro con il dottore Pietro Bartolo, famoso per essere stato per molti anni “il medico dei migranti”
Il progetto “A scuola di integrazione” si è avviato a conclusione con l’incontro di venerdì 8 aprile a coronamento di un percorso di conoscenza reciproca tra giovani profughi e migranti e i ragazzi dell’Istituto Alberghiero che hanno partecipato a questo evento. Incontrarsi, conoscersi e socializzare attraverso giochi, interviste, testimonianze, in cui sia i migranti che gli studenti sono stati parte attiva, protagonisti di un vivace dialogo interculturale.
Ogni incontro è dedicato ad un approfondimento tematico (Un laboratorio tutto speciale) : il tema della giornata è stato il lavoro, argomento di particolare interesse per i giovani migranti, per i quali costituisce la priorità assoluta, strumento di integrazione ed emancipazione. L’ obiettivo è arrivare alla conoscenza del tema (sia esso doveri o diritti umani, come nei precedenti incontri) attraverso il gioco e le attività di gruppo, stimolando lo scambio, la reciprocità attiva e infine lo sguardo critico.
Fin da subito il progetto è stato accolto con grande interesse e partecipazione dagli studenti ed è stato reso possibile, ricordiamolo, grazie agli insegnanti dell’Istituto Alberghiero (Gallo, Emili, Papini, Quarsiti, Valentini) e alla mediazione di Agnese Talegalli e Sami Paolini, operatori della cooperativa “Il Cerchio”, e della professoressa Agnese Tomassini, volontaria della onlus “Refuges Welcome Italia”.
La scuola ha dimostrato di essere una comunità accogliente, dove trova spazio la storia e la prospettiva di tutte e tutti: essa si può costruire anche e soprattutto attraverso l’educazione interculturale, promuovendo il dialogo e la conoscenza reciproca.
Per questo è importante che operatori, volontari e testimoni intervengano nell’ Istituto a supportare percorsi che riguardano temi come i diritti umani , le migrazioni, il diritto alla protezione internazionale.
A proposito di testimoni, una felice coincidenza ha portato all’incontro con il dottore Pietro Bartolo, famoso per essere stato per molti anni “il medico dei migranti”e, dal 2019, membro del Parlamento Europeo, ma, soprattutto, instancabile testimone della sua straordinaria esperienza. Il dottor Bartolo si trova infatti in questi giorni a girare per alcune scuole umbre e, attraverso la mediazione dell’assessora alle politiche sociali del Comune di Spoleto Luigina Renzi, ha accolto l’ invito dell’Istituto e insieme, nel pomeriggio di venerdì, sono intervenuti al meeting; il dottor Bartolo ha raccontato alcuni episodi significativi della sua esperienza di medico che accoglie e visita i migranti all’arrivo da un viaggio disperato, storie di dolore e, a volte, di speranza; ma ha parlato anche della sua veste di politico, esortando i ragazzi a non disprezzare la politica, bensì a pensarla come servizio e nobile attività. Un racconto impressionante e toccante, ma, oltre al lato emotivo, un esempio di impegno umanitario e senso civico. Del resto, il diritto d’asilo, le migrazioni e la riduzione delle disuguaglianze mondiali si inseriscono nella cornice dell’educazione civica; la speranza è che gli studenti che partecipano a questo progetto non ne escano solo più informati, ma più sensibili e pronti ad ascoltare, accogliendo altri punti di vista: solo attraverso l’incontro con l’altro si possono comprendere le dinamiche che spingono una persona a lasciare il proprio Paese.
Il progetto si concluderà con un ultimo incontro, che costituirà una sintesi delle tematiche trattate , con l’auspicio che esso abbia costituito per i giovani migranti e rifugiati un esempio di inclusione e l’inizio di un percorso di formazione e avviamento all’autonomia sociale e lavorativa.