Il Comune di Todi ha dichiarato guerra ai “furbetti” delle tasse e indicato obiettivi importanti per il prossimo triennio. Ma i revisori dei conti invitano ad affilare le armi e soprattutto a ragionare su “strumenti alternativi” per “ridurre l’importo complessivo delle partite creditorie aperte”.
La relazione
L’appello è contenuto nella relazione che accompagna l’analisi del rendiconto di bilancio appena approvato dal consiglio comunale. Nelle conclusioni, i revisori dei conti specificano in maniera chiara che “l’organo di revisione invita l’Ente a valutare l’impiego di strumenti alternativi di incasso dei residui attivi al fine di ridurre l’importo complessivo delle partite creditorie aperte, considerato anche che la pretesa tributaria è soggetta a termini di prescrizione limitati (5 anni) e che pertanto il gettito non riscosso, in assenza di attività di recupero efficace ed efficiente, viene, di anno in anno, definitivamente perso”.
Il rischio, insomma, è che il Comune resti col cerino in mano rispetto al monte creditorio che invece dovrebbe finire nelle casse di piazza del Popolo. Considerazione, questa, che arriva al termine di una attenta analisi su quelle che sono le reali capacità di riscossione dell’amministrazione comunale.
Per quanto riguarda, ad esempio, le contravvenzioni al codice della strada, al primo gennaio 2017 dovevano essere riscossi importi per circa 90.000 euro, ma la capacità di recuperare multe non pagate ha fatto raggranellare al Comune in dodici mesi poco più di 6.000 euro. Gli importi dei cosiddetti “residui attivi” schizzano verso ben altre vette se si parla di Imu, bollette dei rifiuti o Tasi, con una forbice che spazia dentro a qualche buon centinaio di migliaia di euro.
Gli obiettivi
Non è perciò casuale che per il triennio 2018-2020 siano state previste entrate per recupero evasione tributaria di Imu, Tasi e Tari (con controlli che verranno fatti anche sulla vecchia Tarsu) superiori a 1,2 milioni di euro. L’importo complessivo previsto per il 2018 è pari a 550.000 euro, mentre per 2019 e 2020 si prevede di recuperare 330.000 euro ad annualità. E saranno poste sotto la lente tutte le entrate, anche quelle extratributarie visto che su nessuna voce – dalle multe stradali ai servizi scolastici – l’amministrazione riesce ad incassare quanto dovrebbe. Col rischio che insomma l’arma della riscossione possa risultare pericolosamente spuntata.