Valtopina a rischio default per una sentenza sul contenzioso della ricostruzione di Giove
Una sentenza di primo grado, ma esecutiva, rischia di far precipitare il Comune di Valtopina verso il default, costringendolo a pagare quasi un milione di euro nei confronti delle ditte e dei progettisti di Giove, la frazione al centro delle problematiche legate alla ricostruzione post terremoto ’97 per diversi anni.
La sentenza esecutiva
La sentenza è di primo grado ma esecutiva, risale ai primi mesi del 2022, e costringe al pagamento di circa un milione di euro per l’ultimo stato di avanzamento dei lavori dovuti all’impresa protagonista dei lavori. Il gruppo “Torre”, quello dell’ex sindaco Lodovico Baldini, era intervenuto sui social lo scorso giugno, rimettendo in ordine i tasselli della storia.
La vicenda
“Dal 2007 il sindaco Mariucci decide di utilizzare il potere sostitutivo, consentito dalla legge nei confronti del Consorzio nato negli anni precedenti per la ricostruzione di Giove, in virtù delle difficoltà sopraggiunte. Valtopina è l’unico Comune in Umbria a fare questa scelta. Il Comune procede all’affidamento dei lavori a nuova impresa, con conferma del Direttore dei Lavori precedentemente nominato dal Consorzio ma dopo qualche anno, a quasi lavori ultimati, il cantiere di Giove viene messo sotto sequestro dalla Guardia di Finanza, per un’indagine nata dai ricorsi e dalle denunce di alcuni cittadini di Giove“.
La condanna
“Al riscontro positivo delle indagini effettuate, si procedeva alla sospensione del pagamento dell’ultimo stato di avanzamento lavori e il Comune si costituiva parte civile contro l’impresa dal Comune stesso nominata e contro il Direttore dei Lavori sempre dal Comune stesso confermato. Scelta non obbligata da nessuna norma, ma fortemente voluta dal Sindaco Mariucci. Poco tempo fa, in pieno commissariamento del Comune di Valtopina, è uscita la sentenza di primo grado che ha condannato il Comune a pagare l’ultimo stato di avanzamento dei lavori dovuto all’impresa, compresi dei danni che l’impresa ha rivendicato, degli interessi maturati e delle spese legali, per un totale di circa 1.000.000 di euro. La sentenza è di primo grado, ma è esecutiva e intanto il Comune dovrà pagare 1 milione di euro, con tutte le conseguenze del caso. Era proprio necessario procedere nei confronti dell’impresa? – si chiede il gruppo – Non c’erano altre soluzioni per proteggere meglio il Comune e i suoi cittadini?“.
Il lavoro del neosindaco Coccia
Il neosindaco Gabriele Coccia, interpellato dal Corriere dell’Umbria, riferisce di incontri con gli avvocati e la Regione, per risolvere la questione ed evitare il dissesto.