L’Umbria sarà una delle quattro regioni d’Italia che sarà coinvolta nel progetto “Tra generazioni: l’unione crea il lavoro”, realizzato da Cna Pensionati e Fondazione Mondo Digitale, in collaborazione con Facebook, per la formazione intergenerazionale e la valorizzazione dei mestieri artigiani.
Lo sarà insieme a Lombardia, Marche e Puglia. Il progetto coinvolgerà alcune scuole del territorio i cui studenti interagiranno con gli ex artigiani per uno scambio di conoscenze. I più giovani insegneranno l’alfabetizzazione digitale mentre gli altri il valore di un mestiere artigianale. La notizia è stata annunciata durante il convegno promosso dalla Cna Pensionati Umbria, che si è svolto nel pomeriggio del primo dicembre presso il Ristorante Fontanelle di Perugia, dal titolo “Anziani nel terzo millennio. E’ loro la sfida della trasmissione dei saperi”.
Ha aperto i lavori Giuliano Sorcio, presidente Cna Pensionati Umbria, sottolinenando l’importanza del tema trattato. “Noi vogliamo essere di aiuto ai giovani – ha detto Sorcio – e per farlo dobbiamo stare al passo con i tempi“.
Subito dopo Giancarlo Fucili, vice presidente nazionale Cna Pensionati e presidente del Comitato regionale Epasa-Itaco Umbria, ha illustrato il convegno, parlato di questo nuovo progetto nazionale e presentato i relatori: Gianfranco Ghibelli, artigiano pensionato che ha riportato la sua esperienza professionale, il professore Romano Benini, docente di welfare e politiche del lavoro, Manola Martellotti, responsabile patronato Epasa-Itaco Umbria, e Monia Burani, direttore provinciale patronato Epasa-Italo Umbria, e Roberto Giannangeli, direttore regionale Cna Umbria.
Il primo ad intervenire è stato il professor Romano Benini che ha parlato di come è necessario abbinare al lavoro dell’artigiano l’innovazione. “Dobbiamo portare i nostri giovani – ha spiegato – a provare esperienze di lavoro concrete ed in questo versante ben vengano iniziative come l’alternanza tra scuola e lavoro. La nostra nazione è conosciuta per il nostro artigianato e le figure professionali che lavorano in questo ambito vanno tutelate. Dall’estero vengono ad imparare nelle nostre aziende tessili, ad esempio, perché sono interessati a prodotti di qualità e fatti su misura”. Il professor Benini ha sottolineato più volte il concetto e l’importanza di tramandare le tradizioni artigianali integrandole con la tecnologia. “In questo contesto – ha concluso – gli anziani devono essere visti come un patrimonio d’Italia”.
Manola Martellotti, invece, ha illustrato alcune novità spiegando ai presenti quali sono i diritti “inespressi” ovvero quelli ai quali si può accedere solo se si fa domanda. Sono rivolti soprattutto a coloro che percepiscono meno di 700 euro mensili “che sono – ha rimarcato la responsabile del patronato – circa il terzo dei pensionati italiani”.
Monia Burani ha detto qualche numero e parlato del patronato Epasa-Itaco. Cna Umbria ha circa 8mila iscritti mentre la sezione pensionati oltre 6mila. “Il nostro sindacato – ha affermato Burani – sta diventando un punto di riferimento per tanti cittadini, non solo legati al mondo dell’artigianato. Il servizio più conosciuto è quello delle pensioni, seguito dai servizi per gli assegni familiari, indennità di disoccupazione, servizi assistenziali a sostegno del reddito e per la tutela della salute“. In Umbria sono sei le sedi aperte. Si trovano a Perugia, Foligno, Castiglione del Lago, Umbertide, Terni ed Orvieto. Dal prossimo 2 gennaio ne aprirà una anche a Spoleto.
Roberto Giannangeli, direttore regionale Cna Umbria, ha concluso il convegno con un intervento di ampio respiro. “Il tema del saper fare – ha detto – è importante per risanare la situazione in Italia. Imprenditori, come ad esempio Brunello Cucinelli, ci dimostrano che sono capaci a creare ricchezza grazie ad uno staff di artigiani. Un nostro giovane iscritto, Ciro Schiaroli, realizza con la collaborazione di un team borse che vende in tutto il mondo tramite eCommerce. Oggi più che mai è importante unire il saper fare alle nuove conoscenze. Esperienza e studio devono procedere insieme invece che camminare paralleli. Dobbiamo essere in grado di tenere viva la nostra tradizione riuscendo a cavalcare l’innovazione. Imprese legate al benessere, come l’estetica e la parrucchieria, sono quelle che hanno retto meglio la crisi perché hanno investito su innovazione”.