“Umbria Mobilità ha chiuso in utile sia l’esercizio 2018 che quello 2019. A fronte dei 103 milioni di euro di indebitamento, abbiamo un attivo di bilancio di oltre 125 milioni di euro e un patrimonio netto 20,4 milioni di euro, con un patrimonio immobiliare di oltre 60 milioni di euro.
Le tensioni finanziarie ci sono, ma rispetto al 2012, quando ho messo piede in Umbria Tpl e Mobilità Spa, mi sento di dire che c’è una serenità economica, da monitorare costantemente”.
Sono le parole di Ferruccio Bufaloni, amministratore unico della società umbra di trasporto pubblico, nata nel 2010 dalla fusione delle aziende Apm, Atc, Ssit e Fcu.
Alla vigilia dell’avvio dell’attività della nuova Agenzia regionale per la mobilità ed il trasporto pubblico locale, presumibilmente operativa in autunno, Bufaloni ha indetto una conferenza stampa, a Perugia, per riferire sulla gestione degli ultimi anni di Umbria Mobilità, impegnata in un processo di ristrutturazione, alla quale ha partecipato anche l’assessore regionale ai trasporti, Enrico Melasecche.
Bufaloni ha ripercorso le tappe degli ultimi anni, in particolare le criticità legate alla ‘partita romana’ e prospettato i passi futuri, compreso un piano di rientro con i creditori che dovrà essere completato ‘entro dieci anni’.
“La partecipazione in Roma Tpl – ha spiegato Bufaloni – ha comportato crediti per servizi e affitti non escussi per circa 50 milioni. Nel 2012 la situazione creditizia consisteva in circa 384 milioni di debiti e 217 milioni di esposizione bancarie per garanzie presentate. Gli enti proprietari decidono quindi di nominare un nuovo cda per accompagnare il processo di ristrutturazione”.
I piani di ristrutturazione
“Il primo piano di ristrutturazione – ha continuato Bufaloni – risale al 2013 e prevedeva, tra le altre cose, la cessione del ramo d’azienda relativo all’esercizio tramite procedura di gara, transitato poi a Busitalia Sita Nord, con la relativa messa in sicurezza di circa 1500 dipendenti, acquisiti dal nuovo gestore.
Arriviamo al 2015 quando, grazie alle plusvalenze realizzate dalla cessione del ramo d’azienda e grazie al processo di ristrutturazione e razionalizzazione adottato, il totale dei debiti è passato da 384 a 118 milioni di euro, e le fidejussioni sono scese da 217 a 171 milioni”.
Tra le tappe più importanti poi, c’è la cessione del ramo d’azienda ‘infrastruttura ferroviaria’, nel 2017, che si è concluso nel 2019 con l’incasso di circa un milione di euro e con il passaggio di 46 dipendenti a Rfi.
“Grazie ai proventi derivanti dall’attività immobiliare e dalla chiusura transattiva di varie partite creditorie – ha dichiarato Bufaloni –, l’indebitamento diminuisce ulteriormente, passando da 171 a 104 milioni di euro.
Le fidejussioni che nel 2015 ammontavano a circa 171 milioni, oggi sono scese a 17 milioni circa. Vantiamo poi, diversi crediti: prevediamo di incassare il 50% del volume complessivo sul concordato Atac entro il 2022.
Questo, insieme alla valorizzazione del patrimonio immobiliare parallelamente alla dismissione di quello che non rende, ci darà ancora più respiro”.
L’assessore Melasecche
“Il sistema dei trasporti è estremamente complesso – ha detto Melasecche. L’Agenzia unica consentirà una riorganizzazione del servizio e un risparmio di circa nove milioni di euro all’anno di iva.
Gli umbri potranno guardare al futuro dei trasporti non più come un sistema che assorbe risorse o crea debito ma si regge sulle proprie gambe, con un ottimo servizio a costi ragionevoli, questo è il nostro obiettivo”.