Tutto è iniziato con la mancata erogazione della 14esima mensilità per i circa 1500 dipendenti di Umbria Tpl e Mobilità Spa, ma oggi questo è soltanto uno dei tanti problemi sul tavolo e probabilmente il meno importante. I sindacati umbri dei trasporti, Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Orsa, sono tornati oggi, in una conferenza stampa unitaria tenuta presso la Cgil di Perugia, a chiedere un segnale chiaro di cambiamento ai soci proprietari dell'azienda pubblica del trasporto.
“Stiamo ancora aspettando una convocazione che ci è stata annunciata ormai da un mese – hanno detto i segretari della organizzazioni – perché ad oggi siamo costretti ad apprendere le informazioni dalla stampa e questo non è accettabile”.
I sindacati, pur riconoscendo che alcuni primi passi positivi sono stati intrapresi (ricapitalizzazione e prestito ponte), ritengono necessarie altre azioni prioritarie. La prima è “l'operazione moralizzatrice” sui compensi ad personam di alcune figure professionali di alto livello dell'azienda pubblica, che sono attualmente “fuori da ogni logica e del tutto inaccettabili”, così come sono assolutamente da rivedere le retribuzioni di alcuni dirigenti. Su questo versante, però, dicono i sindacati, non si vedono segnali di apertura, ma al contrario solo resistenze.
Altra richiesta fondamentale è quella di azzerare il sistema di partecipazioni in aziende che non rientrano nel core business, che impegnano quote di patrimonio e generano, per la quasi totalità, solo perdite. Vanno poi tagliate tutte le collaborazioni e consulenze esterne, alcune delle quali legate a personale ex dipendente in pensione. “In altre parole – hanno osservato i segretari di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Orsa – mantenere il giocattolo per qualcuno non è più possibile”.
Più in generale, le organizzazioni dei lavoratori ritengono definitivamente compromesso l'attuale management e considerano quindi necessario un confronto diretto con i soci proprietari, soci tra i quali la Regione – essendo Umbria Mobilità un'azienda regionale – deve assumere sempre più un ruolo guida.
Per quanto riguarda le ipotesi di privatizzazione di cui si è tanto parlato, i sindacati hanno ribadito un concetto chiaro: “In primo luogo noi riteniamo che Umbria mobilità sia un patrimonio dei cittadini e dei lavoratori umbri e che pertanto debba rimanere pubblica. Parlare di ingresso di privati oggi, non ha senso e in ogni caso, se in futuro si volesse prendere in considerazione l'ipotesi, bisogna chiarire di quali privati si sta parlando. Perché deve essere chiaro – hanno aggiunto i rappresentanti dei lavoratori – che con i privati che hanno già fatto danni ingenti all'azienda, noi non vogliamo avere nulla a che fare”. Quello che invece i sindacati chiedono ai soci proprietari è di presentarsi con un nuovo piano industriale, da condividere, che tenga conto della nuova situazione venutasi a determinare.
E a proposito di rapporti poco chiari con il privato e più in generale della gestione economica dell'azienda, è giusto che “la Corte dei Conti faccia al più presto chiarezza”, hanno detto i sindacati aggiungendo che mentre “in Umbria gli autobus cadono a pezzi, a Roma l'azienda ha impegnato il proprio patrimonio per l'acquisto di molti nuovi mezzi”.
Inevitabile, a fronte di una simile situazione, la mobilitazione dei lavoratori, che solo per senso di responsabilità – è stato detto – non è ancora sfociata in forme di protesta più pesanti, come lo sciopero. Da lunedì però è in atto il blocco degli straordinari che, in un'azienda sottodimensionata per quanto riguarda il personale operativo, può essere comunque molto incisivo. Per questo i sindacati hanno tenuto a mandare un messaggio all'utenza, per chiarire lo sforzo profuso nel tentare di creare meno disagi possibili, pur nell'esigenza di dare risalto alle giuste ragioni e preoccupazioni dei lavoratori.
Umbria Mobilità: vogliamo l'azienda 2.0. Prematura ogni ipotesi di ingresso dei privati
Mer, 12/09/2012 - 13:14