Si facevano aiutare da un connazionale per riuscire a superare gli esami della patente: un uomo, di origini pakistane, è stato beccato a Perugia mentre sosteneva la prova di teoria presso la motorizzazione locale, usando però come “aiutino” un auricolare, attraverso il quale si faceva fornire le risposte esatte. Un giro da migliaia di euro, messo in piedi da un uomo, anche lui di origini pakistane e domiciliato a Ospitaletto, in provincia di Brescia, che la polizia stradale di Perugia è riuscita a smascherare, a seguito di alcune indagini che hanno preso il via nel giugno scorso.
“Un sistema che sembra più difficile da smascherare”, ha detto a Tuttoggi.info l’ispettore Bellucci. Alla base del giro, il fatto che gli esaminandi stranieri devono sostenere l’esame per la patente in lingua italiana. L’esaminando si faceva aiutare attraverso due sistemi paralleli: uno per la trasmissione di dati audio, come un telefono e un trasmettitore con auricolare, e uno per la trasmissione dei dati su internet, ossia una microtelecamera nascosta sotto la camicia, attraverso la quale venivano trasmesse al complice le risposte d’esame. Chi suggeriva non aveva la necessità di restare nei paraggi: tanto che il complice era comodamente in casa a Ospitaletto.
1000 euro per ogni prova: tanto veniva chiesto per superare l’esame. L’uomo, abbastanza abile, tanto da “indovinare”, almeno nella prova incriminata, anche 39 risposte su 40, è stato denunciato. Le indagini, che hanno portato a scoprire che il pakistano lavorava anche con altri complici sui territori di Brescia, Firenze, Vercelli, Cremona, sono state concluse grazie anche al lavoro del sostituto procuratore di Perugia, Paolo Abbritti.
Servizio di Alessia Chiriatti e Sara Minciaroni
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