Oltre cento persone hanno gremito la sala riunioni di Palazzo Cattani per la serata culturale ‘Dante, Foligno e poetici dintorni’: un autentico successo per la lezione del professor Guglielmo Tini, che ha evidenziato ai presenti alcune tracce di dialetto folignate presenti nella prima edizione a stampa della Divina Commedia.
Nel volume edito l’11 aprile del 1472 dal prototipografo Giovanni Numeister, si riscontrano ‘errori’ unici che non saranno più presenti nelle successive edizione, tra i quali per l’appunto, numerose parole e modi di dire tipici della lingua locale. Particolari emersi nel corso di approfonditi e specifici studi del professor Tini, e messi in evidenza nell’evento di venerdì scorso nella sede della Fondazione Cassa di risparmio di Foligno.
Si è scoperto così, ad esempio, tanto per citare uno dei passaggi più famosi, ovvero il canto quinto dell’Inferno riguardante Paolo e Francesca, che nell’edizione folignate viene scritto ‘mi prese del custui piacer si forte’ al posto del celebre ‘mi prese del costui piacer si forte’.
Ed ancora, un’altra particolarità che si riscontra soltanto nell’edizione di Foligno, è già nelle prime righe del divin poema, quando invece di ‘Io non so ben ridir com’i’ v’intrai, tant’era pien di sonno a quel punto’ viene stampato ‘in sul quil puntu’ con un’espressione tipicamente folignate per così dire.
Questi sono soltanto alcuni degli esempi riportati nella lezione del professor Guglielmo Tini, ma le annotazioni sono molte e disseminate lungo tutta l’opera: parole come ‘vidi’ che vedono la ‘d’ raddoppiata ‘alla maniera umbra’ o addirittura ‘privilegio’ che nella versione dell’11 aprile 1472 diventa ‘brivilegio’ come si soleva dire nelle campagne del territorio folignate. Il ‘vieni con me’ dantesco si trasforma nell’umbro ‘vieni comme’, c’è poi ‘fu’ che diventa ‘fue’, ‘si’ che viene scritto ‘sine’ e no ‘none’.
Errori o sviste dovute forse a ‘male interpretazioni’ di chi era addetto a sistemare i caratteri mobili, che ha così consegnato al mondo intero un’opera davvero originale. Ma l’esposizione del professor Tini non si è limitata soltanto è questo, appassionando il pubblico che ha concluso l’appuntamento con uno scrosciante e lungo applauso.
‘Abbiamo fortemente voluto questo evento, scegliendo di ospitarlo in ‘casa nostra’ – ha commentato lo stesso presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Foligno, Alberto Cianetti – ed abbiamo ottenuto un ottimo risultato, non solo per l’alta qualità del contributo e per l’interessante illustrazione, ma anche per la grande partecipazione della città che ha affollato la sala di Palazzo Cattani. Sicuramente – assicura Cianetti – ripeteremo simili iniziative, giocando a tutti gli effetti un ruolo da protagonisti che ci vede in maniera sempre più concreta a sostegno della vita culturale e degli eventi cittadini’.