La monocultivar San Felice ora può contare su una filiera ad hoc e con i fondi del PSR si ammodernano gli impianti
Oltre 3.500 i visitatori hanno invaso Giano dell’Umbria e i frantoi del territorio durante la tre giorni (29-31 ottobre) de “La Mangiaunta”. Si è conclusa con una grande partecipazione di pubblico, proveniente soprattutto da fuori regione, la 17esima edizione che, tra degustazioni, tour nei frantoi, show cooking, eventi, workshop, mostre, musica e passeggiate, ha visto come grande protagonista la monocultivar autoctona San Felice.
“Ringraziamo le tante persone e famiglie che hanno scelto Giano per trascorrere il lungo ponte di festività – afferma il sindaco Manuel Petruccioli – e che hanno così potuto godere del nostro itinerario oliogastronomico che li ha portati alla scoperta del nostro frutto più prezioso, l’extravergine d’oliva San Felice, e delle altre eccellenze del territorio”.
A caratterizzare la tre giorni di iniziative l’ormai tradizionale tour in 6 Frantoi della zona.
Frantoi del territorio che ora potranno ammodernare impianti e oliveti grazie all’avvio della filiera “Un San Felice a tavola”, che si è aggiudicata fondi del Psr per 1,7 milioni di euro. Le aziende del territorio che producono olio si sono quindi messe insieme costituendo un vero e proprio Consorzio di tutela, presieduto da Claudia Pompili, a cui il Comune di Giano ha dato impulso alla creazione. Obiettivo, migliorare la qualità dell’olio di Giano ma anche far conoscere la sua unicità in tutto il mondo. “L’oro di Giano da qui ai prossimi dieci anni dovrà essere conosciuto a livello internazionale, una scommessa che abbiamo lanciato con questa nuova filiera” sottolinea ancora il sindaco.
L’intenzione è quella di promuovere a livello mondiale questo straordinario olio e un territorio, quello di Giano, con 200 mila altre piante di olivo distribuite su 720 ettari (280 piante per ettaro) e con la monocultivar autoctona San Felice che occupa l’80%.
Solo una piccolissima percentuale degli oli prodotti in Italia è monovarietale (olio extravergine fatto con olive di un’unica varietà). Il monocultivar è quindi percepito dagli intenditori come un olio raro e pregiato, un olio dalla forte personalità, molto tipico, molto rappresentativo del territorio in cui è prodotto e capace di conferire un sapore unico e squisito ad ogni pietanza.
Proprio come il San Felice, monovarietale armonico, amabile, universale e adatto a tutti i cibi e fortemente legato all’omonima Abbazia benedettina che sorge ai piedi dei Monti Martani, immersa tra olivi e lecci secolari.
La San Felice concorre oggi a caratterizzare la Dop Umbria, sottozona “Colli Martani”, insieme al Moraiolo (che è la varietà più diffusa sulle colline della regione) e ad altre cultivar come Leccino, Frantoio e, in misura minore, Rajo e Vocio. La combinazione fra diverse varietà e l’ambiente microclimatico particolarmente favorevole garantiscono la qualità organolettica e l’unicità dell’olio di Giano dell’Umbria.
“La Mangiaunta” è stata organizzata dal Comune di Giano dell’Umbria con l’impulso, anche economico, del Gal Valle Umbra e Sibillini, e con la collaborazione della Pro Loco di Giano. L’evento era inserito nel primo week end del programma di Frantoi Aperti in Umbria, evento dell’Associazione Strada dell’olio e.v.o. Dop Umbria, realizzato in collaborazione con la Regione Umbria e con tutti gli attori del comparto olivicolo umbro.
Ma il mese dell’olio nuovo continua anche a Giano: domenica 27 novembre appuntamento in piazza con la “Rievocazione della Festa della Frasca” per un bruschettata in allegria. La Festa della Frasca è una tradizione contadina tipica di diverse zone rurali dell’Umbria centrale, legata alla fine della raccolta e della lavorazione delle olive. Viene rievocata da una sfilata, con i coglitori in abiti tradizionali, che attraversa le vie del borgo e aperta da un carro tirato dai buoi che trasporta la frasca addobbata fino alla piazza principale. Qua si concentra tutta la festa con degustazioni gratuite della tradizionale bruschetta con l’olio novello e di altri prodotti tipici.