Oltre 5mila persone da assistere, non solo nell’area del cratere del terremoto che ha colpito l’Umbria il 26 e il 30 ottobre. Quasi 4mila persone sono a diretto carico del sistema della Protezione civile: 1500 sono in alberghi e strutture ricettive, 2000 si trovano in strutture dei Comuni e 400 nelle tende. Danni per più del 70% sugli edifici della zona di Norcia e Preci, per quanto si parli ancora di stima approssimativa. 60 i comuni coinvolti nel sisma. 7 milioni all’anno stanziati per il fondo ordinario di protezione civile per cofinanziare gli interventi sulle scuole. Sono questi i primi numeri snocciolati dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, questa mattina di fronte al consiglio regionale riunitosi in seduta ordinaria a Palazzo Cesaroni. Nella sua informativa, Marini ha puntato sulla situazione delle scuole e delle strade, sulla sistemazione provvisoria degli sfollati e sulla ricostruzione, che dovrà essere portata avanti evitando lo spopolamento ed essere improntata su “tecniche di innovazione, materiali di qualità e procedure in grado di garantire la sicurezza di chi si è già trovato a subire gli effetti di 4 terremoti”. Senza dimenticare la vocazione turistica del territorio della Valnerina e dell’Umbria tutta.
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I tempi della ricostruzione – E se ci vuole ed è richiesta qualità, come è giusto che sia, la ricostruzione è ipotizzabile avrà tempi medio-lunghi, anche in base agli obiettivi strategici e prioritari che verranno di volta in volta individuati. Tra questi, compare già Castelluccio di Norcia, luogo dal grande valore simbolico. La qualità della ricostruzione sarà resa tale, promette Marini, anche grazie all’uso di materiali e di tecniche costruttive all’avanguardia, per ridare sicurezza ai cittadini attraverso tecniche nuove e per ricostruire in assoluta sicurezza, anche psicologica, dopo 4 grandi terremoti che si sono succeduti dal 1979 ad oggi. Un lavoro, quello della ricostruzione, che coinvolgerà Giunta, Consiglio e Commissario, ha precisato la presidente. Perché, in sinergia con il lavoro dell’Ufficio speciale per la ricostruzione di Foligno e Norcia, che vedrà insieme tutti i Comuni interessati, l’Assemblea legislativa sarà chiamata ad approntare un disegno di legge in materia di urbanistica ed edilizia funzionale alla ricostruzione dei Comuni più colpiti, come Norcia e Castelluccio. “Dovranno essere consentite delocalizzazioni alle attività produttive, altre dovranno ristrutturare gli edifici, passando da due a un piano, incrementando le aree edificate. Serviranno precise regole sull’adeguamento e miglioramento sismico, il recupero del patrimonio artistico dei centri storici. Dopo aver censito le problematiche urbanistiche ed edilizie che i Comuni segnalano predisporremo una proposta di legge che porteremo all’attenzione dell’Assemblea, in vista della ricostruzione pesante nelle zone rosse”.
La fase di emergenza ha colpito a vario titolo e in vario modo non solo i paesi della Valnerina, ma anche Spoleto ed altri Comuni dell’Umbria. Edifici residenziali e strutture produttive, del settore agricolo, industriale, manifatturiero e turistico, sono state colpite. Ecco perché, ha spiegato Marini, tra il terremoto del 24 agosto che ha colpito Amatrice e il “main shock” del 30 ottobre a Norcia, “è stato necessario un nuovo approccio all’emergenza. A Norcia e Cascia abbiamo alcune strutture ricettive agibili e potranno essere utilizzate per assistere gli sfollati”. Il Governo ha assegnato 300milioni di euro alle 4 Regioni interessate, la cui destinazione precisa verrà dalla Regione definita in accordo con l’Esecutivo nazionale e verrà poi comunicata all’Assemblea legislativa dell’Umbria. “Con il meccanismo del credito d’imposta – ha precisato la presidente – non subordinato agli stanziamenti verso le amministrazioni periferiche, da oggi, in base alle condizioni tecniche, potranno partire i lavori avendo la certezza delle risorse finanziarie. Il decreto ha stanziato circa 3,5 miliardi di euro per la ricostruzione pubblica, tra scuole, beni culturali e altre strutture”.
Il decreto legge – Dopo la prima forte scossa del 24 agosto, i danni erano stati circoscritti in Umbria, e avevano colpito alcune parti dei territori di Norcia, Preci, Cascia e della Valnerina, con un numero di cittadini coinvolti limitato. Già prima della scosse del 30 ottobre era stato adottato un decreto legge sul percorso da seguire per la ricostruzione. Ecco che a dichiarare danni ai propri beni architettonici sono stati in tutto 60 Comuni, all’interno dei quali compaiono naturalmente i 15 comuni del cratere. “Questo atto è stato integrato da un provvedimento successivo che tiene conto degli effetti sull’apparato produttivo delle nuove scosse in Umbria e Marche. La permanenza delle imprese e la continuità aziendale è il presupposto per far restare la popolazione all’interno delle aree di Norcia, Cascia, Preci e dell’intera Valnerina. Per avviare i lavori di riparazione delle strutture produttive, commerciali e turistiche colpite verrà adottata una procedura semplificata, che prevede solo una comunicazione. Dove invece il ripristino richiede tempi lunghi, il percorso della delocalizzazione all’interno del perimetro del Comune di riferimento viene prevista la creazione di aree commerciali temporanee su aree individuate d’intesa con le Amministrazioni comunali. Il decreto prevede anche strumenti di investimento in via ordinaria, come i mutui attraverso la cassa depositi e prestiti. Questo per accompagnare la ricostruzione e la ripartenza con innovazioni produttive, zootecniche e agricole. È prevista una integrazione degli strumenti nazionali con azioni da parte della Regione“, ha detto Marini all’assemblea.
Anche le scuole saranno ovviamente oggetto di adeguamento sismico o di ripristino: nello specifico, tutti gli edifici che hanno subito danni di ‘tipo E’ dovranno essere sottoposti a questa procedura, che può prevedere anche la demolizione e la ricostruzione. In classe continua a farsi lezione regolarmente, anche grazie ai doppi turni come accade a Norcia, seppur solo fino a Natale, quando arriverà un nuovo prefabbricato. Altrove si è ricorso a soluzioni alternative, strutture recuperate, come a Preci, e ordinanze su singoli edifici. Il decreto, per quanto riguarda la viabilità, designa Anas come soggetto attuatore anche per la viabilità comunale, provinciale e regionale. “La situazione è complessa perché la montagna della Valnerina è stata compromessa – ha detto Marini – è stata alterata la viabilità, molte strade richiedono ora la messa in sicurezza: tutta la rete viaria da Norcia e Castelluccio dovrà essere ripristinata in via prioritaria per avviare la ricostruzione. Saranno necessari lavori lunghi e molto complessi, sia per i collegamenti con le Marche che per quelli con il resto della regione. La strada della Rocchetta, ad esempio, per molti giorni è stata l’unica strada agibile.”
L’assistenza – Per alcuni Comuni sono state predisposte aree container, in base alle decisioni del dipartimento nazionale della Protezione civile. La Regione si occuperà delle aree per le abitazioni di emergenza da destinare ai cittadini le cui case hanno subito danni di tipo E. Dopo le scosse del 24 agosto ne erano stati individuati un certo numero, tra quelli che avevano dichiarato di non volere passare alla ‘autonoma sistemazione‘. Il loro numero è cresciuto e di questa operazione si occuperà direttamente la Regione, anche se i container verranno forniti dalla Protezione civile nazionale. Per Norcia, Cascia e Preci, dove l’autonoma sistemazione risulta difficile a causa dei danni al tessuto edilizio, avranno campi con abitazioni di emergenza. Il contributo per l’autonoma sistemazione è di 400, 500, 700, 900 euro in base al numero dei componenti del nucleo familiare, questo permetterà di offrire alternative ai moduli di emergenza. Ai sindaci è stato concesso il potere di intervento per la messa in sicurezza degli edifici danneggiati, salvo quelli per i quali il ministero ha deciso di intervenire direttamente.
Seguendo lo spirito della ricostruzione di qualità, di cui ha parlato Marini al consiglio, sono state poi approvate due proposte di risoluzione: la prima individua l’Umbria come “hub delle costruzioni” post-sisma per il contenimento della crisi del comparto delle costruzioni. In quest’ottica, verrà costituita in tempi brevi una rete di imprese, ampliando i confini di una filiera delle costruzioni, Università ed altri soggetti. La seconda risoluzione approvata riguarda la richiesta per l’attivazione di “un piano straordinario del Governo che preveda un finanziamento, a partire dalle quattro regioni colpite dal sisma, di dieci annualità consecutive per l’adeguamento antisismico degli edifici”.
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