Tradizionale appuntamento, oggi a Spoleto, per la festa di San Francesco Di Sales, patrono dei giornalisti. Come tutti gli anni Mons. Renato Boccardo, Arcivescovo di Spoleto-Norcia incontra la stampa locale per fare il punto sulle attività principali della Diocesi e per ringraziare gli operatori dell’informazione per il lavoro svolto durante l’anno trascorso.
Nell’agenda dell’incontro due sono stati in particolar modo gli argomenti su cui il Presule non ha mancato di rispondere puntualmente e con parole chiare: la situazione dei lavori di ricostruzione post terremoto, in special modo in Valnerina, e l’attualità della sorte dei migranti, con un occhio specifico all’accoglienza sul territorio. Mons. Boccardo peraltro è anche l’attuale Presidente della Conferenza Episcopale Umbra.
Prima di questi argomenti però il responsabile dell’Ufficio Stampa della Curia, Francesco Carlini, ha introdotto due temi a cui la Curia tiene in particolar modo, ovvero la situazione della Scuola Maestre Pie Filippini e la Festa della Vita (rivolta a tutti i nuovi nati del 2018, 506 in totale), il prossimo 3 febbraio. La sera del 2 febbraio ci sarà invece una serata “anteprima” con testimonianze di vita e anche dalle Missioni estere, il tutto (laddove possibile) con dei collegamenti in diretta. Ci sarà anche un primo resoconto del viaggio-missione in Etiopia dell’ostetrica spoletina, Carla Erbaioli, con molto materiale foto e video (CLICCA QUI)
“C’è stata la concreta prospettiva della chiusura – spiega l’Arcivescovo riferendosi invece alla scuola Maestre Pie Filippini – a causa dell’avanzata età delle religiose presenti. Mi dispiaceva che una istituzione vecchia di quasi 200 anni, l’unica scuola cattolica presente sul territorio, potesse finire in questo modo. E così abbiamo dato una mano a cominciare già da questo anno. Così abbiamo assunto la direzione della Scuola Materna attraverso la collaborazione con la Coop Nido d’Ape. E stiamo studiando la possibilità per la Diocesi di farsi carico anche della Scuola Elementare. Al momento so che per la materna le cose stanno andando molto bene. Sarebbe un impoverimento se non fosse possibile salvare questo istituto, ma abbiamo fiducia”. Attualmente, con la ripresa dell’attività alla materna si sono creati anche 4 posti di lavoro.
Migranti, fedeli cattolici e Vangelo
E visto che il tema delle missioni estere apre lo sguardo anche sulla situazione più attuale dei migranti, Mons. Boccardo rende noto che con l’apertura, all’inizio dell’anno, di alcuni corridoi umanitari con Somalia e Siria, la Diocesi ha offerto la disponibilità all’accoglienza di due famiglie (padre, madre e figli). “Ci siamo offerti sapendo, già da ora, che due aziende spoletine hanno dato la disponibilità ad assumere i papà di queste famiglie. Un gesto concreto, non tanto per la sostenibilità economica ma anche per una concreta integrazione”, spiega il Presule.
Inevitabile un riferimento all’attuale situazione creatasi al Cara di Castelnuovo di Porto, con lo sgombero dei migranti dal centro e la loro ricollocazione in giro per l’Italia, nelle Regioni (tra cui l’Umbria) che hanno dato disponibilità all’accoglienza.
“E’ giusto chiedere all’Europa di farsi carico in maniera seria e concreta di questa tragedia – chiarisce con voce ferma Mons. Boccardo – non si può scaricare su qualche paese il problema solo perchè questo è più vicino al mare, Spagna, Italia, Grecia etc. Non si può fare invece pressione sull’Europa utilizzando le persone. Persone che vivono situazioni tragiche e non vengono in Italia a fare una passeggiata, vittime di fame, violenza e tragedie. Senza contare poi che queste distribuzioni di persone creano reazioni anche nei territori in cui si dovrebbe avere l’accoglienza”.
Se il tessuto sociale del territorio dunque fa i conti con il movimento dei popoli in difficoltà, non è un mistero che anche il sentimento delle persone residenti muta con il cambiare delle condizioni di vita. Ed è lo stesso Arcivescovo a notare il fenomeno, “Quello che mi preoccupa è sentire qua e la, anche all’interno delle comunità parrocchiali, un atteggiamento di irrigidimento e di condivisione di alcune posizioni politiche particolarmente rigide nei confronti di questi poveri disgraziati. Una volontà di difendersi da fantomatiche aggressioni. Questo è contro il Vangelo!”
“Il Papa l’ha ricordato più volte – aggiunge Mons. Boccardo – non si tratta di accoglienza indiscriminata senza criteri (una casa un lavoro etc.), ed è per questo che il discorso va allargato a tutta l’Europa. Però sbattere la porta in faccia a questa gente è contro il Vangelo ed io condivido questa linea di pensiero”.
E a proposito di “stranieri problematici”, c’è anche un accenno veloce sul recente fatto di cronaca che ha interessato indirettamente il Presule nel corso della celebrazione per il patrono San Ponziano presso la Casa di Reclusione di Maiano (CLICCA QUI).
Non ci sono novità oltre la ricostruzione già nota sull’accaduto (il detenuto di religione islamica trovato in possesso di un rudimentale taglierino prima dell’ingresso nella chiesa del Carcere) e che il Presule ripete ai presenti aggiungendo alla fine, “Certamente, nel caso di un gesto eclatante, non credo si volesse colpire la mia persona ma ovviamente l’Istituzione”.
Terremoto, chiese e ricostruzione
Non usa mezze parole Mons. Boccardo quando gli viene chiesta qualche novità sulla situazione delle Chiese in Valnerina che recentemente sono state chiuse con ordinanza per inagibilità. “Siamo in alto mare, sono praticamente 6 mesi che non si muove niente. So che c’è stato un passo formale della Conferenza Episcopale Italiana presso il Commissario Farabollini e il Sottosegretario Crimi, lamentando questo stato di cose. Piccoli passi avanti c’erano stati con il decreto per i cantieri fino a 200mila euro, poi con il decreto sul ponte di Genova si è aperto fino a 600mila euro e le Diocesi possono essere in questo caso soggetto attuatore, però mancano le linee applicative e questo per tutte le situazioni, non solo per le chiese. Chi ha la casa vicina ad una lesionata non può ancora tornare ad esempio e non sa nemmeno quando”.
“Il cantiere di San Benedetto – spiega il Presule – che al momento è solo macerie da tirare via, è stato chiuso dal dicembre 2017 al settembre 2018. Non si è fatto niente per mancanza di fondi. Dalla Cattedrale di Santa Maria a Norcia si inizia solo ora a tirare fuori qualche pietra, dopo 2 anni e mezzo, con un certo numero di opere d’arte sotto le macerie. Dopo due anni, la neve, la pioggia e il sole io non so cosa si possa trovare li sotto. E questi sono solo 2 esempi delle strutture più grandi”.
Novità più confortanti invece per Sant’Eutizio: “Sta per concludersi l’operazione di messa in sicurezza che è stata davvero incredibile. E’ stata fatta una struttura metallica che avvolge da fuori e sostiene all’interno ciò che rimane della struttura. Essendo la volta gravemente danneggiata è stato necessario sostenere i muri esterni perché non spanciassero e nello stesso tempo sostenere da dentro le volte perchè non crollassero definitivamente”. Sarebbero circa 6mila gli elementi di metallo che compongono questa gabbia di sostegno. Rimane però tutto il problema della montagna prospiciente all’abbazia e che va anche questa messa in sicurezza. “Occorrerà un altro stralcio per rimuovere quei detriti dove sotto c’è ancora una campana ad esempio”, aggiunge Mons. Boccardo.
E poi la stoccata, “Volendo prendere sul serio le assicurazioni fatte da tutti i responsabili politici che sono venuti a fare la passeggiata a Norcia ‘non vi lasceremo soli, non vi dimenticheremo’ etc. potevo pensare di vedere qualcosa di più”.
Un passaggio anche sulla Commissione che si occupa delle linee guida per la ricostruzione di San Benedetto e che a breve lancerà il concorso internazionale di idee per come ricostruire. “Mentre il contesto esterno di San Benedetto deve tenere conto dell’assetto urbanistico circostante, la grande riflessione è stata fatta sui materiali da usare”, spiega il Presule che è nella Commissione in rappresentanza della Diocesi.
“E’ chiaro che Norcia, più o meno ogni 20 anni, deve fare i conti con qualche scossa più forte e non si possono ripetere le stesse dinamiche accadute nel ’97 o nel ’78. San Benedetto e Santa Maria erano state oggetto di interventi importanti dopo il terremoto del ’97, ma erano state appesantite. Ci sono nuove tecniche costruttive di cui bisogna tenere conto per evitare gli stessi errori. Io avevo detto, come riflessione, che bisognava tenere insieme ciò che era rimasto con il nuovo da fare. Mi sono preso un sacco di accidenti per questo su Facebook. Ma come vedete sono ancora in buona salute. Ma intanto rimettiamola in piedi”, conclude con un tocco di humour Mons. Renato Boccardo.
Al termine dell’incontro il consueto brindisi con tutti i giornalisti presenti.
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Foto Tuttoggi.info (Carlo Vantaggioli)