Ternifestival, al teatro "Secci" di Terni la prima nazionale di "Carne", spettacolo del "Teatro stabile dell'Umbria" - Tuttoggi.info

Ternifestival, al teatro “Secci” di Terni la prima nazionale di “Carne”, spettacolo del “Teatro stabile dell'Umbria”

Redazione

Ternifestival, al teatro “Secci” di Terni la prima nazionale di “Carne”, spettacolo del “Teatro stabile dell'Umbria”

Mer, 19/09/2012 - 12:21

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Domenica 23 settembre, alle 21.30, al Teatro Secci, nell’ambito del Festival Internazionale della Creazione Contemporanea di Terni Up To You debutta in prima nazionale Carne, spettacolo prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria insieme al gruppo di ricerca teatrale La società dello spettacolo, interpretato da Marianna Masciolini, Michelangelo Bellani, Marco Rufinelli, Luciana Angeletti, Giulia Battisti, Caroline Baglioni.
Il testo di Michelangelo Bellani è ispirato alle opere di Maurice Merleau-Ponty, filosofo francese considerato il più originale erede della Fenomenologia di Husserl. La sfida è quella di mettere in scena le “parole” della filosofia attraverso una sequenza di quadri poetici, evocazioni fortemente “carnali” dei gesti dei performer curati dalla regia di c.l. Grugher, allievo del teatro laboratorio di J.Grotowsky, e suggestioni dell’arte contemporanea, la scenografia è infatti un’istallazione scultorea di Marianna Masciolini, che da qualche anno ha intrecciato alla carriera di attrice a quella di artista.
Carne è il terzo elemento di una trilogia dedicata alla ricerca filosofica contemporanea di cui fa parte La società dello spettacolo da Guy Debord, (omonimo saggio da cui prende nome la compagnia umbra) e Il delitto perfetto da Jean Baudrillard.
La trilogia è strutturata seguendo un’ideale “misura” dello sguardo sul mondo, in relazione all’immagine e l’apparenza. “L’immagine e l’apparenza del mondo è problema antico, basti pensare al mito delle ombre della caverna di Platone – spiegano c.l.Grugher, Marianna Masciolini e Michelangelo Bellani, fondatori de La società dello spettacolo – Sennonché per l’uomo contemporaneo è diventato difficilissimo decifrare il mondo nella infinita pulsione dei segni e delle manifestazioni dell’apparire: la falsificazione delle condizioni di vita, l’omologazione una libertà consumistica, la dittatura di una ‘ragione’ economica. “Mettere in scena le parole della filosofia può sembrare qualcosa di iperbolico, ma in realtà tra le parole della filosofia e le parole del teatro corre una sottile vocazione comune. In entrambi i casi, cioè, si tratta di parole nate per essere “dette” in pubblico. In altre società questo legame tra filosofia e teatro è piuttosto evidente. Nel teatro greco in maniera assoluta, ma anche nel teatro shakespeariano ad esempio. Certo, per mettere in scena tesi filosofiche c’è bisogno di un qualche espediente drammaturgico (nel caso dei precedenti lavori venivano evocate storie dalle tinte noir). Qui il compito è tutto sommato più agevole dato che come il teatro, la carne è della stessa “stoffa” di cui è fatta l’esistenza. Carne, è l’elemento più propriamente rivelativo del nostro orizzonte poetico teatrale. La “carne” è presenza dunque esistenza, autenticità. La “carne” non è semplicemente il corpo. Il corpo può essere offeso, umiliato, segretamente vissuto come colpa, anoressizzato, abulimizzato, obesizzato, torturato, idolatrato, violentato; non la carne, che è appunto presenza, sintesi armonica di corpo e idea, evidenza e oscurità, verità e mistero. Nella carne del mondo c’è tutto. Il respiro di ciò che appare e di tutto ciò che non si vede.”
È la prima collaborazione diretta fra il Teatro Stabile dell’Umbria e La società dello spettacolo, che fra l’altro, per l’allestimento di Carne è stata scelta in residenza da due prestigiose istituzioni teatrali del Belgio: il Monty di Anversa e lo Stuk di Leuven. “Il riconoscimento avuto – aggiungono i tre fondatori – ci rende particolarmente orgogliosi. Per un gruppo indipendente come La società dello spettacolo ricevere il sostegno di un’istituzione importante come il Teatro Stabile dell’Umbria significa avere la possibilità di maturare un percorso artistico.”.

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