Lu. Bi.
Aggiornamento re 14.00 – Dal coordinatore regionale del Pdl, Luciano Rossi, è arrivato il provvedimento che era nell'aria nei confronti di Michele Rossi, ormai ex coordinatore comunale del Pdl. Il politico ternano è stato destituito dal suo incarico, che sarà assunto dal professore Dario Guardalben; come vice coordinatore il Pdl si è affidato a Marco Lecconi.
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Dopo il terremoto politico che ha visto coinvolto (l'ex?) coordinatore comunale del Pdl, Michele Rossi, per il pesce d'aprile su Villa Palma, arriva anche la difesa del politico ternano, che rivendica una “militanza onesta e sempre in prima linea per il suo partito”. Michele Rossi respinge le accuse al mittente, anzi; incalza e accusa i vertici del Pdl ternano e umbro di immobilismo e poca partecipazione alla causa pidiellina: “ad annientare e ridicolizzare il partito – scrive Rossi – è bensì il comodo immobilismo e silenzio di qualcuno”. Nel comunicato stampa diffuso da Rossi è evidente il riferimento a un complotto, una faida interna al partito che, in vista del congresso comunale, che secondo Rossi interesserebbe “pochi avidi protagonisti”, avrebbe cercato di farlo fuori dai vertici del Popolo delle Libertà. Il politico nel suo comunicato ha rinunciato a qualsiasi tipo di scuse o 'mea culpa', anzi ha cercato di sminuire la vicenda facendo leva sui “tanti” attestati di stima ricevuti in queste ore; una stima che sicuramente non gli hanno riconosciuto i vertici provinciali e regionali del Pdl che nei giorni scorsi avevano utilizzato toni piuttosto accesi per definire lo scherzo di Rossi (clicca qui).
Il comunicato – In questi due giorni ho ricevuto continui attestati di solidarietà di decine e decine di semplici iscritti al mio Partito. Mai e poi mai avrei pensato che un banale scherzo, di cui ribadisco non esserne l’autore, la paternità rimane dell’associazione Terni Città Futura, potesse diventare oggetto di battaglia politica interna al mio partito in vista di un prossimo congresso comunale che appassiona esclusivamente pochi avidi protagonisti.
Credo che in un partito ci si debba misurare su argomenti sicuramente più seri, sulla sua organizzazione e sulle tematiche e problematiche cittadine da dover affrontare. Non mi sento di aver mai ridicolizzato nessun partito, in cui con convinzione ho aderito, prima Forza Italia ora Popolo della Libertà; piuttosto ad annientarlo e ridicolizzarlo è stato bensì il comodo immobilismo e silenzio di qualcuno; ho lavorato e servito il partito nell’esclusivo interesse generale e mai personale. Permane ora l’amarezza che un’iniziativa sia stata pretestuosamente usata per un altro scopo, credo che questo sia ormai chiaro a tutti. Rispedisco le offese ricevute al mittente e da uomo di Partito, non usando gli stessi toni pesanti di cui sono stato vittima, per senso di appartenenza e di rispetto, spiegate le mie ragioni, mi rimetto alle decisioni prese dai vertici. A testa alta, con umiltà, dignità e fiero del mio passato d’impegno politico e dei risultati di tante battaglie che ormai appartengono al mio curriculum”.
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