Terni-Research, la presidente Marini in visita allo stabilimento: "Greeneconomy e fonti rinnovabili fondamentali" - Tuttoggi.info

Terni-Research, la presidente Marini in visita allo stabilimento: “Greeneconomy e fonti rinnovabili fondamentali”

Redazione

Terni-Research, la presidente Marini in visita allo stabilimento: “Greeneconomy e fonti rinnovabili fondamentali”

Mer, 01/02/2012 - 17:39

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La presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Catiuscia Marini, accompagnata dal direttore regionale “Programmazione, innovazione e competitività” dell'Umbria, Lucio Caporizzi, ha visitato lo stabilimento del Gruppo T.E.R.N.I. Research a Nera Montoro. La giornata ha visto la partecipazione anche del presidente della Provincia di Terni, Feliciano Polli, e degli assessori provinciali Rosati e Bellini, del sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo e dell’assessore Piermatti, del sindaco di Narni Stefano Bigaroni e dell’assessore De Rebotti, del presidente di Confindustria Umbria, Umbro Bernardini, dei segretari provinciali del settore chimico ed elettrico di Cgil, Cisl e Uil, del direttore dell’Asm Tirinzi e del presidente del consiglio comunale di Terni, Giorgio Finocchio.

La visita ha previsto un percorso interno all’area industriale di 24 ettari, acquisita nel giugno 2010 da T.E.R.N.I. Research dopo la dismissione decisa dalla multinazionale chimica Yara, con particolare attenzione alle attività industriali rifunzionalizzate: dai depuratori delle acque di falda ai poligoni di bonifica, dall’impianto di recupero dei pneumatici fuori uso al cantiere del biodigestore GreenAsm, dalla centrale di videosorveglianza intelligente iGreen Patrol al laboratorio di ricerca e sviluppo TIC.

Il presidente del Gruppo T.E.R.N.I. Research, Stefano Neri, ha sottolineato il valore dell’innovazione introdotta dalla holding operante in settori ad alto contenuto tecnologico, come energia rinnovabile, trattamento ambientale, recupero di materia ed energia, Ict, automazione industriale.

“In un territorio in cui non c'è tradizione di imprese a partecipazione diffusa – ha spiegato – abbiamo affermato un modello industriale di media azienda che riteniamo la formula migliore per prendere il testimone della grande tradizione industriale, rispondere alla crisi, confrontarsi col mondo del credito. In pochi anni le due società quotate, TerniEnergia e TerniGreen, hanno conseguito risultati esaltanti. TerniEnergia, con un azionariato composto da oltre 2.000 investitori, è il quarto operatore nel settore cleantech in area Emea (Europa, Africa, Medio Oriente), 49esima società per crescita di fatturato negli ultimi 5 anni (fonte Deloitte), primo System integrator italiano nel mercato del fotovoltaico, nono europeo, 12esimo al mondo (fonte IMS Research). TerniGreen si è quotata sul mercato AIM Italia, gestito da Borsa Italiana, nella fase più difficile della crisi, riuscendo a raccogliere l’attenzione di decine di investitori privati e istituzionali che credono nella bontà del progetto di dare vita a un “Polo italiano dell’industria verde”. Vediamo nell’abbraccio tra capitale di rischio e lavoro la chiave di volta per innovare modelli produttivi e industriali troppo legati a settori maturi, introducendo elementi di novità anche nella prassi di gestione aziendale, con spiccata trasparenza nella governance e positive ricadute in termini ambientali”.

Il presidente Neri ha anche auspicato una evoluzione delle politiche pubbliche in direzione del sostegno all’aggregazione tra diversi soggetti industriali, per favorire la crescita dimensionale delle imprese e la crescita.

“Troppo spesso in passato si sono disperse risorse e incentivi in direzione di settori e iniziative senza prospettive di sviluppo. Riteniamo che sia necessario superare questa impostazione, facendo una scelta decisa in direzione di quei settori ambientali che richiedono dimensioni industriali, innovazione e qualità e dimensione dell'impresa per contribuire a recepire investimenti e convogliando le risorse disponibili sul mercato in un settore decisivo. Occorre, poi, rimuovere la presunzione che laddove c'è iniziativa industriale c'è danno ambientale”.

Neri ha concluso il suo intervento parlando della crisi della LyondellBasell e della possibilità che il Gruppo intervenga nell’area contribuendo al rilancio produttivo del polo chimico ternano.

“Confermiamo l’interesse a partecipare a un piano ambizioso di re-industrializzazione del sito ex Montedison – ha detto -, contribuendo con la possibilità di replicare le attività già sperimentate dalla società sul versante energetico e su quello ambientale. In sintonia con ASM Terni, vediamo la possibilità di realizzare un avanzato progetto di Smart Grid industriale in pochi mesi. Una sinergia tra TerniEnergia e la stessa ASM, titolare di un progetto all’avanguardia a livello nazionale, consentirebbe di dare vita al terzo gruppo italiano nelle utility energetiche di media dimensione, aprendo nuove opportunità di dialogo con gli investitori e aprendo scenari industriali di grande interesse. Vediamo, ad esempio, la possibilità di mantenimento della gestione della rete interna allo stabilimento e la realizzazione di centrali di micro generazione a ciclo combinato che possano fornire vapore ed energia per il sito. Accanto a questo TerniGreen potrebbe intervenire con un progetto nel settore della Depurazione rivolta ai reflui industriali e ai percolati. Sono, inoltre, possibili altre verticalizzazioni delle attività sin qui svolte dal Gruppo e realizzabili nel sito. Quello che serve, però, è una visione di insieme, con un virtuoso rapporto business to business tra le imprese coinvolte nell’area industriale, che consenta di creare uno sviluppo dato, non già dalla semplice somma aritmetica delle attività, ma da un moltiplicatore rappresentato dalle sinergie tra i vari attori del progetto. E’ di tutta evidenza, però, che una prospettiva di questo tipo necessita di una veloce risoluzione delle trattative e dei tavoli di crisi, entro il prossimo mese di marzo”.

La presidente della Giunta regionale dell’Umbria, Catiuscia Marini, ha spiegato le ragioni della sua visita allo stabilimento di Nera Montoro, evidenziando il ruolo primario che la green economy ricopre nei programmi strategici sullo sviluppo e la programmazione di politiche pubbliche di nuova generazione.

“Troppo spesso, quando insistiamo questi temi – ha affermato -, c’è chi ritiene che si tratti di una moda, di refrain politicamente corretti utilizzati dagli amministratori e dai politici. Ma per la Regione Umbria l’industria verde è un ambito strategico, sul quale costruire lo sviluppo. La nostra idea è quella di intervenire non solo sulla soft economy, ma anche sull’industria pesante, quella capace di generare lavoro, ricerca, innovazione, sviluppo e attrazione di capitali. In questo senso è importante avere interlocuzione con un governo nazionale ha la testa anche su Bruxelles e non solo su Roma. Siamo venuti a vedere, a toccare con mano quello che il Gruppo T.E.R.N.I. Research è riuscito a costruire a Nera Montoro, per valutare un modello da tenere in considerazione. Siamo convinti che puntando su green economy e media impresa, l'Umbria possa tornare ad essere dinamica. La nuova programmazione comunitaria, ad esempio, punterà sulle filiere strategiche dell’ambiente, della eco sostenibilità, dell’innovazione e della ricerca, dove si concentrerà oltre l'80% dei fondi strutturali. Come Regione puntiamo a utilizzare le risorse residue della vecchia programmazione in questa direzione e, contemporaneamente, aprire nuova fase sulla programmazione di nuova generazione, strategica, innovativa, che renda l’Umbria competitiva”.

La presidente Marini ha, quindi, proseguito focalizzando il suo intervento sui temi dell’energia e dei servizi pubblici locali, evidenziando come alcune scelte determinanti sulle quali il sistema pubblico aveva temporeggiato, impongano ora una accelerazione.

“I temi delle dimensioni, delle economie di scala, della solidità patrimoniale e finanziaria, non si pongono solo per il mondo dell’impresa privata – ha chiarito – ma richiedono processi di evoluzione anche per le pubblic utilities, per le ex municipalizzate, perlomeno in alcuni ambiti come gestione del ciclo dei rifiuti e produzione e distribuzione di energia. Terrei fuori l’acqua da discorsi di questo tipo, considerandola un bene pubblico sul quale è praticamente impossibile applicare la logica d’impresa. Per i rifiuti, ad esempio, con un piano regionale che indica la programmazione di massima, si può lavorare in maniera intensiva nelle parti intermedie della filiera, a valle della raccolta e a monte della chiusura del ciclo, promuovendo la filiera del riciclo e riutilizzo. Ho potuto constatare a Nera Montoro, come un grande problema ambientale come quello degli pneumatici fuori uso, sia stato trasformato in opportunità industriale. E ancora, abbiamo verificato come con il biodigestore GreenAsm, si sia intervenuti in maniera innovativa, creando l’opportunità di ridurre la quantità di rifiuti prima della chiusura del ciclo, recuperando energia e materia prima secondaria sotto forma di compost. Questo impianto, a servizio dell’ATI4 è il primo in Umbria. Non ce ne sono di analoghi, ad esempio, negli altri Ambiti territoriali integrati della regione”.

La presidente della Regione ha chiesto al mondo imprenditoriale privato di farsi carico di produrre e proporre soluzioni innovative e sostenibili in questa direzione, valorizzando anche il legame con il territorio.

“E’ interesse della comunità istituzionale locale, che il business economico e occupazionale non nasca solo da soggetti esogeni – ha detto -. Sul versante dell’energia, dobbiamo sforzarci che la bolletta per gli energivori sia meno cara, stringendo un binomio con la green economy sul versante della produzione da fonti rinnovabili. Un contributo di collaborazione può venire da politiche incentivanti regionali. Vogliamo eliminare ogni difficoltà sulle regole dei procedimenti, anche in relazione con soggetti tecnici che partecipano alle procedure. Raccolgo in questo senso l’auspicio del presidente Neri, confermando l'attenzione che i vertici delle amministrazioni politiche hanno su questi aspetti”.

Anche la presidente Marini ha concluso il suo intervento evidenziando le scelte di carattere istituzionale che sono state compiute per risolvere la crisi del Polo chimico.

“Abbiamo stretto un legame forte, tra enti locali e organizzazioni sindacali, tenendo sempre la barra ferma in direzione di un comune obiettivo: far sì che la soluzione della crisi, ingenerata dalla chiusura decisa da LyondellBasell con pesanti ricadute occupazionali, rappresentasse l’opportunità di innovare e ristrutturare i contenuti produttivi di quel sito, in direzione di produzioni più innovative e di prospettiva. Abbiamo fiducia che vi possa essere a breve una soluzione. Ci tengo a precisare che il ruolo della Regione non è quello di partecipare a trattative tra imprese, né di essere soggetto deputato all’acquisizione delle aree. Il ruolo di coordinamento che abbiamo assunto è volto a favorire le condizioni affinché i soggetti più attivi del territorio possano collaborare e unirsi per nuova fase industriale di quest'area. Si tratta ora di capire, ad esempio, da Novamont quali investimenti su ricerca e innovazione potranno essere attivati nel Polo chimico, oltre alla parte produttiva. Oggi, anche la proposta che viene da T.E.R.N.I. Research, è un altro tassello da aggiungere ad un mosaico che ci dà una visione d'insieme di nuova industrializzazione. La gestione delle utilities, ad esempio, può rappresentare un vantaggio competitivo anche per le altre aziende del polo chimico, così come possono andare a soluzione importanti tematiche come quelle della riqualificazione ambientale e delle bonifiche per mantenere le attuali attività industriali. Questo è l'aiuto che possiamo mettere nelle relazioni col governo nazionale, per contribuire a dare una risposta strategica per aumentare la competitività dell’area ternano-narnese e della regione”.

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