Secondo quanto emerge dal rapporto l’economia ternana ha mostrato segnali di rallentamento in quasi tutti gli ambiti analizzati
La Prefettura di Terni, in collaborazione con la Banca d’Italia, Nucleo per la ricerca economica della filiale di Perugia, ha redatto il rapporto predisposto dall’Osservatorio provinciale sull’economia. In particolare pesa sull’economia ternana il secondo semestre del 2020, fortemente segnato dall’ondata pandemica di Covid-19.
L’economia rallenta
Secondo quanto emerge dal rapporto l’economia ternana ha mostrato segnali di rallentamento in quasi tutti gli ambiti analizzati: imprese, esportazioni, mercato del lavoro e turismo. Negli ultimi due trimestri del 2020 si assiste a una crescita tendenziale del numero delle imprese attive iscritte nei registri camerali inferiore rispetto a quella dell’anno precedente e che coinvolge soprattutto il settore terziario.
Flessione esportazioni e disoccupazione in aumento
Per quanto riguarda il commercio con l’estero, nello stesso periodo si registra una flessione sia delle importazioni che delle esportazioni, confermando la tendenza rilevata nella prima parte dell’anno. Nel corso del 2020 occupati e disoccupati sono diminuiti di seimila unità determinando un consistente spostamento dalle forze di lavoro alla popolazione inattiva. La minore partecipazione al mercato del lavoro interessa in prevalenza le donne e si concentra nei servizi del commercio e della ristorazione. Diminuiscono gli avviamenti al lavoro anche se nella seconda parte dell’anno mostrano segnali di ripresa.
Aumento della cassa integrazione
Nel secondo semestre 2020 aumentano i trattamenti di cassa integrazione guadagni nelle due forme di prestazione, ordinaria e in deroga, previste per la gestione delle crisi aziendali dovute alla pandemia da Covid-19. Tali interventi si sommano a quelli realizzati nel primo semestre portando a 7,2 milioni le ore autorizzate nel complesso dell’anno (contro 1,6 del 2019). A dicembre 2020 i finanziamenti erogati dal sistema del credito segnano una ripresa che interessa soprattutto i prestiti erogati alle imprese mentre il credito alle famiglie continua rimanere debole. Il tasso di deterioramento del credito è in aumento. Indicazioni negative provengono dal settore turistico, che nel secondo semestre del 2020 è caratterizzato da una netta flessione degli arrivi e delle presenze, soprattutto dei clienti stranieri.
Occupazione e lavoro
Secondo la rilevazione Istat sulle forze di lavoro, nel 2020 il numero di occupati residenti nella provincia di Terni è pari a 83 mila unità e segna un decremento del 3,3 per cento rispetto al 2019. Il numero di persone in cerca di occupazione ammonta a 7 mila unità e diminuisce del 32,5 per cento rispetto al 2019. Tali andamenti comportano una riduzione complessiva della partecipazione al mercato del lavoro (-6,3 per cento delle forze di lavoro) e una crescita degli inattivi (+5,5 per cento). La contrazione delle forze di lavoro, con il passaggio dalla condizione di occupati o di persone in cerca di occupazione a quella di inattivi, coinvolge maggiormente la popolazione femminile.
Le donne più penalizzate
Nel 2020 il tasso di occupazione della popolazione in età da lavoro (tra 15 e 64 anni) è pari al 59,3 per cento (-1,8 punti percentuali rispetto al 2019); Il tasso di disoccupazione è pari al 7,5 per cento, contro il 10,4 per cento del 2019. La riduzione è da attribuire alla componente femminile per la quale aumenta, dal 37,1 per cento al 42,9 per cento, il tasso di inattività.
Reddito di cittadinanza
Nel corso del 2020, nella provincia di Terni, i nuclei percettori sono 4.823 costituiti da 9.762 componenti (pari a 43,7 percettori ogni 1.000 residenti). L’87,5 per cento dei nuclei, composti dal 93,1 per cento dei percettori, usufruisce del Reddito di Cittadinanza; il restante 12,5 per cento dei nuclei e 6,9 per cento dei componenti percepisce la pensione di cittadinanza (Tavola 2.8). Gli importi medi delle due misure sono pari, rispettivamente, a 532,11 euro e 243,80 euro.
Chi percepisco il reddito di cittadinanza
Quasi la metà dei nuclei familiari che percepiscono il Reddito o la Pensione di Cittadinanza è composto da un componente e uno su cinque da due componenti. I nuclei con 5 o più componenti rappresentano il 6,1 per cento del totale. Il 33,3 per cento dei nuclei ha un minore tra i suoi componenti. I nuclei con disabili sono, invece, pari al 19,5 per cento del totale. L’importo medio passa da un minimo di 425,28 euro per i nuclei monocomponenti, ad un massimo di 597,05 euro, per i nuclei con cinque o più componenti. I nuclei con minori percepiscono in media 587,19 euro mentre quelli con disabili – un quarto dei quali riceve la Pensione di Cittadinanza – 458,45 euro.