“La bocciatura del piano di riequilibrio finanziario pluriennale, che a parere del collegio rappresentava l’unica ed ultima possibilità per evitare il dissesto, ha determinato la situazione attuale che a questo punto risulta essere irreversibile”
– questo in sintesi il contenuto della relazione dei Revisori dei Conti allegata alla delibera di giunta attraverso la quale il governo di Palazzo Spada ha preso atto del dissesto (e che verrà votata il prossimo 15 febbraio).
La nota dei funzionari contabili pone l’accento sul rendiconto della gestione dell’esercizio 2015: “La situazione del dissesto – scrivono i revisori – non è origine della gestione di questi ultimi anni, ma trae origini ben più remote, anche se da un punto di vista ‘numerico’ le problematiche si sono in particolar modo evidenziate con l’approvazione del rendiconto della gestione dell’esercizio 2015, dal quale è emerso un disavanzo di amministrazione» di oltre 56 milioni di euro”.
Nonostante venga sottolineato che il disavanzo abbia origini remote, l’attuale amministrazione non è assolta da responsabilità, visto che viene ribadito che: “vi è sicuramente da segnalare anche il non adeguato controllo interno e monitoraggio delle spese correnti, nonché croniche difficoltà nelle riscossioni. Ciò ha creato una situazione tale che ha portato all’utilizzo persistente di anticipazione di cassa”.
“Le cause che hanno determinato l’attuale situazione di dissesto sono molteplici – si legge ancora nel documento – e l’insieme delle stesse ha poi portato all’attuale situazione. Il ripetuto disavanzo dell’equilibrio di parte corrente è stato di volta in volta affrontato con il mantenimento dei residui attivi che si sarebbero dovuti eliminare; i tempi lunghi di pagamento dei vari creditori, hanno permesso sicuramente di rimandare più avanti possibile le problematiche, ma allo stesso tempo di ingigantirle. Il formarsi di debiti fuori bilancio di una certa entità ha contribuito a far precipitare una situazione che non era mai stata semplice e che andava sempre peggiorando”.
La relazione dei contabili acuisce ancora di più la già preoccupante crisi politica ternana che sembra attraversare una fase interlocutoria dove il “Patto del Nazareno” potrebbe esercitare un ruolo decisivo.