Una voragine nelle casse del Comune di Terni, ben 9 milioni di euro da coprire in 3 anni che, conti alla mano, significa 3 milioni di euro l’anno. Trovare le risorse per tamponare l’emorragia diventa complicato e impopolare, visto che si dovrà ancora mettere mano nelle tasche dei cittadini, con nuovi aumenti di imposte e tariffe e una ‘stretta’ sui servizi.
Quanto emerso dalle comunicazioni dei Revisori dei Conti è un dato abbastanza allarmante che ha scatenato le reazioni politiche di minoranza. Il capogruppo di Forza italia Francesco Maria Ferranti, che giovedì prossimo presenterà in consiglio un atto di indirizzo firmato anche dai consiglieri Brizi e Fatale.
“L assessore D’Ubaldi – sottolinea Ferranti – chiama queste misure chiusura di agevolazioni, ma si tratta di aumenti sull’ abitazione di residenza dei cittadini di circa il 20% per quanto concerne Imu e Tasi . La giunta in delibera si cela dietro la scusante che tale aumento partirà dal 2017 e non nell’immediato, questo solo perché la legge finanziaria nazionale non lo consente”.
Il gruppo consiliare di FI individua fonti alle quali si potrebbero attingere eventuali fondi da indirizzare alla copertura del passivo, come riequilibrare le coperture della regione sul trasporto pubblico, tagliare i fondi con i quali si finanziano attività di centri sociali al servizio degli immigrati, rinegoziare il contratto con il Caos che non produce abbastanza utili, insomma “tutto – dicono Ferranti, Fatale e Brizi in una nota – tranne colpire i cittadini con un’ulteriore tassazione sulla prima casa”.
“Vogliamo impegnare la giunta con un atto – dicono ancora i forzisti – per razionalizzare le spese, gli sprechi, il personale di consulenza degli assessori, stop a contributi per a centri sociali oppure organizzazioni che operano intorno alle gestione degli immigrati, revisione dei fondi stanziati per attività improduttive come quelle del Caos. Non è possibile ripianare debiti e sprechi con nuove tasse – concludono i consiglieri di Forza Italia – se il Pd non voterà questo atto in consiglio chiederemo che vadano a casa e mettano fine all’attuale scempio”.
Sul piede di guerra anche Enrico Melasecche che ha la pronta ‘la lista della spesa’ sulla quale occorre intervenire per far quadrare i conti: “Per mala gestione e gravi colpi della politica si sono create una serie di macine al collo della città come il debito di 2 milioni di euro dell’Istituto Briccialdi, minor utile della Società Terni Reti, liquidazione delle società della galassia Atc, la gestione del parcheggio di Corso del Popolo e l’incapacità del Comune di riscuotere i crediti. I problemi fin qui emersi – continua Melasecche – sono molti ma le nubi che ormai sono sopra il cielo della conca prospettano una situazione ancor peggiore perché alcuni fatti politico/economici aumentano le responsabilità di chi ha amministrato in questi anni ”.
All’attacco anche Cecconi di FdI che commenta così: “Questi numeri sono l’anticamera del crack. Di fronte ad una simile gravissima situazione, non sono più ammessi i giochi di prestigio: alienazioni irrealistiche, entrate fittiziamente gonfiate, incassi straordinari da contenziosi con la Telecom che non arriveranno mai. Di fronte ad una simile gravissima situazione – sostiene Cecconi – non si provi a darne la colpa ai nuovi obblighi di legge: per non farsi trovare in mutande, sarebbe bastato stilare bilanci onesti da dieci-quindici anni a questa parte e invece è stato fatto esattamente il contrario.
Di fronte ad una simile situazione che rischia di caricarsi rovinosamente sulle spalle di tutti i ternani – conclude Cecconi – occorre finalmente un’assunzione di responsabilità”.
