Otto anni di reclusione, per l’accusa di tentato omicidio, conferma degli arresti domiciliari, più 20mila euro di provvisionale; è questa la sentenza emessa nella tardo pomeriggio di oggi dal Tribunale di Terni, in composizione collegiale (i giudici erano Massimo Zanetti, Federico Bona Galvagno e Barbara Di Giovannantonio), nei confronti di I.C., cittadino albanese che nel luglio 2014 prese parte a un agguato nei confronti di un connazionale in Via Castello, in pieno centro città.
Accolte le richieste del pm Camilla Coraggio, che ha individuato il cittadino albanese quale ‘mandante morale e materiale’ della sparatoria che sarebbe stata eseguita da due complici, fratelli di nazionalità albanese, F.R. e B.R., rispettivamente classe 1988 e 1990, subito arrestati da Polizia e Carabinieri.
Il cittadino albanese, in seguito a un regolamento di conti tra clan, nella notte tra il 6 e il 7 luglio del 2014, secondo l’accusa aveva preso parte a un agguato nei confronti di un connazionale, N.A., in Via Castello. Secondo la ricostruzione dei fatti di quella notte, I.C. avrebbe portato e consegnato ai due complici, nascosti all’interno di un palazzo, in attesa della vittima, un fucile da caccia dal quale sarebbero poi partiti i proiettili che avrebbero causato il grave ferimento dell’uomo. La vittima era riuscita a salvarsi grazie all’allarme dato da alcuni passanti e residenti che avevano sentito gli spari, riuscendo a sopravvivere solo grazie al rapido intervento dei sanitari del 118 di Terni.
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