Cambia lo Statuto del Comune di Amelia. Il testo è stato approvato dalla maggioranza di centrodestra con le opposizioni (Vivere Amelia e Movimento 5 Stelle) che per protesta hanno lasciato l’aula.
“È un fatto gravissimo – commenta Claudia Dionisi – Lo Statuto comunale è il testo fondamentale in cui la comunità si riconosce, e stabilisce i principi che ispirano e le regole che orientano l’attività dell’ente”, a cui fa eco il Movimento 5 Stelle: “Questo è un fatto gravissimo perché si parla della carta fondamentale che regola la vita del Comune di Amelia”. Il fuoco incrociato dell’opposizione si scaglia contro le modalità con cui lo Statuto è stato approvato.
“La prima commissione ha lavorato alla modifica del testo, discutendo ampiamente per quasi due anni. È stato un lavoro approfondito – spiega Dionisi – condotto nella dialettica tra maggioranza e minoranze, che alla fine avevano trovato una sintesi, con i dovuti distinguo di carattere politico, nella versione licenziata dalla seduta della commissione di luglio 2017. Il testo veniva così affidato alla segretaria comunale per la revisione della parte più tecnica del testo, affinché venissero eliminati gli istituti che trovano già ampia disciplina nel testo unico degli enti locali. Si rinviava quindi ad un’ultima seduta di commissione che avrebbe così licenziato il testo definitivo da inviare alle assemblee coi cittadini e quindi in consiglio comunale per il voto definitivo”.
“La giunta ha però deciso di cassarne le parti più caratterizzanti dal punto di vista politico e non solo – accusa il Movimento – sconfessando e delegittimando prima di tutto i suoi stessi commissari, stracciando con una semplice mail il lavoro svolto. Così, dopo aver tenuto lo Statuto in naftalina per 10 mesi, si decide di convocare in fretta e furia il consiglio comunale a meno di quindici giorni dall’ultimo, per approvarlo, calpestando il lavoro di un anno della Commissione”.
Un problema di forma, ma anche di sostanza. Perché il testo votato in consiglio non tiene in considerazione alcuni punti “importanti”. “Avevamo elaborato un articolo relativo alla valorizzazione e integrazione linguistica, culturale ed etnica – dice Dionisi – ma anche il punto sull’istituzione del consiglio comunale aperto o quello relativo al referendum comunale”. Per il quale, in particolare, la discussione si è incentrata sui criteri per individuare il quorum necessario per la validità e sul numero di firme necessarie per presentare i quesiti (Vivere Amelia indicava la soglia del 6%, il testo approvato la fissa all’8%). “Sono venute meno – ribadisce Dionisi – alcune modifiche che erano state concordate. Ma allora, mi chiedo: a cosa serve la commissione? Di tutto il lavoro svolto, oggi resta solo qualche scampolo qua e là. Così non c’è più dialettica”.
“Un atto di forza – rincarano i 5 stelle – che non tiene conto né del merito, né soprattutto del metodo, che relega il nuovo Statuto in un orizzonte temporale breve come la lungimiranza e speriamo l’esistenza in vita dell’attuale maggioranza”.
“Non ho parole”, ribatte il sindaco di Amelia, Laura Pernazza. “Sul tema dell’integrazione, abbiamo semplicemente eliminato poche parole che ci sembravano ritondanti e che andavano e ribadire un concetto già espresso. Per quanto riguarda il referendum, magari c’era la possibilità di trovare un punto di incontro. Loro proponevano il 6% e noi l’8%: avremmo potuto accordarci al 7%. Ma ci siamo trovati davanti un muro. E abbiamo risposto con la stessa moneta. Sul quorum, la proposta era quella di fissare come soglia la percentuale di votanti alle ultime elezioni. Ma vista la forte percentuale di astensionismo degli ultimi periodi, abbiamo scelto di indicare come soglia il numero di elettori. Non metto in dubbio il lavoro della commissione, ma è necessario sottolineare che quello è soltanto un parere consultivo. Anche io ho fatto tante osservazioni quando ero all’opposizione, ma non sono mai state raccolte. E aggiungo: se questo è il supporto del Pd alla stesura del nuovo Statuto, allora hanno lavorato davvero poco”.
Il nuovo Statuto prevede anche l’introduzione della figura dell’assessore esterno. C’è un rimpasto di giunta all’orizzonte? Si parla del possibile ingresso di Vittorio Sgarbi. C’è addirittura chi evoca il nome di Riccardo Romagnoli…
“L’assessore esterno è un impegno preso in campagna elettorale. E credo che vada nella direzione di garantirsi la possibilità di cogliere un’opportunità. Perché devo precludermi di poter avere in squadra qualcuno che ha delle potenzialità da spendere, una professionalità da mettere al servizio ma che, magari, non se la sente di essere politicamente coinvolto. Così abbiamo uno strumento in più. Il rimpasto di giunta non è all’ordine del giorno, non ne abbiamo parlato. Sgarbi resta commissario, stiamo organizzando un importante evento per l’estate. Credo abbia già molti altri impegni…”.