Spoleto si è fermata per rendere omaggio al suo santo patrono / ft - Tuttoggi.info

Spoleto si è fermata per rendere omaggio al suo santo patrono / ft

Redazione

Spoleto si è fermata per rendere omaggio al suo santo patrono / ft

Presenti alla messa solenne i sindaci dei comuni della diocesi e la presidente della regione Catiuscia Marini
Gio, 15/01/2015 - 08:57

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Tantissimi fedeli hanno riempito la Basilica cattedrale di Spoleto per il solenne pontificale presieduto dall’arcivescovo Renato Boccardo, il 14 gennaio, in onore di S. Ponziano, patrono della città e dell’intera Chiesa diocesana, martirizzato nel 175. «La festa di san Ponziano – ha ricordato il Presule all’inizio dell’omelia – è un dono provvidenziale per tutti gli spoletini, tanto per i credenti quanto per quelli che non hanno la fortuna di credere. I credenti celebrano oggi il sacrificio del Signore, rinnovato nel rito eucaristico, ed elevano preghiere per questa Chiesa locale e per la città di Spoleto, per il suo popolo, per i responsabili della sua vita associata, per quanti con diversa autorità sono al servizio del bene comune. E quelli che credenti in Cristo non sono più o non sono ancora, non per questo rinunciano al privilegio di essere e di sentirsi “ponzianini” e di lasciarsi coinvolgere dalla letizia comune della sua festa».

Al solenne pontificale, concelebrato da numerosi sacerdoti, hanno preso parte anche molte autorità civili e militari: dai Prefetti di Perugia e Terni al presidente della Giunta Regionale dell’Umbria Catiuscia Marini, dal sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli agli altri primi cittadini dei Comuni che ricadono nel territorio della Diocesi. Il servizio all’altare è statu curato dai seminaristi e dal gruppo ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Edoardo Rossi. La liturgia è stata animata nel canto dalla Cappella musicale del Duomo diretta dal maestro Francesco Corrias, con all’organo il maestro Paolo Sebastiani.

S. Ponziano da quasi duemila anni parla in favore della città di Spoleto e della Chiesa particolare di Spoleto-Norcia, implorando protezione e benedizione. «È come se la sua presenza orante di fronte al trono del Dio Altissimo – ha ricordato mons. Boccardo – fosse un continuo ripetere: “Ricordati del popolo di Spoleto!”: san Ponziano appartiene a Spoleto e Spoleto appartiene a san Ponziano».

L’Arcivescovo nell’omelia si è soffermato sulla crisi che sta attanagliando la società, morale prima ancora che economica: una crisi morale dei cittadini, divenuti per larga parte scettici, aridi, senza valori riconosciuti, senza robuste convinzioni in grado di motivare la retta condotta e di fronteggiare con successo le lusinghe della trasgressione. «Ciascuno – ha detto il Presule – si fa una morale a proprio uso e consumo, basata sull’opportunismo e la convenienza. È bene ciò che mi piace e conviene. Ogni desiderio, anche il più assurdo, è reclamato come diritto da regolamentare. I giovani, e non solo loro, non distinguono più i comportamenti immorali da quelli retti. C’è una generale rassegnazione all’assenza di etica nella vita pubblica. Sembra che i cosiddetti “furbi” godano maggior successo e considerazione degli onesti. Scandali, corruzione, prevaricazione sono all’ordine del giorno, e a forza di sentirne parlare, quasi non ce ne meravigliamo più: non sarà che la nostra coscienza si sta addormentando o, peggio, che sia stata come “addomesticata” dal pensiero comune? L’eredita di S. Ponziano – ha proseguito mons. Boccardo – esorta la comunità spoletina, ecclesiale e civile, a recuperare il senso morale dell’esistenza, cioè a riportare ad attualità la distinzione tra il bene e il male; a persuaderci, e persuadere le giovani generazioni, che tale distinzione precede e supera per importanza quella tra ciò che è vantaggioso e ciò che non lo è, tra ciò che piace e ciò che non piace; a convincerci, e convincere le nuove generazioni, che l’affermazione dei propri diritti non è mai separabile dall’adempimento dei propri doveri; a riconoscere fattivamente che non tutto il possibile è lecito e che la libertà di fare il male non c’è per nessuno».

E nella festa del Patrono non poteva mancare un passaggio dell’Arcivescovo sulla carità, sulla prossimità a chi vive situazioni di difficoltà di vario genere, non necessariamente solo economiche. «Saluto con favore a questo proposito – ha detto – una bella e preziosa iniziativa che proprio ieri ha visto la luce: l’impegno comune di Enti, Associazioni, Istituzioni e singoli professionisti, che intendono garantire gratuitamente assistenza sanitaria a quanti non possono affrontare gli oneri di una visita medica privata in caso di necessità. È una tessera luminosa che viene ad aggiungersi al mosaico della solidarietà, così ricco, attivo e diversificato nel nostro territorio. Auspico che altre simili iniziative si possano presto realizzare – quasi direi “per contagio” -, accanto alle lezioni gratuite per i giovani delle scuole superiori, già in atto da tre anni presso il Centro diocesano di pastorale giovanile. A tal fine, assicuro la completa disponibilità della comunità dei credenti, che attraverso la Caritas diocesana vuole rendere visibile la tenerezza di Dio verso ciascuno dei suoi figli».

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