di Giampiero Panfili (*)
Politicamente parlando, possiamo dire che la campagna elettorale per le Amministrative del 2014 è ormai alle porte e, quindi, se non vogliamo perdere l'ennesimo treno per il cambiamento della città di Spoleto, occorre mettersi immediatamente al lavoro. Per questa ragione, e con questo spirito, consegno a tutti voi alcune mie riflessioni sperando che vogliate accettare questo piccolo contributo di entusiasmo e di esperienza per cominciare a lavorare insieme sul futuro politico, amministrativo e sociale, della nostra bella città.
Sulla drammatica condizione con la quale l'attuale Giunta Comunale si accinge a riconsegnare Spoleto al giudizio degli elettori non voglio dilungarmi a lungo. Anni di opposizione hanno ben messo in luce tutte le contraddizioni di una politica amministrativa cieca davanti alle esigenze del territorio, e supina davanti agli equilibri politici e partitici del comprensorio provinciale e regionale. Sistematica perdita di competitività sotto il profilo economico ed occupazionale, con una crisi delle piccole e medie imprese che, seppur determinata da fattori nazionali ed internazionali, non ha trovato certo una sponda favorevole da parte dell'amministrazione comunale che ben poco ha fatto per cercare di arginare il dramma: si poteva incidere, ad esempio, riducendo la pressione fiscale locale o favorendo le piccole attività commerciali con un incremento del settore turistico, oppure attraverso una promozione del territorio e dei nostri prodotti tipici. Nulla di tutto questo che, inoltre, si accompagna ad un declassamento del peso politico della città nell'ambito della amministrazione regionale che, puntualmente, ha preferito investire su comuni limitrofi perpetuando quella spoliazione di centri direzionali che da anni denunciamo. Per non parlare del clamoroso buco di bilancio: nonostante non siano stati fatti investimenti, nonostante non ci siano stati interventi in favore dell'economia locale, nonostante la qualità dei servizi non abbia fatto alcun balzo in avanti – ma anzi facendo registrare una imbarazzante arretratezza sul punto, questa Amministrazione Comunale – in piena continuità con la precedente, è riuscita a creare addirittura un disavanzo di cassa, esponendo l'Ente ad una procedura di commissariamento.
I risultati della gestione del centro sinistra sono sotto gli occhi di tutti! Non serve evidenziare i nodi della politica fallimentare di questo ultimo decennio. Gli spoletini hanno occhi per vedere e cervello per capire, vivono quotidianamente la città ed il territorio e sanno benissimo che il nostro comprensorio merita ben altra gestione.
Del resto, il giudizio negativo sull'attuale classe dirigente, è condiviso anche negli stessi ambienti di centrosinistra nei quali si sta cercando una difficile operazione di rivoluzione interna, tesi a proporsi come forza di rinnovamento e soprattutto di rottura. La compagine renziana spacca il PD chiedendo proprio una inversione di marcia anche per quello che attiene alle politiche territoriali. Elementi di discontinuità verso chi? I renziani locali chiedono a gran forza un momento di rottura e di rinnovamento, una rivoluzione interna per cambiare marcia, ma rispetto a che cosa se non nei confronti della stessa politica che il PD ha condotto fino ad oggi?
In altra parole, a sinistra, è esplosa una contraddizione politica senza precedenti: la nuova generazione boccia l'operato della precedente e si propone come alternativa a quella stessa classe dirigente! Due sono i momenti di questa rivoluzione politica: il primo sta nella bocciatura della precedente nomenclatura nazionale e locale, il secondo sta nel proporsi come nuova realtà. Sul primo punto ci troviamo perfettamente d'accordo, riguardo al fatto che questi possano rappresentare il nuovo che avanza, tenendo in pugno le stesse bandiere dei primi abbiamo, invece, fortissimi dubbi!
Cambiare tutto perché tutto resti uguale, è un vecchio modo di concepire la politica che però vorremmo consegnare definitivamente alle alte pagine della letteratura.
Perché le prossime elezioni amministrative rappresentano indiscutibilmente la migliore opportunità per il cambiamento politico della città di Spoleto?
In primo luogo perché gli effetti fallimentari della politica del centrosinistra non sono stati mai così evidenti come in questa ultima legislatura. Oggi, che anche lo stesso PD sembra prendere le distanze da se stesso, soltanto quel cittadino che vuole deliberatamente girarsi dall'altra parte, può far finta di non accorgersene.
In secondo luogo perché il centro sinistra sta vivendo un dramma politico interno, tanto che lo stesso Brunini ha preferito una lista civica al partito che lo ha sostenuto ed eletto e, la sinistra più radicale, non ha mai considerato le scelte del PD come una proposta politica alla quale aderire o sostenere.
Se il periodo di cambiamento e di riorganizzazione interessa anche il centrodestra, facile obiezione da parte dei nostri avversari, va detto che la situazione locale presenta una opposizione compatta e decisa, noi non dobbiamo chiedere o proporre un cambio di marcia né una rottura nelle scelte amministrative della città perché, per volere degli elettori, siamo rimasti fuori dalle stanze dei bottoni e non accettiamo di essere chiamati in corresponsabilità nelle politiche fallimentari del Comune di Spoleto! Si comprende facilmente come non sia una differenza di poco conto!
Altro elemento da non sottovalutare è senza dubbio il patrimonio di consenso dal quale partiamo. Le elezioni del 2009 ci hanno consegnato al primo turno una percentuale pari al 38%, frutto di una buona campagna elettorale e di una candidatura a Sindaco indubbiamente felice ma, anche, di un lavoro quotidiano di tutti i nostri eletti negli anni precedenti. Un impegno serio e costante che ha prodotto una progressiva crescita di fiducia e di consenso intorno al nostro progetto di città.
Per questa ragione è di primaria importanza giungere quanto prima ad una granitica compattezza di tutte le forze alternative al centrosinistra. Dissapori e distinguo – che comunque possono venirsi a creare durante le vicissitudini di una legislatura amministrativa tanto lunga e difficoltosa, come quella che stiamo per lasciarci alle spalle, devono essere superati per cercare un momento di sintesi che ci permetta di non disperdere questo grande credito di fiducia che siamo stati capaci di costruire. Talvolta si è trattato di piccoli personalismi, altre invece di divergenze di opinione circa la strada migliore per una opposizione più incisiva, altre ancora, diversità di vedute su questioni estranee al mondo della politica, legate principalmente a vicissitudini di carattere economico finanziario che hanno interessato il territorio. Nulla di insuperabile ed anzi, la marginalità di tali divergenze rispetto alla linea politica cittadina, non fa che testimoniare una sostanziale unità di intenti che ha caratterizzato le nostre esperienze amministrative. Conosco personalmente ognuno dei consiglieri di FI – PDL, allo stesso modo quelli della lista Loretoni ed anche coloro che, nel corso della legislatura, hanno preferito aderire ad altri gruppi politici pur rimanendo nell'ambito delle forze di opposizione e, proprio per questo, sono certo dell'impegno, delle capacità e della lungimiranza politica di ognuno di loro. C'è la possibilità di mettere insieme una grande squadra foriera di una storica vittoria e, quindi, ritengo assolutamente imprescindibile accantonare ogni frizione e cominciare a lavorare con tutti quei soggetti, e quelle forze politiche, che avranno voglia ed entusiasmo per impegnarsi in questa sfida.
Comincerei proprio dai nuovi circoli di FI degli amici Giancarlo Tulli e Isabella Giasprini fino a coinvolgere ogni associazione e movimento a noi vicino. Occorrerà dare all'elettorato spoletino da subito la prospettiva della vittoria, ed è per questa ragione che non sarà possibile rimandare gli accordi programmatici ad un eventuale secondo turno. L'esperienza del 1995 ci deve insegnare, infatti, che il frazionamento delle forze di centrodestra finisce con il penalizzarci perché tende a dare l'impressione di una compagine divisa, con il risultato di mettere un freno alla nostra credibilità agli occhi di quell'elettorato ancora indeciso che invece può fare la differenza. Il primo turno non è un momento da sottovalutare o da prendere sottogamba perché, un buon risultato, trasmette entusiasmo e va a scuotere anche le coscienze di quelle persone deluse dalla politica, che decidono di non partecipare alle votazioni. Un lusso che, chi si trova ad inseguire, non può permettersi. Noi abbiamo bisogno del contributo di tutti e per andare a stanare anche l'ultimo degli assenteisti e degli indecisi, dobbiamo fare un grande risultato sin dal primo turno, con la speranza di chiudere immediatamente la partita. Dobbiamo prendere in considerazione anche quella percentuale di voti, magari non grandissima, che però cambia bandiera tra il primo ed il secondo turno perché convinta dall'entusiasmo del cambiamento.
Al bando, quindi, tatticismi elettorali e strategie di partito, vietata la miope astuzia di chi attende il ballottaggio per cercare di strappare un posto in giunta all'ultimo minuto, sperando di essere l'ago della bilancia. L'occasione è storica e chi oggi si sottrae all'alleanza si assume tutta la responsabilità di un eventuale fallimento.
Lavorare immediatamente sul programma rimandando ad un secondo tempo la scelta del candidato sindaco, consapevoli che questo ruolo spetterà a chi sarà in grado di portare un valore aggiunto personale alla coalizione. Talvolta, il candidato sindaco è visto semplicemente come “il posto sicuro da Consigliere”: mentalità di chi ha già perso in partenza!
Per cambiare Spoleto occorre cambiare in primis la nostra stessa mentalità di affrontare la sfida e da adesso, ogni giorno è prezioso. Faccio quindi il mio personale appello ad ognuno di voi per mettersi da subito intorno al tavolo, perché le grandi vittorie di certo non si improvvisano!
Grazie dell'attenzione, buon lavoro a tutti noi!
(*) Consigliere provinciale Pdl