Secondo l’azienda per cui lavora aveva usato impropriamente i permessi della legge 104, andando a caccia invece di assistere la madre invalida, e per questo era stato licenziato. Ma il tribunale di Spoleto (a cui aveva presentato ricorso contro il licenziamento, respingendo al mittente le accuse di un uso improprio dei permessi) lo aveva reintegrato al lavoro, riconoscendo la legittimità del suo operato. La vicenda, però, non si è chiusa qui.
L’azienda in questione, la Italmatch Chemicals, infatti, dopo aver accolto di nuovo al suo posto il lavoratore, ha presentato ricorso (secondo il cosiddetto rito Fornero) contro il reintegro e così il tribunale di Spoleto è stato chiamato nuovamente a pronunciarsi sulla vicenda.
Licenziato per una battuta di caccia, ma non era vero | Giudice lo reintegra
La vicenda era iniziata tra fine 2014 e inizio, quando la Italmatch licenzia l’uomo dopo che questi aveva chiesto alcuni permessi lavorativi ai sensi della legge 104, per assistere la madre invalida. L’azienda, infatti, sospettando che il dipendente utilizzasse i permessi per altri scopi, lo aveva fatto seguire da un investigatore privato, ed alla fine gli aveva contestato tre episodi. Il più grave di questi sarebbe avvenuto il 20 dicembre 2014: il lavoratore, infatti, a detta dell’azienda, avrebbe partecipato quel giorno ad una battuta di caccia. O almeno così avrebbe dedotto l’investigatore, che lo aveva visto con vestiti “da caccia” e con il suo cane. La difesa, rappresentata dagli avvocati Fabrizio Domenico Mastrangeli del foro di Perugia e Marco Parmegiano Palmieri del foro di Spoleto, però, ha evidenziato come quel giorno invece l’uomo stesse portando invece l’animale dal veterinario. Negli altri due casi, invece, il lavoratore veniva ritenuto “colpevole” dall’azienda di essersi recato a fare la spesa e di aver portato il padre (85enne) in ospedale per una visita. Il giudice Marta D’Auria un anno e mezzo fa aveva riconosciuto invece la legittimità dell’operato dello spoletino, disponendo il suo reintegro al lavoro e l’annullamento del licenziamento.
A ribadire la correttezza dell’operato dell’uomo nei giorni scorsi è stato anche il giudice dell’opposizione Luca Marzullo, a cui la Italmatch si era rivolta contestando il reintegro. Ma ancora una volta la tesi difensiva ha avuto la ragione.