Un momento di condivisione e di approfondimento sul concetto di barriera architettonica, quale conseguenza di una “barriera culturale” che spesso limita l'inclusione sociale di tutti i cittadini. È stato innanzitutto questo il convegno “L'accessibilità migliora la vita – La cultura del superamento delle barriere architettoniche fisiche e sensoriali per cittadini consapevoli”, in programma questa mattina nella Sala dello Spagna di Palazzo Comunale.
Voluto dal Comune di Spoleto, Cittadinanzattiva, Ordine degli Ingegneri e Associazione Culturale Giovanile Bisse, l'incontro è stato un'occasione non solo per conoscere quante e quali buone pratiche si possono attuare anche nel territorio spoletino, ma anche per spiegare come lo sviluppo di una città, se non prende in considerazione le esigenze di tutti, può aumentare i disagi di chi ha una disabilità, che sia essa temporanea o definitiva.
Un ragionamento che si è sviluppato attraverso gli interventi dell’ing. Gianluca Spoletini (vicepresidente dell'Ordine degli ingegneri di Perugia), dell’architetto Consuelo Agnesi (responsabile del progetto “accessible light” sull'accessibilità per le disabilità sensoriali), della presidente di Cittadinanzattiva Umbria Annarita Cosso e dell'assessore Juri Cerasini (presenti anche l'assessore Battistina Vargiu, il consigliere provinciale Laura Zampa e il consigliere comunale Sergio Grifoni).
Da qui due elementi su tutti: la necessità di avere, nell'ideazione dei progetti, un approccio tecnico che sia in grado di creare un ambiente urbano rispettoso dei diritti di tutti i cittadini (non solo di una parte di essi) e l'importanza oggi del “cittadino attivo” che, anche attraverso i nuovi canali messi a disposizione dai Social Network, può segnalare quasi in tempo reale, alle istituzioni e ai soggetti interessati, la presenza sul territorio di problematiche e criticità.
Un richiamo, in sostanza, al “diritto all'autonomia” per ogni cittadino ribadito anche dall'assessore Cerasini: ”Molto spesso si tende a semplificare il concetto di barriera architettonica, mentre invece è necessario comprendere che parliamo di tutte quelle esperienze che amplificano le condizioni di disagio dei portatori di handicap. Il convegno di oggi ribadisce questa necessità, ponendosi l'obiettivo di vivacizzare un dibattito che stenta ad arrivare all'attenzione di tutti e cercando di diffondere una cultura che sia più sensibile al miglioramento della qualità della vita di ciascun cittadino”.