Troppi bambini e ragazzi, anche a Spoleto, non fanno attività fisica, con il rischio di incorrere in futuro in gravi patologie. È quanto emerso dal convegno “Salute, sport, ben…essere”, promosso dall'associazione culturale “I Cento Comuni” e moderato dal giornalista del Corriere dell'Umbria Massimo Colonna, che si è tenuto all'auditorium della scuola di polizia, gremito per l'occasione, con oltre 450 presenze. Centinaia, in particolare, gli alunni delle scuole elementari, medie e superiori spoletine, che hanno seguito con interesse e coinvolgimento i vari interventi. Particolarmente apprezzato quello della professoressa Caterina Piernera, dell'ufficio scolastico regionale, che ha dato vita ad un divertente sondaggio sugli sport praticati dal pubblico e sulla proporzione tra maschi e femmine. Ne è emerso che un'attività tradizionale come il calcio è praticata soltanto da pochi studenti, anche se ci sono tra questi alcune ragazze. In generale sono vari gli sport seguiti dagli spoletini, con una differenza ormai inesistente tra sport maschili e femminili. Quello che però più preoccupa è che tra le centinaia di presenti, diverse decine hanno affermato di non praticare alcuno sport, un fenomeno i cui aspetti negativi sono stati spiegati durante il convegno, cercando di sensibilizzare grandi e piccoli.
Ad aprire i lavori della mattinata, dopo i saluti di Roberto Settimi (consigliere nazionale di Federginnastica e vice presidente de “I Cento Comuni”), dell'assessore comunale Battistina Vargiu, presente insieme a Juri Cerasini, e del generale Domenico Ignozza, presidente del Coni provinciale, anche il direttore del dipartimento di prevenzione dell'Asl 3, il dottor Franco Santocchia, che ha dato alcuni dati significativi emersi dal progetto “Okkio alla salute”. In Italia, infatti, il 23% dei bambini è in sovrappeso ed il 12% obeso, cosa che deriva da un'alimentazione spesso scorretta. È emerso infatti che l'11% dei bambini non fa colazione, mentre il 28% non la fa adeguatamente; addirittura l'82% fa una merenda qualitativamente non corretta, mentre il 23% non mangia frutta o verdura. Infine, solo 1 bambino su 10 ha un livello di attività fisica adeguato alla sua età. È proprio per questo che l'Asl cerca di promuovere iniziative con il “Piedibus”, di fatto simbolica e che vuole creare la cultura dello sport nel bambino.
Durante il convegno – a cui hanno preso parte i consiglieri provinciali Panfili e Zampa, numerosi consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione, alcuni tra i massimi rappresentanti locali delle forze dell'ordine e membri di associazioni sportive locali – si sono susseguiti interventi più tecnici sulle conseguenze negative dell'assenza di sport.
Il del dottor Erio Rosati, presidente della commissione medica della Figc e membro della commissione federale antidoping, nonché medico federale Club Italia, ha parlato, aiutandosi con slide che hanno divertito i presenti, dell'involuzione dell'uomo, che da eretto, dopo millenni di storia, è tornato ad essere piegato su se stesso, seduto davanti ad una scrivania o ad un pc senza più fare movimento. La sindrome ipocinetica però può dar vita a tante patologie: osteoporosi, artrosi, ipotrofia muscolare, frequenza cardiaca elevata con conseguente minor afflusso di sangue nelle parti più periferiche del corpo, respirazione più frequente e meno profonda e sovrappeso. Con un aumento così delle malattie degenerative, cardiovascolari e metaboliche. Proprio sull'importanza di un equilibrio tra alimentazione ed attività fisica per evitare l'insorgere di patologie, in particolar modo legate al cuore ed ai polmoni, ha insistito anche l'intervento successivo, quello del dottor Giorgio Maragoni, direttore della struttura complessa di cardiologia – Utic di Spoleto. Il primario ha ricordato come 35 milioni di italiani siano sedentari e solo 12 milioni (il 20%) praticano sport. Un dato allarmante, che se unito ad un'alimentazione scorretta porta ad un mix dannoso per l'uomo, come ha ribadito successivamente il dottor Claudio Briganti, medico dello sport, responsabile della medicina dello sport dell’Asl di Caserta e membro della commissione medica europea ginnastica.
Briganti ha cercato di coinvolgere l'affollata platea ribadendo l'importanza di un'alimentazione “normale”, composta da 5 pasti. “Anche saltarne uno solo – ha spiegato – provoca conseguenze negative per il fisico e non permette di affrontare al meglio la giornata”. Quanto a cosa mangiare, la dieta mediterranea rimane la migliore, composta da una varietà di alimenti che insieme garantiscono l'apporto indispensabile all'organismo. Inutile, insomma, ricorrere ad integratori, a meno di particolari necessità, perché tutto ciò che occorre è già presene nel cibo.
Ad entrare più nel dettaglio su alimenti e bibite che sono in sostanza degli “specchietti per le allodole” è stato il professor Stefano Rufini, docente della facoltà di medicina dell’Università di Perugia, che ha ipnotizzato grandi e piccoli. Ricordando come chi fuma incorre in tumori ed in una durata della vita più breve e rivelando che ad esempio nelle sigarette non c'è solo il tabacco, ma anche la vaniglia, che serve ancor più a far prendere il vizio del fumo. E a stimolare l'assuefazione sono anche bottiglie di liquori o bibite a basso contenuto di alcool che però stimolano la persona a berne di più. Rufini ha affrontato anche il tema delle bevande zuccherate, degli integratori e del doping, tutti difficilissimi da debellare ma dannosissimi per l'organismo.
I suggerimenti emersi dal convegno sembrano aver colto nel segno, perlomeno stimolando l'attenzione degli studenti, tanto che l'associazione “I Cento Comuni” sta già pensando di poter organizzare in futuro degli incontri nelle classi. Mentre da Coni ed Ufficio scolastico regionale è arrivata addirittura l'idea di proporre nelle scuole un'ora di educazione fisica al giorno.
Insomma, la mattina di riflessione su sport e salute – per la cui riuscita si ringraziano l'istituto per soprintendenti “R. Lanari”, l'Asl 3, la Croce Rossa e l'Istituto Alberghiero – potrebbe avere un seguito con altre importanti iniziative.