Uno strano “traffico” di persone sospette nel Chico Mendez, in via Guerra. Questo il contenuto della segnalazione arrivata da parte di alcuni cittadini agli uomini della Squadra Mobile della Questura di Perugia, che si sono immediatamente attivati per capire cosa stesse accadendo nella zona del parco, solitamente frequentato da famiglie con figli.
Il primo sospetto degli investigatori della Questura era che il “viavai” di cui parlava la segnalazione fosse legato allo spaccio di stupefacenti. Sul posto, per questo, si è portata anche la sezione Antidroga. Così gli agenti della Mobile hanno potuto notare, dopo un’attenta osservazione, che c’era un giovane, con evidenti problemi legati alla tossicodipendenza, che, arrivato al parco Chico Mendez, si allontanava dal luogo in fretta. Fermato, identificato e perquisito, è stato trovato in possesso di una dose di eroina, poi sequestrata. Il ragazzo è stato dunque interrogato dagli agenti, che hanno scoperto dalle sue parole che aveva acquistato la droga da un giovane di origini maghrebine attivo nella zona come pusher.
Gli agenti hanno così deciso di tornare al Chico Mendez il pomeriggio del giorno dopo. Stesse modalità di intervento: appostamento, osservazione, individuazione di un altro tossicodipendente, identificazione, perquisizione, escussione, e conferma che si trattasse dello stesso spacciatore, il quale, a quanto pare, aveva ormai eletto il parco Chico Mendez a presidio fisso per la gestione del suo spaccio.
La “goccia che fa traboccare il vaso” cade il terzo giorno. Stesso schema: entrano nel parco due nuovi acquirenti, stavolta provenienti dal reatino, i quali non solo, come previsto, vengono sorpresi con le dosi appena acquistate, ma riferiscono agli investigatori di aver effettuato decine di altri acquisti proprio nello stesso contesto e sempre dal medesimo pusher. Così gli agenti decidono di intervenire: in pochi secondi, uscendo allo scoperto, hanno fatto irruzione nel parco e sono riusciti a bloccare il giovane spacciatore, identificato per D.L., tunisino di 30 anni, già ben conosciuto alle forze dell’ordine per altri reati. Perquisito sul posto, il pusher è risultato essere in possesso di circa 240 euro in contanti, in banconote da piccolo taglio, ricavato dello spaccio, e di un telefono cellulare usato per essere contattato dagli acquirenti. La perquisizione nella sua casa, inoltre, ha consentito di ritrovare un altro telefono e ben altre 3 SIM utilizzate per lo stesso scopo.
All’esito del blitz e del narcotest delle dosi sequestrate agli acquirenti, gli agenti hanno arrestato il 30enne in flagranza di reato. D’intesa con il PM di turno, è stato condotto nel carcere di Capanne in attesa della convalida dell’arresto.
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