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Socialisti riformisti e Unione Civica, Avanti tutta / Il vicesindaco Arcudi è capolista / 16 donne in squadra

Redazione

Socialisti riformisti e Unione Civica, Avanti tutta / Il vicesindaco Arcudi è capolista / 16 donne in squadra

Gio, 10/04/2014 - 14:35

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Alessia Chiriatti

Numerosa la partecipazione alla Sala della Vaccara stamane per la presentazione del simbolo dei “Socialisti RIformisti – Unione Civica per Perugia”: schierati al tavolo e in prima linea il vicesindaco di Perugia e capolista Nilo Arcudi, Cesare Carini, da qualche mese riconfermato segretario provinciale del Psi, e l'avvocato Maddalena, per Unione Civica, che ha comunque deciso di non candidarsi personalmente alle elezioni del prossimo 25 maggio. “Un lavoro, per un progetto che è cominciato da più di un anno“, dicono all'unisono i creatori della lista facendo riferimento a quanto pensato per “Perugia Europa 2020 – La città che vogliamo”. Tra i presenti, nelle fila prima politiche, poi dei semplici spettatori, anche volti ben noti, e in particolare degli assessori Rometti e Bertini, impegnatisi pure loro nel dialogo per Unione Civica.

Sotto lo stesso simbolo anche quindici associazioni (Avanti, Associazione Berlinguer, Associazione Pertini, Solidarietà e Democrazia, Cristiano Riformisti, Italia Dei Diritti, Cambiamo l'Italia Saitta, FGS, Movimento 139, Cittadini Riformisti, Associazioni Indipendenti, Libera le Idee, Liberale Perugia, Sinistra Moderna e Marco Polo).

Il cambiamento – Parola inflazionata, forse, a vari gradi e su vari livelli: sembra quasi che si voglia necessariamente rinnegare qualcosa di cui si è fatto in fondo parte. Ma lo stesso Arcudi insieme a Maddalena difendono il fortino: “avvertiamo la necessità di ridare a Perugia il suo lustro, proprio a fronte dei giudizi negativi nei confronti della città. In questi 5 anni di amministrazione, con la sinistra si è riusciti ad esprimere il tentativo di invertire la tendenza, e abbiamo fatto molto. Chi non lo nota, ha i prosciutti sugli occhi”. Un lavoro di una giunta illuminata, quello che viene fuori dalle parole di Arcudi, Maddalena e Carini, ma che nel dna dei Socialisti è più vicino al lato economico del programma, al valore dei diritti, alla previdenza, al lavoro: “a Perugia si parla spesso di buche e di manuntenzione stradale. Ecco, noi siamo riusciti a ridurre il debito di 43 milioni, passando da 172 a 129“.

Contro i pentastellati – E nessuno delle persone sedute al tavolo si piega a pensare che il Movimento 5 Stelle possa costituire un'alternativa al governo della città, quasi che dirlo ripeterlo sia un gesto scaramantico o si allontanino così i fantasmi dell'erosione a sinistra del voto degli indecisi. “Non credano di essere i salvatori della patria, specie ora che hanno dimostrato di essersi affannati nella formazione della lista. In questa battaglia aspra, i pentastellati non hanno a cuore il bene del paese. Per non parlare del centrodestra, che ha scelto il suo candidato a 15 giorni dalla chiusura della presentazione delle squadre“.

I candidati – E' una speranza quella riposta nell'Unione Civica, che i Socialisti Riformisti sperano si traduca in vittoria: “il Partito Socialista ha dimostrato un senso di appartenenza alla società”. E sembra non ci sia niente di renziano nella formazione della lista: dei 32 candidati, sono 16 le donne schierate in campo, con una visione che passa attraverso la “rivoluzione generazionale e di genere“.

Il programma – Bisogna tornare a sorridere“, dicono. “Non ci può essere speranza senza soldi in saccoccia, se una famiglia non può passeggiare liberamente per la propria città“. Il programma definitivo, già dibattuto e molto discusso, verrà presentato ufficialmente tra una settimana, ma per ora lo stesso Arcudi crede di poter puntare su cinque capisaldi importanti: l'accoglienza e l'integrazione con la conseguente tolleranza zero, per cui “quell'1% che crede di poter spacciare e delinquere può andare a farlo nelle Marche, o in Toscana o a Roma, perchè qui non è gradito”; il welfare, a favore delle fasce sociali più deboli; i servizi pubblici locali, che “non possono essere privatizzati”; la manutenzione stradale; l'imposizione fiscale, “che deve essere ridotta per favorire una nuova fase di sviluppo”.

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