Cgil Umbria
La Fiom di Terni si prepara allo sciopero generale di venerdì 9 marzo e alla manifestazione di Roma alla quale parteciperanno tante lavoratrici e tanti lavoratori della città e della provincia, che raggiungeranno la capitale con un treno speciale organizzato dal sindacato (raduno ore 6.30, Piazzale della stazione). “Lo sciopero deve riuscire e riuscirà, perché le ragioni alla base della nostra mobilitazione sono giuste e sentite dai lavoratori: scendiamo in piazza per ridare voce e dignità al mondo del lavoro, che è la parte sana e produttiva di questo Paese”, ha spiegato oggi, nel corso del direttivo della Fiom di Terni, Attilio Romanelli, segretario generale della categoria. Romanelli ha poi analizzato la situazione a livello provinciale, sottolineando che, da parte delle associazioni datoriali, va registrato un atteggiamento diverso da quello (modello Marchionne) che si sta diffondendo in altri territori. “Qui non siamo alla rottura – ha detto il segretario – non abbiamo avuto contestazioni per le trattenute o per l'utilizzazione dei permessi. La Fiom è presente a tutti i tavoli di trattativa e riconosciuta per il ruolo importante che svolge. Di questo – ha detto – va tenuto conto”. Al tempo stesso, ci sono però elementi “di forte preoccupazione” per il sindacato. A fronte di una “crisi devastante”, infatti, si registrano risposte da parte di alcune imprese che “non sono accettabili”. Ad esempio, le tute blu della Cgil stigmatizzano le “operazioni di cambiamento di natura sociale che alcune aziende hanno intrapreso”. Trasformazioni che puntano soltanto ad indebolire la condizione dei lavoratori, spesso costringendoli forzosamente ad aderire a nuove forme di contratto (ad esempio di tipo cooperativo). Ma ci sono anche casi di aziende che non ricorrono, pur avendone diritto, alla cassa integrazione ordinaria, per “motivi di immagine”. Una scelta che, naturalmente, penalizza fortemente i lavoratori, che poi si ritrovano con mesi di arretrati nel pagamento degli stipendi. Segnali incoraggianti arrivano invece da viale Brin, dove, dall'incontro di ieri tra azienda e sindacati, sembrano profilarsi scenari “meno preoccupanti rispetto al passato”. A seguito dell'operazione Outoukumpo, infatti, si torna a parlare di ipotesi di crescita produttiva e industriale, con aumento dei turni, anche all'interno del Tubificio. Da registrare anche la disponibilità dell'azienda ad avviare il confronto per il rinnovo dell'integrativo aziendale. E sempre da viale Brin arriva anche la conferma della “strumentalità” e della “lontananza dalla realtà” del dibattito intorno all'articolo 18: “Quando l'Ast ha riscontrato comportamenti scorretti e illegittimi da parte dei lavoratori ha sempre licenziato senza trovare ostacoli – ha osservato Attilio Romanelli – ma quando invece il giudice ha ritenuto che il licenziamento fosse ingiusto, allora ha reintegrato i lavoratori. Così funzionano le cose e così devono continuare a funzionare, anche per questo – ha concluso il segretario della Fiom di Terni – il 9 marzo saremo in piazza a Roma, per difendere la dignità e i diritti di chi lavora.”