Orvieto celebra Signorelli in occasione dei 500 anni dalla morte dell'artista. Iniziativa dell'Opera del Duomo e dell'Unitre
In occasione dei 500 anni dalla morte di Luca Signorelli, Opera del Duomo di Orvieto e Unitre – Università delle Tre Età di Orvieto proporranno, in piena sinergia e condivisione di intenti, tre appuntamenti culturali di spessore rivolti all’intera cittadinanza. Sarà la Dott.ssa Alessandra Cannistrà, curatore del Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto, ad inaugurare la serie con l’incontro “Signorelli e il Rinascimento a Orvieto”, programmato per Lunedì 17 Aprile 2023 (ore 17) presso il Museo Emilio Greco.
Unitre e Opera del Duomo
“Per l’Unitre”, aggiunge il presidente M° Riccardo Cambri, “interagire con le competenze dell’Opera del Duomo di Orvieto rappresenta un grande privilegio e un arricchimento culturale che ricadrà positivamente sui nostri associati. La collaborazione oramai consolidata con l’Istituzione presieduta dall’Ing. Taddei è vitale per lo svolgimento delle nostre attività culturali, grazie alla gentile ospitalità presso il Museo Greco di una parte rilevante della nostra programmazione. Ringrazio la Dott.ssa Cannistrà per averci riservato un argomento signorelliano di così alto respiro”.
“Signorelli e il Rinascimento a Orvieto”
“Il filo rosso che lega la cattedrale orvietana al suo museo passa per alcune opere di particolare significato per le vicende artistiche di questo luogo unico al mondo. Così, in occasione del V anniversario della morte di Luca Signorelli – sottolinea Alessandra Cannistrà – abbiamo la possibilità di seguire al Museo dell’Opera del Duomo alcune interessanti tappe di quel ‘tracciato rinascimentale’ che a Orvieto si sviluppò dal cantiere quattrocentesco del duomo intorno ai grandi artisti presenti nel corso del XV secolo: Gentile da Fabriano, Piermatteo d’Amelia, Antonio da Viterbo, Pinturicchio e, sulle impalcature della Cappella Nova, Beato Angelico e Luca Signorelli. Tra i momenti di maggior interesse: la grande tavola della Maddalena, dipinto di valenza civica oltre che devozionale originariamente collocato anch’esso nella Cappella Nova; la “tegola” del doppio ritratto legata alla storia della fortuna degli affreschi del Finimondo; e la Libreria Albèri, rarissimo esempio di biblioteca privata annessa a una cattedrale”.