Il 9 e il 10 novembre la Chiesa di Perugia celebra Sant’Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, patrono della città e dell’Università degli Studi. E’ un’occasione per richiamare i perugini a riflettere sull’importanza di non sciupare «un patrimonio inestimabile, come quello della nostra città, la cui protezione e custodia è dovere di tutti», sottolinea il cardinale Gualtiero Bassetti nel fare memoria dell’«esempio che ci viene dal nostro Santo patrono, il vescovo Ercolano, che fu uno dei maggiori artefici della difesa di Perugia assediata dai Goti di Totila».
Questa solennità è particolarmente sentita anche come momento per rinsaldare il legame tra la comunità civile e quella ecclesiale, chiamate ad operare insieme per il bene comune, raccogliendo le sfide di una città sempre più multiculturale dove non mancano esempi di dialogo, integrazione e solidarietà.
Le celebrazioni in onore del Santo patrono si terranno nella chiesa a lui intitolata e avranno inizio sabato 9, alle ore 11, con la messa presieduta dal vescovo ausiliare mons. Marco Salvi insieme al rettore di Sant’Ercolano don Francesco Benussi e ai parroci della città. Nel pomeriggio, alle ore 18, si terrà il concerto de “I Madrigalisti di Perugia”.
Domenica 10, alle ore 10.30, il cardinale Bassetti presiederà la celebrazione eucaristica alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni civili e dei membri della storica e benemerita opera laica di carità del “Sodalizio di San Martino” (risalente al secolo XVI), proprietaria della chiesa di Sant’Ercolano (splendido edificio a forma ottagonale del secolo XIV). Nel pomeriggio, alle ore 17, sempre in Sant’Ercolano, si svolgerà l’incontro culturale dal titolo: “Dal Bonfigli al Regnaud. Le trasformazioni di una chiesa”, promosso dall’associazione “Radici di pietra”.
In serata, alle ore 19.15, nella chiesa dell’Università, si terrà la messa per il mondo accademico celebrata da don Riccardo Pascolini, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, che al termine consegnerà a ciascun laureato nell’ultimo anno una lampada con l’effige del Santo patrono, come segno della propria vocazione cristiana ad essere “luce del mondo” nella vita e nella professione.