Sgarbi contro tutti ad Amelia | Insulti al ministro Alfano, poi l'attacco al Caos - Tuttoggi.info

Sgarbi contro tutti ad Amelia | Insulti al ministro Alfano, poi l’attacco al Caos

Luca Biribanti

Sgarbi contro tutti ad Amelia | Insulti al ministro Alfano, poi l’attacco al Caos

Polemica col polo museale, risponde la direttrice Linda Di Pietro "Venga al Terni Festival"
Lun, 12/09/2016 - 17:21

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Quando si parla di “Caos” a Terni la polemica è dietro l’angolo, se poi è Vittorio Sgarbi a sparare a zero sul centro culturale ternano ‘il godimento’ dei detrattori del polo museale è esaltato.

L’occasione è stata la conferenza stampa di ieri, durante la quale Vittorio Sgarbi è stato ufficialmente investito della carica di commissario alle belle arti e ai musei della città di Amelia dal sindaco Laura Pernazza.

“Una mostra organizzata in quel ridicolo museo chiamato Caos, nome uguale alle loro menti, in quella piazza con i bambolotti che girano” – così l’illustre critico ha definito l’esposizione di Pier Matteo D’Amelia organizzata a Terni nel 2010.

Sgarbi deve essere rimasto molto offeso dal fatto che, durante la mostra del Perugino a Perugia, fu proprio lui a lanciare l’idea di una mostra su Pier Matteo D’Amelia, ma, secondo quanto affermato dallo stesso Sgarbi: “L’idea di una mostra sull’artista è stata mia, ma il comitato organizzatore per non essere offuscato dalla mia ombra, mi ha fatto fuori e l’esposizione ha fatto non più di 7mila visitatori. Gli ci sta bene. Ma che c’entra Terni con Pier Matteo D’Amelia?”.

Linda Di Pietro, direttrice del Caos, è intervenuta a difesa dell’allestimento organizzato dal polo museale ternano nel 2010: “Siamo contenti che Vittorio Sgarbi parli del Caos. Quando organizzammo la mostra dedicata a Piermatteo D’Amelia, venne a visitarla. In seguito ricevemmo solo note di merito, tant’è che inserì anche il Caos nella rubrica Il meglio… della rivista Il giornale dell’arte per la categoria L’opera realizzata nell’anno (di arte, architettura e design). Visto che ora frequenterà l’Umbria più spesso, lo invitiamo a tornarci e a venire a trovarci anche al Terni Festival”.

Difficile stabilire cosa pensi davvero Sgarbi, visto che spesso ha abituato il pubblico a qualche ‘sgarbo’ da showman che lo rendono uno dei personaggi più contesi nei dibattiti televisivi, dove il picco di share è garantito.

Certamente l’idea di allestire una mostra sul maestro di Amelia nella sua città è degna della sua competenza in materia, ma ‘l’invettiva giambica’ fa parte del personaggio pubblico, dote che ha mostrato abbondantemente nel corso della conferenza stampa.

Non ha risparmiato proprio nessuno il prof. Sgarbi (VIDEO), da Alfano “Prendi un […] come Alfano. Una specie di frankenstein vivente generato malamente da Berlusconi […]” a vari ministri e governatori. E poi via con i commenti alle più svariate cacciate dai tanti ruoli ricoperti dal Professore:

“Il mio ruolo da sottosegretario ai beni culturali è durato un anno, cacciato da uno che si chiama Urbani (Giuliano Urbani, onorevole umbro, Ministro dei Beni Culturali nel 2002, ndr) – ha spiegato Sgarbi raccontando in modo impeccabilmente affabulatorio il suo curriculum – che si è dissolto nel nulla dopo aver trovato un’attrice piuttosto antica. Lui voleva fare il presidente nella Rai, dove ogni presidente ha pescato una ragazza giovane. Lui ha pescato un’attrice di 75 anni (in riferimento all’attrice e Ida Di Benedetto, poi divenuta sua compagna ndr) ancora piacente e mi ha denunciato perché io avevo reso pubblica questa loro relazione, ma il caso vuole che un paparazzo li ha beccati mentre si baciavano in una piscina di Todi. La foto è uscita su un noto giornale di attualità con un mio testo molto poetico a corredo e lui ha dovuto ritirare la querela perché era evidente che io avessi ragione”.

“Ma io a Milano, quando ero assessore alla Cultura, feci una mostra su arte ed omosessualità e la Moratti, facendosi paladina di una visione tradizionale del matrimonio mi cacciò”.

“Poi andare a fare il sindaco di Salemi, ma il Comune venne sciolto per mafia, e infine alla Biennale di Venezia e fui cacciato anche lì dopo 15 giorni quando arrivò Galan, una montagna di […] come questo Galan che dopo infatti fu perseguito dalla giustizia”.

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