Prosegue la mobilitazione per far tornare la Regione e le autorità sanitarie sui loro passi ed evitare che all’interno del Grocco si crei la Rsa Covid con la conversione della Casa dell’Amicizia Seppilli, dove nei giorni scorsi due ospiti che avevano contratto il Coronavirus sono deceduti.
I primi a denunciare i rischi di questa soluzione sono stati i sindacati. Il Centro servizi Grocco riunisce una serie di servizi territoriali, e anche due strutture residenziali, la RSA e la RP Casa dell’Amicizia A. Seppilli.
Le opposizioni in Comune
Il problema è stato poi posto formalmente anche nelle Istituzioni. Al Comune di Perugia, le opposizioni di centro sinistra hanno presento un ordine del giorno, in cui si rappresentano i rischi di questa scelta. E non solo per gli anziani ospiti. L’ex Grocco ospita infatti altre nove strutture socio-sanitarie, comprese la Neuropsichiatria e riabilitazione dell’età evolutiva e la Neuropsichiatria e psicologia clinica dell’età evolutiva.
“Si tratta – spiegano le opposizioni di servizi destinati a bambini fragili, non di rado affetti da più patologie, che frequentano l’ex Grocco per terapie e riabilitazioni lunghe e complesse, che solo lì possono essere fatte; di genitori e nonni che spesso accompagnano i piccoli pazienti alle sedute di riabilitazione; nonché di tutto il personale medico, che già attualmente è in numero assai ridotto rispetto alle esigenze del territorio”.
In Regione
In Regione il capogruppo del Pd Tommaso Bori e Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) con due diverse iniziative chiedono di trovare una soluzione negativa.
Bori denuncia l’atteggiamento “irresponsabile e superficiale da parte della Giunta Tesei”, che costringe “il sistema sanitario umbro si trova di nuovo a fronteggiare una situazione di emergenza con forze insufficienti e con una carenza di medici e infermieri su tutto il territorio. I numeri parlano di 259 operatori sanitari positivi in Umbria, e i focolai in diverse RSA testimoniano come non si stia facendo abbastanza per tutelare i lavoratori e i pazienti. Una gestione dissennata che non tiene nettamente separati i percorsi Covid e non Covid”.
E la consigliera regionale del Pd Donatella Porzi chiede un piano regionale per proteggere gli anziani nelle Rsa, “per prevenire e controllare le infezioni in tali gruppi di popolazione, evitando che in queste strutture il virus circoli in maniera massiva”.
La mobilitazione dei cittadini
Ma contro la trasformazione del Seppilli in Rsa Covid è forte anche la mobilitazione di cittadini, utenti, parenti degli ospiti e dei bimbi che usufruiscono dei servizi dell’ex Grocco.
Con petizioni e appelli social. Come quello di Alessandro Riccini Ricci.
La situazione alla Fontenuovo
Intanto, dopo l’aggiornamento della Usl su ospiti e personale positivo al Covid nelle Rsa e residente protette del Perugino, prosegue il monitoraggio della situazione all’interno della struttura di Fontenuovo. Anche qui, nei giorni scorsi, due ospiti positivi al Covid sono deceduti. Tra domenica e lunedì tre ospiti sono stati ricoverati in ospedale, per il persistere di febbre e la comparsa di episodi di saturazione. La decisione è stata presa dopo i controlli da parte dei medici dell’Usca e della dottoressa Cesarini.
Il monitoraggio degli asintomatici, primi due negativizzati
“Purtroppo – spiega la direzione della struttura in una nota – molti dei nostri ospiti si trovano nella fase centrale del periodo di virulenza dell’infezione e per tale ragione possono presentare comparsa o peggioramento della sintomatologia. Inoltre tali peggioramenti (che possono presentarsi prevalentemente nelle ore serali) decorrono con carattere di imprevedibilità e rapidità, ostacolando anche la comunicazione tempestiva o determinando, occasionalmente, l’alternanza di notizie contrastanti”.
Prosegue il monitoraggio di asintomatici e negativi e la sorveglianza mediante tampone. I primi due ospiti, ieri, sono tornati negativi al tampone Covid.