Scandalo Baby squillo tra Terni-Spoleto / Una mamma in manette - Tuttoggi.info

Scandalo Baby squillo tra Terni-Spoleto / Una mamma in manette

Luca Biribanti

Scandalo Baby squillo tra Terni-Spoleto / Una mamma in manette

Madre coinvolge la figlia in menage a trois
Mer, 30/04/2014 - 13:41

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Terni-Spoleto è la rotta lungo la quale viaggiava uno squallido giro di prostituzione minorile, che ha portato a 4 arresti in carcere e 3 denunce, tutti clienti ternani, che hanno avuto il divieto di avvicinarsi dai luoghi frequentati dalle minori. È stato il Gip, Andrea Claudiani, su richiesta del sostituto procuratore, Giuseppe Petrazzini, a spiccare i mandati di arresto che sono stati eseguiti nella mattina di oggi. Si tratta di una donna di 47 anni, di nazionalità rumena, 2 uomini originari di Spoleto, di 66 e 51 anni, di nazionalità albanese e residenti ad Acquasparta.

Le denunce sono scattate invece per 3 ternani di 66,51 e 78 anni. Le vittime hanno 14,15 e 17 anni, tutte residenti a Terni ma di nazionalità ucraina e rumena, integrate con le loro famiglie che hanno un tenore di vita definito dagli inquirenti “decorosi”.

Le modalità con le quali avvenivano gli ‘incontri’ con i clienti sono quelle che già erano state scoperte dai Carabinieri di Roma nel caso dello scandalo dei “Parioli”.

Con scuse banali, le minori si assentavano da casa e da scuola, fino a quando, una delle 3, è scappata di casa. Questo episodio ha permesso ai militari di scoprire il fenomeno della baby prostituzione. Dopo aver rintracciato la ragazza fuggita infatti, i Carabinieri, ricostruendo i luoghi dove era stata ospitata e le persone che aveva frequentato, hanno accertato che si era prostituita più volte.

Attraverso un’intensa attività investigativa, con l’ausilio di foto, video, pedinamenti e intercettazioni telefoniche, i militari hanno ricostruito il gruppo che sfruttava le 3 minori.

Era una delle madri delle giovani a procacciare i clienti, con l’aiuto di uno degli uomini di nazionalità albanese, che accordavano gli incontri presso i domicili dei clienti o, in qualche occasione, in albergo. In cambio le ragazze ricevevano denaro, gioielli, preziosi e regali come borse, scarpe, profumi e cellulari, oltre a un ‘fisso’ mensile di circa 500 euro. La madre incriminata, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, era anche lei una prostituita e, in una circostanza, avrebbe coinvolta la figlia in un menage a trois.

©Riproduzione riservata

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