Raggiungere una cultura digitale al servizio della salute accelerando su soluzioni in grado di utilizzare dati dematerializzati e di introdurre nuove tecnologie di interfaccia per gli utenti, i cittadini – pazienti. È questa la sfida della “sanità digitale” o e-Health.
Smart Hospital, Big Data, Fascicolo elettronico: sistemi e strumenti indispensabili per predisporre una programmazione real time dell’assistenza sanitaria nella filiera locale, regionale e nazionale ma soprattutto utili a tracciare percorsi di continuità assistenziale e presa in carico del paziente.
Di tutto questo si è discusso oggi all’interno della Camera di Commercio di Terni che ha ospitato l’appuntamento “HEALTHCARE & DIGITALE. Strumenti, azioni e sfide della sanità del futuro” promosso dall’azienda ospedaliera Santa Maria e organizzati da Consenso – gruppo Hdrà. Ospiti del convegno moderato dal commissario straordinario Maurizio Dal Maso, Chiara Basile Area Sanità Digitale – AgID; Antonio Cosentino, GE Healthcare; Nicola Mangia DXC Technology S.p.A, Giuliano Di Pardo Studio legale Di Pardo.
E se i lavori si sono aperti con i saluti del padrone di casa Pino Flamini, a chiudere le fila il racconto di una case history di successo. A raccontarla il dottor Amilcare Parisi che ha parlato della chirurgia robotica Da Vinci “Abbiamo individuato, per ogni intervento chirurgico, i dati sulla performance tecnica e clinica rispetto alla sicurezza, la fattibilità e l’efficacia clinica del robot paragonata alle tecniche convenzionali, laparoscopica ed open”. “E così, ha sottolineato Parisi, attraverso questa analisi, è stato anche possibile definire non solo la sicurezza dell’uso del robot ma anche quegli esiti clinici che sarebbero potuti migliorare, grazie ai vantaggi tecnici offerti dalla piattaforma chirurgica robotica”.
È stato poi proprio il commissario Dal Maso a tratteggiare il futuro della sanità digitale e a calarlo nel contesto locale “La trasformazione delle tecnologie della comunicazione (ICT), anche in ambito sanitario, ha contributo a disegnare un modello di sanità “elettronica”, fondata sull’uso delle tecnologie a supporto dei processi clinico-assistenziali e amministrativi delle Aziende sanitarie, e ospedaliere sia nella gestione delle relazioni tra strutture e pazienti, sia nel governo dei sistemi sanitari stessi”.
“Questo processo, ha spiegato Dal Maso, ancora non pienamente capito dal paziente, apre però le porte a un ruolo nuovo del paziente stesso: gli si richiede infatti conoscenza e consapevolezza, ovvero il concetto di patient empowerment”. Nello specifico si tratta di un processo di sviluppo personale per cui il paziente viene dotato di conoscenza, capacità e consapevolezza che gli consentano (in tutto o in parte) di autodeterminarsi in relazione alla propria salute. In questo processo, il professionista sanitario può divenire, a discrezione del paziente, un facilitatore che opera all’interno di una relazione di partnership, non più di autorità.
“Queste due linee di sviluppo – ha sottolineato Dal Maso – saranno alla base dei cambiamenti dei diversi sistemi sanitari regionali e, allo stesso tempo, anche del modo con cui le Aziende si rapporteranno fra di loro”. E per raggiungere gli obiettivi si dovrà lavorare su assi quali appropriatezza, sostenibilità, sistema, innovazione.
“Ma non possiamo più rimandare, chiosa il Commissario Dal Maso, per una migliore qualità delle cure il nostro impegno deve procedere con degli imperativi: ridurre la variabilità, aumentare la produttività, abbattere i costi della “Non Qualità” e fare davvero innovazione di processo, ovvero di servizio/prodotto. Questa è la vera sfida per i prossimi anni”.