San Benedetto, celebrazioni a Norcia in una città cantiere per la ricostruzione - Tuttoggi.info

San Benedetto, celebrazioni a Norcia in una città cantiere per la ricostruzione

Redazione

San Benedetto, celebrazioni a Norcia in una città cantiere per la ricostruzione

Ven, 21/03/2025 - 12:39

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Venerdì 21 marzo 2025 Norcia ha celebrato il suo figlio più illustre, San Benedetto. In una città cantiere per la ricostruzione post sisma 2016, sotto la grande statua del Santo patrono d’Europa e poco distante dalla Basilica che ne custodisce il luogo natale e che si spera di riaprire entro la fine dell’anno, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo ha presieduto la solenne concelebrazione eucaristica con la partecipazione delle autorità civili e militari, tra cui la presidente della Giunta regionale dell’Umbria Stefania Proietti, e di tanti fedeli. Hanno concelebrato i sacerdoti della Pievania dei Santi Benedetto e Scolastica, don Marco Rufini e don Davide Tononi, don Davide Travagli della Pievania di Santa Rita a Cascia e don Luciano Avenati parroco emerito dell’Abbazia di San Eutizio.

Prima della celebrazione ha sfilato in Piazza il Corteo Storico della Città di Norcia, in rappresentanza delle sei guaite (attuali rioni cittadini): Porta Meggiana, Porta Massari, Porta Orientale, Porta Palatina, Porta Valledonna e Porta Narenula. Presenti i monaci dell’Abbazia di S. Benedetto in Monte, luogo dove la vigilia della festa, il 20 marzo, è giunta la Fiaccola benedettina “Pro pace et Europa una”, dove il sindaco della Città Giuliano Boccanera ha consegnato il reliquiario del Santo all’abate Benedetto Nivakoff e dove sono stati celebrati i primi vespri in onore del fondatore del monachesimo occidentale. La cerimonia è poi proseguita nella piazza centrale di Norcia con l’arrivo della Fiaccola e l’accensione del tripode dinanzi la statua di S. Benedetto. Gesti simbolici, ma, come è stato sottolineato negli interventi, con un forte richiamo alla costruzione della pace partendo dagli ambienti della vita quotidiana di ciascuno.

Omelia dell’Arcivescovo. «Celebrando la solennità di S. Benedetto – ha detto mons. Boccardo nell’omelia della solenne concelebrazione del 21 marzo mattina – possiamo affermare veramente che gli esempi della sua vita sono in grado di ispirarci regole pratiche di comportamento? Lo sentiamo attuale, o piuttosto lo consideriamo lontano nel tempo, quasi un monumento antico di cui si ammirano gli eventi che ricorda ma che non esercita alcuna positiva influenza sul nostro modo di pensare e di agire? Le condizioni storiche nelle quali il Santo nursino è vissuto, così come la sua cultura, sono profondamente diverse dalle nostre: è dunque ben normale che il nostro comportamento, nelle forme, sia differente dal suo; ma quanto ai principi non ci dovrebbe essere differenza. Guardiamo dunque a lui per comprendere quali insegnamenti offre a noi, ancora oggi. Immagino che Benedetto ci ripeterebbe l’esortazione del sapiente antico del libro dei Proverbi: “Figlio mio, … tendi il tuo orecchio alla sapienza, inclina il tuo cuore alla prudenza, invoca l’intelligenza e rivolgi la tua voce alla prudenza, ricercala come l’argento e per averla scava come per i tesori”. E anche riprenderebbe le parole di San Paolo ai cristiani di Filippi: “Quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e ciò che merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri”. È questa la morale di Benedetto: una grande comprensione degli uomini e delle loro debolezze; una saggia fiducia nelle loro possibilità; un grande slancio verso ideali elevati che possono apparire particolarmente esigenti, ma con la ferma convinzione che lo sforzo non è vano, che il bene è sempre possibile ed è per tutti ed è più forte del male e delle sue diverse manifestazioni; una fiducia assoluta nell’aiuto che il Padre che è nei cieli continua ad assicurarci; una grande “simpatia” per tutto ciò che c’è in questo mondo: la natura e la scienza, la politica, l’arte e la fede. Oggi tali indicazioni possono e devono superare il perimetro di questa piazza e raggiungere e anche oltrepassare i confini del continente europeo. Viviamo un momento particolarmente difficile: trepidiamo per la situazione in Medio Oriente e assistiamo inorriditi al decollare di aerei carichi di bombe per polverizzare le macerie di Gaza, distruggere gli ospedali da campo, uccidere civili inermi; seguiamo con attenzione quanto avviene nell’Ucraina sottoposta a bombardamenti e attacchi sistematici e guardiamo con speranza alla possibile intesa con la Russia; lamentiamo l’arroganza e la mancanza di dialogo tra i potenti della terra; constatiamo con preoccupazione come le Istituzioni internazionali sono state svuotate di significato e prestigio, a cominciare dall’ONU; diciamo ad alta voce il disappunto per un’Europa che sta scegliendo in modo sconsiderato di riarmarsi e potenziare gli eserciti, quando eravamo convinti di essere finalmente usciti dalla logica della guerra. Di fronte a questa situazione preoccupante, servono uomini e donne saggi e coraggiosi, animati da valori forti, portatori di una cultura ricca di umanità, per edificare un’Europa che – come ha detto recentemente il Cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana – non sia un insieme di Istituzioni lontane, ma sia figlia di una lunga storia comune, sia madre della speranza di un futuro umano».

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