Una notizia che scuote la comunità tifernate. Nella giornata di ieri (8 gennaio), infatti, Sagemcom Italia S.r.l. – azienda multinazionale produttrice di contatori di ultima generazione – ha comunicato l’intenzione di procedere ad un licenziamento collettivo che coinvolgerà decine di dipendenti, almeno la metà tra gli oltre 70 impiegati nella sede di Città di Castello (in località Garavelle).
La decisione, emersa in queste ore, sta già sollevando grande preoccupazione non solo per l’impatto diretto sui lavoratori coinvolti, ma anche per le gravi ricadute sociali che potrebbero investire il territorio. Lo stesso sindaco di Città di Castello Luca Secondi, ha espresso la sua perplessità, evidenziando la necessità di un confronto costruttivo tra le parti. “Come istituzione – ha dichiarato – siamo vicini alle esigenze dei lavoratori, auspicando un immediato dialogo fattivo fra la rappresentanza sindacale e la parte datoriale per risolvere la vicenda in maniera costruttiva“.
Parallelamente Secondi ha attivato una rete di interlocuzioni istituzionali a livello regionale e nazionale, coinvolgendo anche i parlamentari tifernati, per trovare una soluzione alla crisi. Tra questi c’è anche l’assessore regionale allo Sviluppo economico Francesco De Rebotti, che ha già offerto piena disponibilità a sostenere i lavoratori e a intervenire sulla questione.
Un primo passo concreto verso una mediazione è atteso per la prossima settimana, quando verrà istituito un tavolo di confronto tra sindacati e azienda. La rappresentanza sindacale ha confermato l’impegno a dialogare per gestire la situazione e limitare i danni per le famiglie coinvolte.
Il sindaco, nel ribadire il pieno supporto del Comune, ha annunciato inoltre un incontro cruciale per i lavoratori sabato 11 gennaio, alle ore 9: i dipendenti di Sagemcom Italia S.r.l. saranno accolti nella sala consiliare del Municipio per una riunione con i propri legali e rappresentanti sindacali. Sarà un’occasione per fare il punto sulla vicenda e pianificare le prossime azioni a tutela dei loro diritti.