Da una parte continuano a sostenere che nel Pd di Spoleto non c‘è alcuna frattura. Ma dall’altra, quella delle dichiarazioni e delle interviste, è evidente che fra Fausto Libori, esponente di spicco dell’area Margherita, e Dante Andrea Rossi, ex segretario Ds ed attuale coordinatore del Pd, si è arrivati ai ferri corti. Al centro del polemica il sondaggio lanciato in città dal Pd che ha convinto Libori ad uscire allo scoperto e ad attaccare il segretario. Dante Andrea Rossi quelle dichiarazioni le ha mal digerite e così, dopo un paio di giorni alle prese con l’influenza, è passato al contrattacco. E di che tinta. Tanto che ben difficilmente i toni si calmeranno e la vicenda ‘sondaggio’ è destinata a tener banco sui giornali ancora per qualche giorno.
Segretario Rossi, è così profonda la spaccatura all’interno del Pd? “Direi proprio di no, anzi non c’è nessuna spaccatura, anzi, a differenza di tutte le altre città umbre, qui a Spoleto non è mai emersa una polemica, nè elementi di divisione. Questo grazie al lavoro trasparente che quotidianamente molti simpatizzanti e aderenti al Pd hanno avviato in questi mesi. Attività che hanno prodotto ottimi risultati. Il Pd è largamente il primo partito della città e i vari gruppi di lavoro stanno svolgendo un ottimo servizio”.
D’accordo, ma allora come interpretare l’accusa e la critica che le ha mosso Libori? “Fausto è da vari mesi che non partecipa all’attività del partito. Il suo circolo negli ultimi 6 mesi si è riunito una sola volta, il giorno prima di ferragosto, ma al tempo stesso però lui ha avuto modo di partecipare a riunioni di ex militanti di partiti che non esistono più. E lo ha fatto più volte senza che ne fossi informato. Ora, questo atteggiamento, non c’entra nulla con l nuovo modo di far politica che contraddistingue il nostro partito. Questo è davvero un comportamento vecchio e intollerabile”.
Sì però avete fatto un sondaggio senza dir niente? “Il sondaggio in realtà è stata una indagine sulla realtà cittadina tendente ad analizzare il gradimento circa l’attività svolta in questi anni dalla amministrazione Brunini. Avevamo deciso di farlo già 6 mesi fa senonchè le elezioni di aprile ci hanno costretto a procrastinarlo”.
Però non tutti erano d’accordo e quanto meno volevano essere informati sul metodo? “Il 90% degli organismi dirigenti del partito e del gruppo consigliare nel suo insieme erano d’accordo e mi hanno dato mandato affinchè una società privata potesse effettare questa analisi. Il fatto che poi si avvicinino le elezioni e che intenti trasparenti siano condizionati da altro, è un’altra questione. Proprio a sottolineare la nostra buona fede, d’accordo con il sindaco Brunini, abbiamo deciso di pubblicizzare tutto quello che appare da questa analisi scientifica che si è dimostrata molto significativa”
Ovvero tutto il sindaggio? “il sondaggio che riguarda la città, certo”
Ci saranno dati che non pubblicherete? “no, no”
Allora ci anticipi qualcosa “Il fatto che Spoleto sia una città, ad esempio, unica in Umbria, che non abbia liste di attesa per gli asili nido è una cosa che ha registrato un alto gradimento relativamente al giudizio sui servizi sociali. E questo è un aspetto che a noi fa molto piacere”
Solo asili nido? “No, anche l’impegno profuso per le attività culturali ha registrato un favorevole riscontro. Ma di più non posso dire, lo pubblicheremo a breve”
Quando? “Nelle prossime settimane, appena avremo affrontato tutti gli impegni relativi allo Statuto che in questi giorni si va a definire a livello regionale”
C’è comunque una lotta interna intorno alla scelta del candidato a sindaco “No, nessuna lotta, ci sarà un confronto secondo quelle che sono le previsioni dello Statuto, se non verrà stravolto. Primarie quindi, con la più ampia partecipazione di simpatizzanti ed aderenti al Pd. Basta con le piccole oligarchie o i notabili che decidevano per tutti”
Primarie? “Primarie, primarie, primarie”.
Rifugge quindi l’idea che il sondaggio sia carta straccia: “Assolutamente sì, Fausto se avesse partecipato o avesse fatto una telefonata non avrebbe avuto dubbi sul vero intento e la correttezza di questo sondaggio”
Libori è quindi una mosca bianca o rappresenta il ‘sentire’ degli ex margheritini? “Per quello che mi riguarda nel Pd non ci sono correnti, fazioni od altro. Quindi non c’è nessun ‘ex’. Io guardo a coloro che senza chiedere nulla lavorano mossi da passione ed idealità. Per esempio al forum sul lavoro organizzato da due ex margheritini, se lei vuole proprio adottare queste vecchie chiavi identificative, Bruno Toniolatti e Fabrizio Luchetti, mi sono permesso di invitare una delegazione della Minerva. Mario, che ha parlato a nome di questa delegazione, ha evidenziato la drammaticità di chi, in cassa integrazione, deve mantenere dei figli ed ha di fronte una ipotesi di licenziamento. I problemi di Mario ci riguardano tutti e danno un senso ad un impegno politico per come lo intendo. Penso che su questo, Fausto come altri, potrebbero essere d’accordo. Non mi interessano le rendite di posizione da luoghi di provenienza politica che qualcuno vorrebbe invece perpetuare. Il paradosso è che sui giornali, e non per colpa dei giornalisti, non si parla di democratici e democratiche, ma sempre di “ex qualcosa”: questo la dice lunga su quanto alcuni credono in un partito nuovo coem è il nostro”.
Insomma si rende conto che vi state scambiando le stesse accuse? “Non è così, io dico che il Pd nasce per favorire la partecipazione dei cittadini alla vita attiva politica. Partecipare a riunioni carbonare o di componenti di ‘ex qualcosa’ organizzate sistematicamente nel territorio o in qualche circolo, non ha nulla a che vedere con una idea di partito nuovo, proiettato al futuro e senza logiche di appartenenza derivanti dal luogo da cui si proviene. Questo è un vecchio modo di far politica a cui non darò cittadinanza”.
Però se il sondaggio è stato commissionato dal Pd, perchè verrà pagato dal gruppo consigliare Ds? E come mai non si è ancora costituito il gruppo del Pd? “Abbiamo un capogruppo indicato dalla segreteria del partito, di comune accordo con l’intero gruppo consigliare, che è Franco Di Marco. E questa indicazione risale a ben 7 mesi. Il fatto che, e può chiederlo allo stesso Di Marco, non sia avvenuta l’unificazione dei gruppi, lo si deve soltanto a problemi interni al consiglio comunale derivanti da quei consiglieri che non hanno aderito al Pd, come Calandri e Castellana, o che hanno portato amministratori come il vice sindaco Benedetti e il capo gruppo designato a scegliere di far maturare questa unificazione al termine di importanti pasaggi consigliari su alcune tematiche come quelle che si stanno trattando in questi giorni (Puc e Prg, n.d.r.)”.
D’accordo allora procedete uniti, ma verso quale lido? “io insieme a tanti, incluso Fausto, dobbiamo lavorare affinchè la città si riappropri degli spazi che le competono. Il fatto che nelle varie categorie di rappresentanza, nei vari livelli istituzionali, Spoleto, e porto un esempio per tutti come la Camera di Commercio, non abbia un nostro concittadino nell’esecutivo, la dice lunga sulla debolezza di una città che deve rivendicare un ruolo perso negli ultimi decenni. Città come Orvieto o molto più piccole delle nostre, hanno una capcaità di essere unite, di non dividersi, di lavorare insieme per farle crescere per davvero. Qui da noi avviene assai spesso il contrario. Ecco tutto questo non accadrà più. Questo è il nostro impegno”.
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