Rompe la milza alla moglie, arrestato | Era stato già condannato - Tuttoggi.info

Rompe la milza alla moglie, arrestato | Era stato già condannato

Sara Fratepietro

Rompe la milza alla moglie, arrestato | Era stato già condannato

Il trentenne era finito in manette già nel 2010, ma la donna lo aveva perdonato. L'altra sera l'ultimo grave episodio
Sab, 04/06/2016 - 23:04

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Nel 2010 era stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni e violenza sessuale nei confronti della giovane moglie, con problemi di salute e costretta a cure mediche che la costringono a recarsi in ospedale con regolarità. Al processo di primo grado davanti al collegio penale del tribunale di Spoleto, quattro anni dopo, era stato condannato soltanto per i maltrattamenti (qui l’articolo), venendo assolto dalle altre accuse dopo che la moglie in aula aveva ritrattato le sue denunce, dicendo di essere stata fraintesa perché non parla bene l’italiano. Ora, però, la donna è finita in ospedale, con la milza che le è stata asportata dopo la rottura provocata, questo ha raccontato, dalle botte del marito. E l’uomo è finito nuovamente in carcere, con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali gravissime. E’ l’epilogo della triste storia che ha per protagonisti due giovani di nazionalità rumena che da anni abitano a Gualdo Cattaneo.

Anni di vessazioni – Secondo quanto ricostruito dai carabinieri della locale stazione, appartenenti alla Compagnia di Todi, il giovane, attualmente trentenne e disoccupato, in questi anni non avrebbe mai smesso di picchiare la moglie. Nel 2010, viene ricordato in una nota dell’Arma, il primo arresto in esecuzione di un provvedimento cautelare emesso dall’autorità giudiziaria di Spoleto, “perché aveva maltrattato la moglie, sottoponendola ad atti di violenza fisica, morale e psicologica. In particolare, fin dai primi tempi del matrimonio, – queste le accuse poi sfociate nel processo di primo grado che si è concluso un anno e mezzo fa – con cadenza quasi giornaliera, nel corso di discussioni originate per i più futili motivi, ricorreva all’uso della violenza fisica, dai calci ai pugni inferti in diverse parti del corpo, cagionando lesioni quasi mai refertate per il timore di possibili ritorsioni e che, nei casi in cui lasciavano segni evidenti, venivano ricondotte dalla stessa a cause accidentali qualora terze persone ne avessero chiesto contezza. Sempre nel corso del rapporto, per motivi di forte gelosia, le impediva di uscire di casa, di avere un cellulare, di confidarsi con altre persone, ivi inclusi i familiari e quando la donna, al rientro dall’ospedale ove si recava per sottoporsi a delle terapie, manifestava la propria stanchezza fisica, la picchiava selvaggiamente”.

Dopo l’arresto ha ricominciato – All’epoca era stato proprio il personale medico e paramedico ad accorgersi dei segni delle violenze, spingendola a denunciare il marito. Lei però lo aveva presto perdonato e davanti ai giudici aveva testimoniato cercando di scagionarlo. Cosa che però era servita ad assolvere lo straniero soltanto parzialmente. Nonostante l’arresto e un periodo di detenzione in carcere per i fatti del 2010, il giovane, S.I.L. le sue iniziali, non avrebbe però cambiato condotta ed avrebbe continuato a maltrattare in maniera spietata la moglie. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, alle prime ore mattino di alcuni giorni fa, il romeno, rientrando a casa e sotto l’effetto dell’alcol, ha iniziato a picchiare con violenza inaudita la moglie, fin quando si è addormentato.

Asportata la milza – E’ stato a quel punto che la donna, approfittando del fatto che il marito dormiva e in preda a forti dolori derivanti dai colpi subiti, ha telefonato al 118, con l’ambulanza che l’ha trasportata all’ospedale di Foligno, avvertendo in contemporanea i carabinieri della stazione di Gualdo Cattaneo che immediatamente sono intervenuti sul posto. La giovane, giunta al nosocomio, è stata sottoposta con urgenza a un intervento chirurgico di splenectomia totale, ossia asportazione della milza, a seguito della rottura traumatica dello stesso organo. Dopo l’intervento la vittima, con prognosi riservata, è stata trasferita nel reparto di rianimazione e solo due giorni dopo è stata sciolta la prognosi, giudicandola guaribile in 40 giorni.

Di nuovo in carcere – I carabinieri, nel frattempo, hanno tratto in arresto S.I.L. con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali gravissime. Il gip di Spoleto, su richiesta della Procura della Repubblica, dopo aver convalidato l’arresto, ha disposto nei confronti del trentenne la custodia cautelare in carcere. È stato pertanto associato alla casa di reclusione di Spoleto.

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