“Lo scorso lunedì (16 giugno) c’è stata una rivolta vera e propria sia nel carcere di Terni che di Spoleto. Sono fatti gravissimi. A Terni ad esempio è stato distrutto completamente un reparto con centinaia di migliaia euro di danno. Tutt’ora un reparto è inagibile, non c’è elettricità, non c’è videosorveglianza e non c’è acqua”. Questa la conta dei danni che il segretario per l’Umbria del Sappe, Fabrizio Bonino, ha raccontato a Tuttoggi dopo le rivolte scoppiate intorno alle sei del pomeriggio nel carcere di Terni e Spoleto.
La rivolta nel carcere di Spoleto
“Il tutto è nato a seguito di un motivo futilissimo, un pretesto e succede questo. E’ il segno di un sistema che è vicino all’implosione. A Spoleto la rivolta è stata più contenuta perché i detenuti non erano 50 ma una decina, quindi si è riusciti a far rientrare prima la criticità. Sono fatti ancora freschi ma c’è un effetto domino e di passaparola da evitare. Ieri un collega è andato all’ospedale con i punti di sutura in testa”.
A Terni situazione critica
Le problematiche che riguardano gli istituti penitenziari non sono recenti e ci eravamo già occupati di quanto accade nel carcere di Terni dopo il suicidio di un detenuto e le speranze del Sappe nella reintroduzione del provveditorato dell’Umbria. Come sostiene il segretario del Sappe umbro “Terni è un istituto in cui dovrebbero esserci 450 detenuti ce ne sono 600. Di cosa parliamo?” da aggiungere una serie di concause che con il caldo, il sovraffollamento e il minor numero di personale creano un terreno pronto a detonare. “Sono anni che discutiamo con il provveditorato regionale che non ci manda il personale a sufficienza. Tutti questi accadimenti avvengono anche perché i detenuti sono tantissimi, i servizi vengono erogati in maniera minore anche per il piano ferie, in più il caldo e diventa una bomba”.
Sappe “Sistema umbro delle carceri è fallito”
“Il sistema penitenziario umbro è fallito totalmente e quindi i dirigenti dovrebbero pagare di tasca propria così come quando fallisce un’azienda privata. Noi abbiamo un provveditorato interregionale, Toscana e Umbria che riversa su di noi tutti i detenuti più problematici e li manda in Umbria. Stiamo aspettando l’apertura del nuovo provveditorato regionale dell’Umbria che dovrebbe essere esecutivo a giorni. Le cause sono ben definite. A Spoleto su 10 detenuti facinorosi 8 erano stati assegnati come ordine e sicurezza dalla Toscana all’Umbria”.
Problema immigrati
A cui secondo il segretario si aggiungono i detenuti immigrati: “Le carceri stanno scoppiando per via del mancato accordo tra paesi stranieri. In Umbria su 1.700 detenuti ne abbiamo un 40% che sono extracomunitari. Si aggiungono detenuti non per effetto del decreto sicurezza ma perché continuano a delinquere quelli che sono in giro. Sono anni che professiamo il fatto che i detenuti stranieri devono scontare le pene nei loro paesi di origine. In Umbria avremmo risolto i problemi se non ci fossero quelli che non sono italiani. I detenuti extracomunitari sono anche quelli a cui non interessa prendersi una denuncia perché tanto non la pagheranno mai”.
Sappe chiede dimissioni dei dirigenti
Secondo il sindacato della polizia l’unica soluzione sono le dimissioni: “Io mi aspetto ora solo le dimissioni o il sollevamento dall’incarico del provveditore regionale. Lo auspico ma non me lo aspetto perché è stato incapace di governare il sistema penitenziario umbro altrimenti non succedeva questo. Arrivano detenuti e non arriva personale. C’è un totale disinteresse, noi abbiamo chiesto 15 giorni fa un incontro con il provveditore a cui abbiamo chiesto di venire a Spoleto perché c’erano dei problemi. Non ci ha nemmeno risposto. Dopo questi fatti non farà niente uguale e non ci aspettiamo niente di fatto. E’ la totale incapacità di chi ha governato il sistema fin qui. Abbiamo professionalità, esperienza e capacità ma manca il direttore d’orchestra, va sostituito urgentemente altrimenti ci scappano cose più gravi”.
Il rapporto dell’Associazione Antigone
Secondo l’Associazione Antigone nel suo XXI rapporto sulle condizioni di detenzione al 30 aprile 2025 i detenuti in Italia erano 62.445, a fronte di una capienza regolamentare di 51.280 posti con un tasso reale di affollamento del 133% e circa 16.000 persone che non hanno un posto regolamentare. 58 carceri su 189 hanno un tasso di sovraffollamento superiore al 150%. Gli istituti più affollati risultano Milano San Vittore (220%), seguito da Foggia (212%) e Lucca (205%). In tutti e tre i casi ci sono più del doppio delle persone che quelle carceri potrebbero e dovrebbero contenere.
Negli ultimi due anni la popolazione detenuta è cresciuta di oltre 5.000 unità, mentre la capienza effettiva è diminuita di 900 posti. Negli ultimi mesi ogni sessanta giorni sono entrate in carcere 300 persone in più.
di Valentina Onori