di Sergio Grifoni (*)
Mai come ora, Spoleto sta vivendo un momento particolarissimo, e forse irripetibile, per le sorti future del proprio territorio. E' un momento di scelte, a volte forzate, che condizioneranno le generazioni future. Non possiamo, e non dobbiamo, sbagliare!
La certa riforma sanitaria, la probabile riforma elettorale e, soprattutto, quella che riguarda un nuovo riassetto delle Province e, di conseguenza, una sicura ridistribuzione territoriale, ormai incombono.
Certo, in un'epoca dove forse sarebbe più giusto guardare ad aggregazioni al di fuori dei propri confini regionali, piuttosto che riordini interni, diventa difficile fare qualsiasi considerazione. Questo pero e', e su questo dobbiamo ragionare. Spoleto non può restare a guardare, aspettando che altri decidano le nostre sorti.
Come non e' opportuno che ci usino come “merce” di scambio o di contrappeso, trattamento che di solito si riserva a chi e' considerato zavorra.
Mai come questa volta, invece, come città, potremmo giocare un vero ruolo di protagonisti. Ho letto però l’ultima dichiarazione del Sindaco Benedetti, con la quale palesa la volontà e l' intenzione di far rimanere la nostra città nella provincia di Perugia. Due domande mi sento di fare al primo cittadino:
!) E' il suo pensiero personale, o quello del suo partito e della maggioranza che lo sostiene?
2) Si e' chiesto se questa sua posizione, rappresenti o meno la volonta' della maggior parte dei cittadini di Spoleto?
Non sta a me ricordare che, quando parla lui, nel bene e nel male, parla comunque la città.
Le sue parole, anche se sbagliate ed improvvisate, hanno sempre un valore istituzionale.
Non sarebbe meglio, prima di parlare, confrontarsi con tutte le istituzioni cittadine, promuovere momenti partecipativi, raccogliere più opinioni possibili e tessere in silenzio la tela delle eventuali scelte?
Non sarebbe meglio dotare velocemente la città di uno Regolamento Comunale ( cosa che chiedo inutilmente da tre anni), che possa consentire, nel caso ce ne fosse bisogno, di esprimersi attraverso un Referendum su quali sorti territoriali vogliamo e con chi ci vogliamo aggregare?
Oggi, anche se volessimo, non potremmo farlo, proprio perché manca tale strumento normativo.
Non voglio pero' nascondermi dietro il paravento di chi critica senza proporre. Il mio pensiero, sulle province, e' diametralmente opposto a quello del Sindaco.
Da sempre ho evidenziato il fatto che il nostro territorio, per storia, costume e tradizione, ha sempre guardato più verso Roma, anzichè verso Perugia.
La popolazione umbro-sabina, compresa fra Tevere e Nera, ha convissuto per secoli.
Non possiamo nascondere il fatto che Spoleto e' più attrattiva per i romani, che per le genti a nord della nostra città.
Non possiamo nascondere il fatto che abbiamo più affinità con la gente della Valnerina e del ternano, piuttosto che con quella dell'Alto Tevere o del Trasimeno, con tutto rispetto per questi ultimi.
Questa vasta area, con il previsto riordino, potrebbe ritrovare momenti aggregativi e sinergici importanti.
Lo spoletino, la Valnerina, il tuderte, Terni e Rieti, con lo sguardo verso la Capitale.
Se poi Foligno volesse aggregarsi per intavolare un discorso più ampio e più “corposo”, ben venga!
Sarebbe importante.
Abbandoniamo pero', una volta per tutte, il discorso dell'Area Vasta , con protagonisti solo Foligno-Spoleto perché, oltre a non avere piu' senso, e' servito solo per spogliare Spoleto ed ingrassare qualcun altro.
Questo il mio pensiero ma, quello che veramente conta, e' l’opinione dei cittadini: se qualcuno ovviamente permetterà loro di esprimersi!
(*) Il Consigliere Comunale- Udc Terzo Polo