di Sergio Grifoni (*)
Recentemente gli amministratori di Assisi, sindaco in testa, si sono incatenati davanti alla Regione, per difendere il punto nascite del proprio ospedale.
Quelli di Terni stanno incoraggiando la raccolta di firme, per far restare la sede operativa della ASL nella propria città. Spoleto sta a guardare!
Non so cosa altro dovrà accadere, per renderci conto di ciò che si sta perpetrando alle nostre spalle in tema di sanità. Nelle rinnovate linee programmatiche, come nei vari interventi, i nostri amministratori continuano a concentrarsi sulle prerogative e sui risultati positivi della nostra ASL, perorando inutilmente il mantenimento della stessa nel contesto regionale. E' come dire bravo ad un atleta eccellente che non e' stato ammesso alle Olimpiadi per vizio di forma.
E’ vero che la nostra ASL vanta pregevoli risultati, ma la Regione ha già deciso: in Umbria solo due ASL e due Aziende Ospedaliere.
Non so se tutti conoscono la differenza. Le Aziende Ospedaliere gestiscono solo gli Ospedali ( in questo caso quello di Perugia e Terni). Le ASL gestiscono i servizi sanitari del territorio. Non cosa di poco conto! La protesta dei ternani, si basa sul fatto che la sede della seconda ASL, oltre che a Perugia, sarà probabilmente prevista a Foligno. Spoleto e' tagliata fuori. Quindi mi domando: tutto e' già deciso? Questo lo sa il Sindaco Benedetti, o fa finta di non accorgersene?
Non solo. I ternani giustificano tale richiesta, col fatto che due sedi ASL (Foligno e Perugia) distano tra loro solo 30 km, troppo esigui per coprire razionalmente il territorio regionale. Non sarebbe allora più logico prevedere la sede a Spoleto, in maniera cioè baricentrica? Ma come facciamo ad ottenere questo se, chi manovra il timone della città, non lo chiede.
Quante volte, il Sindaco Benedetti, si e' incontrato con i ternani, e solo con loro, per parlare di questo? Rispondo io: mai!
Da mesi lo abbiamo messo in guardia, responsabilmente e senza strumentalizzazioni, su ciò che, purtroppo, si stava verificando. Possibile che non abbia capito? Sicuramente sì, ma non si è mosso come la situazione richiedeva. Continuo a chiedermi: perché? Perché si stanno ostinatamente legittimando azioni distruttive per la città, irreparabili ed irreversibili. Per gli altri si gettano le basi, concrete, dello sviluppo futuro; per noi aleggiano promesse, non scritte, sul mantenimento dell’esistente! Non è un “piagnisteo alla spoletina”, ma forse non ci stiamo rendendo conto fino in fondo di ciò che può significare questa desistenza. Ce ne accorgeremo fra qualche anno! Quando magari il dr. Casciola sarà andato in pensione, ed i primari vecchi e nuovi non troveranno più le condizioni oggettive per garantire la efficienza e la loro permanenza.
Mi si accusi pure di falso allarmismo, come già fatto nel passato , ma io non demordo alle mie certezze, convinto che, se non ci mobilitiamo, questa sarà la realtà del domani del nostro Ospedale. Non ho altre armi, se non la denuncia pubblica, per poter difendere ciò che di prezioso oggi abbiamo. Trovi quindi il Sindaco la forza, magari nel rimpianto delle cose perdute, di reagire. Lo faccia prima che sia troppo tardi. Andiamo in piazza, occupiamo le strade, protestiamo, costruiamo alleanze, chiamiamo alle responsabilità chi ha preso tanti voti a Spoleto dimenticandosene (di tutti i partiti) ma, per cortesia, facciamo qualcosa! Non abbiamo più tanto tempo.
Se l’Amministrazione, con la sua autorevolezza, farà questo, io sarò con l’Amministrazione. Se non lo farà, sarò con la città.
(*) consigliere comunale Terzo Polo