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Rifiuti, quanti ne produciamo, i virtuosi dell’Umbria

Carlo Ceraso

Rifiuti, quanti ne produciamo, i virtuosi dell’Umbria

Arpa stila classifica ATI: bene Perugia, male Terni | Foligno davanti a Castello e Spoleto | Record a Bettona | 508 kg l’anno a persona  
Dom, 16/08/2015 - 15:25

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Sono state poco meno di 500mila le tonnellate di rifiuti urbani prodotte in Umbria nel 2014 (484.483 per la precisione), inferiore di 3mila tonnellate rispetto al 2013: è quanto ha registrato l’Arpa che conferma il trend positivo, anche se “inferiore a quanto osservato negli ultimi anni”. In pratica ogni umbro produce mediamente 508 chili di rifiuti urbani, ovvero 257 chili da rifiuti della raccolta differenziata e 251 da quelli non ricompresi in questa.

Nel dettaglio ATI 1 (Alto Tevere) registra la produzione pro capite più bassa (491 kg/ab) anche se in aumento rispetto all’anno precedente (+5 kg/ab); mentre la produzione pro-capite più alta è quella di ATI 3 (Spoleto-Foligno-Valnerina), pari a 547 kg/ab anch’essa in aumento rispetto al 2013 (+8). Il risultato migliore, anche nel 2014, è raggiunto da ATI 2 (Perugia, Lago Trasimeno, Todi, Assisi), che riduce la produzione di rifiuti urbani di 14 kg/ab e presenta la raccolta differenziata pro capite più elevata e quella dei rifiuti non differenziati più bassa. Leggero incremento anche per l’Ati4 (Terni e provincia).

La raccolta differenziata – nel 2014 la percentuale di raccolta differenziata ha superato il 50%, con un incremento del 2,1% rispetto all’anno precedente; si conferma il trend crescente anche se l’incremento registrato risulta più contenuto rispetto a quanto osservato negli ultimi 4 anni.

Il risultato migliore è ottenuto da ATI 2 che, con un incremento del 3,2%, supera il 60%; ATI 1, che già nel 2013 aveva superato la soglia del 50%, aumenta di un solo punto la sua percentuale di raccolta differenziata. L’incremento per ATI 3 è di quasi 3 punti percentuali ma il dato del 2014 è ancora al 43,4%, ATI 4 rimane sotto il 40%, percentuale di raccolta differenziata più bassa a scala di ambito.

Comuni virtuosi – il confronto dei dati a scala comunale con gli obiettivi posti dalle normative nazionali e regionali mostra come, tra i comuni con popolazione superiore a 10 mila abitanti, il miglior risultato è quello ottenuto da Umbertide (ATI 1), che conferma il 72% di raccolta differenziata già raggiunto nel 2013, e che i comuni di Bastia Umbra, Marsciano e Todi in ATI 2 superano l’obiettivo del 65%.

Tra i comuni di grandi dimensioni Perugia supera il 60%, ben 17 punti percentuale sopra Terni che sfiora il 43,2%. Peggio fa Spoleto (39,1%), mentre Foligno è al 52,3% che supera Città di Castello 47,8%.

Tra i comuni minori, in 9 superano la soglia del 65%. In ATI2 il comune di Bettona raggiunge ben l’82,6%, raccolta differenziata più alta dell’intera regione, Torgiano il 71,5%, Fratta Todina il 67,9% e Monte Castello di Vibio il 65,5%. In ATI 1 Lisciano Niccone raggiunge il 69,2% e Fossato di Vico il 65,3%. In ATI 3 solo Giano dell’Umbria supera la soglia obiettivo, raggiungendo il 69,1%; in ATI 4, infine, Montecastrilli raggiunge il 67,4% e Alviano il 66,2%.

Il giudizio dell’Arpa – “La tendenza che si osserva nell’intero periodo è quella della riduzione della produzione pro capite di rifiuto totale per effetto di un aumento dei rifiuti della raccolta differenziata associato a una riduzione dei rifiuti residuali di entità superiore; le variazioni maggiori si osservano nel triennio 2011-2013, mentre nel 2014 sono più contenute. A inizio del periodo di osservazione l’Umbria presenta il valore di produzione totale pro capite più alto, superiore a quello della media nazionale dello stesso anno. A partire dal 2007 si osserva un generale trend di riduzione, particolarmente significativo nel triennio 2011-2013, in cui si verifica un calo di ben 69 kg/ab, che porta la produzione pro capite media regionale in linea con la media nazionale. Effetto di questo andamento degli indicatori di produzione è il progressivo incremento della percentuale della raccolta differenziata regionale che, a partire dal 2008, inizia un trend continuo di crescita caratterizzato dai maggiori incrementi nel triennio 2011-2013. Le tendenze osservate a scala regionale sono riscontrabili in tutti i quattro Ambiti Territoriali Integrati, ma con differenti variazioni annuali. ATI 2 è l’ambito che mostra sia i maggiori incrementi di produzione pro capite (RD) sia i maggiori decrementi del quantitativo del rifiuto residuale (RND). La sua percentuale di raccolta differenziata, per l’intero periodo superiore al dato medio regionale, aumenta progressivamente a partire dal 2008 con un’impennata nel triennio 2011-2013 in cui complessivamente cresce di 21 punti percentuali, aumentando la distanza con il dato medio regionale e superando nel 2012 la soglia del 50%. Gli indicatori di ATI 1 presentano andamenti molto simili a quelli di ATI 2, ma con valori di raccolta differenziata inferiori. La percentuale di raccolta differenziata nel triennio 2011-2013 aumenta di 13 punti percentuali e supera nel 2013 la soglia del 50%. La produzione pro capite in ATI 3 è caratterizzata da valori molto elevati del rifiuto residuale nella prima parte del periodo e solo a partire dal 2011 conosce un trend decrescente; la percentuale di raccolta differenziata è in crescita ma sempre sensibilmente inferiore alla media regionale, rimane per tutto il periodo molto distante dagli obiettivi e solo nel 2012 supera il 35%. Caratteristica degli indicatori di ATI 4 è la sostanziale staticità fino al 2010: solo nell’ultimo triennio, infatti, mostrano delle variazioni significative. La percentuale di raccolta differenziata dal 2008 presenta valori inferiori al dato medio regionale con una distanza progressivamente crescente, e rimane per tutto il periodo distante dagli obiettivi. Solo nel 2012 supera il 35%”.

L’inceneritore del Governo Renzi – i dati giungono proprio a ridosso del varo del Governo che ha previsto la realizzazione di un inceneritore nel Cuore verde d’Italia (destinato, stando all’art. 6 del disegno di legge, solo a bruciare i rifiuti prodotti in Umbria). Proposta però che è stata già bocciata a tutti i livelli a cominciare dal deciso ‘No’ della presidente Catiuscia Marini che si è detta indisponibile a realizzare un tale impianto.

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