Rifiuti e riciclo, confronto a Spoleto. Lo strano caso della Valnerina

Rifiuti e riciclo, confronto a Spoleto. Lo strano caso della Valnerina

Redazione

Rifiuti e riciclo, confronto a Spoleto. Lo strano caso della Valnerina

Sab, 23/07/2022 - 16:51

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Momento di confronto e di forte partecipazione al Cantiere Oberdan di Spoleto con ‘La Fabbrica dei Materiali Umbria – la transizione ecologica del ciclo dei rifiuti’. Presenti con il portavoce regionale del M5S Umbria, Thomas De Luca, la senatrice Emma Pavanelli, il sindaco di Spoleto Andrea Sisti, l’assessora alla transizione ecologica Agnese Protasi. In sala, tra gli altri, anche gli attivisti del Comitato Rifiuti Zero Spoleto, Cittadinanzattiva di Spoleto e Retake Spoleto.

La proposta del Movimento 5 Stelle Umbria si basa su una premessa: “La materia è un bene strategico per il nostro Paese – ha spiegato Thomas De Luca – specie in un momento in cui il depauperamento delle risorse e la corsa all’approvvigionamento energetico crea forti tensioni. Il processo di gestione dei rifiuti ha un enorme impatto climatico. Dobbiamo iniziare a pensare come ripulire l’ambiente, mettere in sicurezza le discariche e attuare una piena transizione ecologica”.

Rifiuti, in Umbria il 40% finisce in discarica

Tanti i temi affrontati, a cominciare dal dato critico del conferimento in discarica pari al 40% dei rifiuti attualmente prodotti in Umbria. Buono il tasso di riciclaggio (58%) che però può aumentare verticalmente con un’adeguata impiantistica. Paradossale la quantità di organico (21%) che finisce in discarica e che invece potrebbe essere sin da oggi inserita in un paradigma di circolarità. Senza contare che solo la metà della plastica raccolta viene differenziata, e meno della metà a sua volta recuperata.

L’emblematico caso della Valnerina e le differenze dei gestori

Eloquente il caso di Ferentillo e Scheggino, borghi confinanti della Valnerina, ma con gestori diversi: nel comune in provincia di Terni la gestione dei rifiuti è in mano ad Asm, che in pochi anni ha raggiunto risultati eccezionali sul fronte della differenziata; in quello in provincia di Perugia, invece, a gestire la raccolta è la Vus, con la Valnerina che probabilmente è maglia nera regionale in materia di rifiuti.

Mentre Scheggino dunque produce una media annua di 680 kg di rifiuti pro capite ed ha una percentuale di raccolta differenziata del 18,7%, la vicina Ferentillo produce 361 kg abitante ogni anno e ha una raccolta differenziata del 73,7%. Peggiore ancora il dato di Poggiodomo (803 kg di rifiuti prodotti per abitante ogni anno) peso equivalente ad 1 mozzicone di sigaretta gettato ogni 7 secondi. “Dati che dimostrano come dove c’è meno raccolta differenziata, c’è maggiore produzione dei rifiuti – ha spiegato De Luca – mentre dove si applica veramente il principio del ‘chi più inquina paga’ è possibile vedere poi comportamenti virtuosi. La gestione del ciclo rifiuti è anzitutto fenomeno sociale e umano”.

Sindaco Sisti: “Lo Stato non può scaricare il peso delle tariffe solo sui cittadini”

Considerazioni raccolte dal sindaco di Spoleto, Andrea Sisti, che ha sottolineato: “Il M5S è l’unica forza con cui è possibile parlare di questi temi con un approccio diverso dalla logica inceneritore-discarica. Dopo 30 anni il problema dei metalli pesanti nell’organico è ancora attuale. Chi produce i rifiuti deve assumersi le responsabilità e i relativi costi, in primis le aziende. Lo Stato non può scaricare il peso delle tariffe solo sui cittadini. Così non c’è la responsabilità di una vera filiera“.

Per la senatrice Emma Pavanelli: “Il piano del M5S è in linea con le direttive europee, quello della giunta Tesei è vecchio e obsoleto. L’Europa ha capito che la direttiva sulle plastiche monouso non basta e sta lavorando a un nuovo approccio per il tessile e non solo. I nostri imprenditori sanno gestire i rifiuti, sono le Regioni e i Comuni a non saperlo fare. L’Italia ha un know how incredibile, un’infinità di aziende innovatrici e una storia legata al rinnovamento del tessile”.

Conferire in discarica costa, recuperare materia crea un introito

Il piano Tesei – ha detto in chiusura De Luca – è costruito sulla necessità di generare la quantità necessaria di rifiuto per alimentare l’inceneritore. Qualcuno dice che la differenziata costa tanto? E’ falso. Dove c’è più alto recupero di materia la gestione dei rifiuti costa meno. La differenziata e il recupero di materia costano meno di discariche e inceneritori. Conferire in discarica costa, recuperare materia crea un introito”.

Parlare di inceneritore come asset strategico per la transizione energetica, quindi, secondo il Piano Fabbrica dei Materiali è una balla: “È impossibile basare l’indipendenza energetica sull’incenerimento. Basti pensare che 37 inceneritori attualmente attivi in Italia che trattano 6 milioni di tonnellate di rifiuti producono l’1,4% del fabbisogno elettrico nazionale. La nostra proposta nasce dalla visione di transizione ecologica dei rifiuti che l’Europa ci chiede di avere. Arrivare al 2050 con questo approccio significa agire su tanti aspetti della nostra vita. Ragionare in ottica di transizione significa intervenire su riduzione, recupero, raccolta differenziata. Sulla riduzione attraverso compostaggio individuale e di comunità, transizione digitale, eco-compattatori, pap riutilizzabili, usato tessile e accessori, condivisione elettrodomestici, centri di riuso. E poi aumentare il recupero diminuendo lo scarto attraverso compostaggio e impianti di selezione automatizzata”.

La ‘Fabbrica dei Materiali Umbria – la transizione ecologica del ciclo dei rifiuti’ proseguirà il suo giro in tutti i territori dell’Umbria venerdì 29 luglio a Corciano.

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