Clima teso mercoledì pomeriggio a Norcia alla riunione relativa al tema della ricostruzione post terremoto, alle strade ed alle esigenze della popolazione di Castelluccio convocata dalla Regione Umbria (rappresentata dalla presidente Catiuscia Marini, dall’assessore Fernanda Cecchini e dai tecnici Diego Zurli ed Alfiero Moretti).
Di tutt’altro tenore, ed anche contenuti, invece, quella che si è tenuta un paio di ore dopo nell’altra frazione di Norcia devastata dal sisma, San Pellegrino. Circa un centinaio le persone presenti a ciascuno degli incontri.
Elemento comune per le due frazioni sarà un iter diverso per la ricostruzione rispetto al resto del territorio comunale ed in generale agli altri comuni umbri terremotati (salvo alcune zone di Cascia e Preci). Per intervenire, infatti, dovranno essere perimetrate delle aree e servirà un piano attuativo, con un intervento unitario diviso per aggregati o unità minime di intervento (Umi).
Clima teso su Castelluccio, fra un mese riapre la strada per Campi
Particolarmente animata, con il clima che si è fatto via via sempre più teso, è stata dunque la riunione che ha preso il via intorno alle 15 nella tensostruttura di Norcia e relativa a Castelluccio. Ad animare gli animi sono state soprattutto le questioni dell’accesso alla frazione e quello delle liberatorie per la demolizione degli edifici.
In corso, è stato ribadito, ci sono i lavori sulla strada provinciale sp 477 di Castelluccio, che la Provincia di Perugia ha appaltato da sé bypassando l’Anas per accelerare tempi e procedure. “E’ un intervento di messa in sicurezza di tutta la montagna, non solo di rifacimento della strada, ed è diviso in 3 lotti per fare più rapidamente” ha ribadito la governatrice Marini. L’obiettivo rimane quello di riaprire la provinciale entro fine giugno – inizio luglio. L’Agenzia forestale regionale, invece, sta studiando un progetto per riaprire la strada che raggiunge Castelluccio da Campi, che sarà accessibile con i fuori strada, ma comunque utile; dovrebbe essere di nuovo percorribile a fine maggio. Tre invece sono le priorità che la Regione Umbria ha sollecitato all’Anas, come spiegato dall’architetto Zurli: riaprire la galleria di Forca Canapine (i tempi sono ancora incerti), intervenire sulla frana sulla 209 tra Triponzo e Visso (con la realizzazione in futuro anche di una galleria paramassi) e sistemare la strada per Pretare, che necessita però prima della rimozione di due zone rosse.
A lamentarsi per i tempi incerti e per il timore di non riuscire a fare in tempo con la riapertura della sp 477, però, sono stati alcuni cittadini. A farsi portavoce di varie istanze è stato il presidente della Comunanza agraria di Castelluccio Roberto Pasqua.
Scontro su demolizioni e macerie, Errani fa da paciere
A creare contrasto, però, è stata la questione della rimozione delle macerie, finalmente al via – “Da lunedì daremo il via al piano di gestione delle macerie” ha spiegato il sindaco Alemanno – e della demolizione di alcuni edifici. Nel mirino la presunta mancata comunicazione delle liberatorie da firmare e la mancata firma delle relative ordinanze. A sollecitare la firma delle liberatorie era stato pochi minuti prima il responsabile della protezione civile regionale Alfiero Moretti, che aveva chiesto ai cittadini di non mettersi di traverso sulle demolizioni. A cercare di chiarire la situazione, innescando però una polemica con l’assessore comunale Giuliano Boccanera, è stato l’avvocato Vincenzo Brandimarte. A fare da paciere tra i cittadini di Castelluccio, il Comune e la Regione è stato il commissario straordinario Vasco Errani: “Sulle demolizioni il problema non è dare la colpa, ma decidiamo qual è il metodo più efficace per farle”. Ed alla fine è emerso che in realtà le liberatorie per le demolizione ci sono tutte, mancano soltanto quelle di due proprietari residenti a Crema e Cremona.
“Capisco il vostro disagio ma dobbiamo arrivare a concretizzare quello che è possibile. Se abbiamo un atteggiamento costruttivo, si trovano le risposte” ha evidenziato Errani, proponendo un monitoraggio sul rispetto dei tempi e degli impegni. “Aiutateci a dare fiducia” è stato il suo appello, rivolto in primis all’avvocato Brandimarte ed al suo accorato intervento. “Dobbiamo ragionare in modo pragmatico. Credo che possiate riconoscere che lo Stato ha fatto una cosa importante, non era mica scontato”.
Villaggio commerciale e Sae, dubbi su aree e numeri
Giovedì mattina, intanto, gli esercenti e imprenditori di Castelluccio avranno un nuovo incontro con Regione ed amministrazione comunale. Al centro dell’attenzione il villaggio commerciale che si realizzerà alle porte del paese, che permetterà di delocalizzare le attività commerciali, agricole e zootecniche. “Vogliamo capire queste strutture per quanto tempo dovranno servire, ci dicono che in quella zona c’è una esposizione alle condizioni meteo difficoltosa, quindi ci sono dubbi sulla localizzazione del villaggio commerciale” ha spiegato Roberto Pasqua.
Quanto invece alle situazioni abitative, l’ipotesi – ha spiegato il sindaco Alemanno – è quella di realizzarle nell’area della scuola, che sarà a breve demolita. Mentre per l’estate è stata definita un’area provvisoria verso il monte Vettore da adibire per i camper e le auto, sia dei paesani che di eventuali turisti. Sono infatti varie le situazioni degli abitanti di Castelluccio: poche famiglie che vi vivono stabilmente tutto l’anno (per queste si realizzeranno le casette), qualche decina le persone presenti stagionalmente (per cui si creerà una struttura sul modello dei container collettivi ma meno estesa) e chi invece risiede in paese solo per il periodo estivo, per i quali non potranno essere date soluzioni particolari se non un’area di sosta per camper e roulotte. Di diverse vedute gli abitanti, con Pasqua che ha spiegato che “ci sono almeno 30 famiglie che risiedono a Castelluccio per almeno 8-9 mesi l’anno“. “Il problema non è quello di fare più casette se servono – è stata la secca replica di Vasco Errani, che ha messo a tacere tutte le polemiche, riportando serenità all’incontro – ma deve essere chiaro, e tutti immagino sarete d’accordo, che non facciamo le seconde case”. Infine il messaggio sull’importanza di salvaguardare la Piana e sul ragionare in modo pragmatico.
San Pellegrino, timori per le delocalizzazioni
Di tutt’altro clima l’ancora più affollato incontro che si è svolto a San Pellegrino, la frazione più colpita dalle scosse di terremoto del 2016. Tanti i temi, anche di interesse generale, trattati, tra cui quello che stava più a cuore ai cittadini: la possibilità di delocalizzazione del paese. Un’ipotesi di cui più volte ha parlato la presidente della Regione Marini, su cui però mercoledì sera si è cercato di tranquillizzare i presenti. “Le relazioni geologiche potrebbero imporre di delocalizzare le case, in quel caso ci dovremo adeguare – ha evidenziato la governatrice – noi siamo qui per dare tutte le informazioni ai cittadini, insieme troveremo poi le soluzioni. Se non dovremo delocalizzare nulla sarà meglio per tutti, ma lo diranno i tecnici”. Vista la gravità dei danni riportati da San Pellegrino, ha osservato infatti la Marini, gran parte delle abitazioni dovrà essere demolita completamente e ricostruita. Spetterà alle risultanze dei tecnici capire se sugli stessi terreni si potrà o meno ricostruire. Che ci sono comunque delle criticità è noto ed è emerso anche dagli studi già effettuati prima di realizzare le Sae ed il container collettivo, ma era già in parte risaputo. “Sappiamo già che San Pellegrino è una zona soggetta a conoide, siamo sotto al monte ed una parte del paese è a rischio allagamenti” ha ricordato Alfiero Moretti. E la memoria va all’estate del 2012, quando un fiume di fango e detriti aveva travolto la frazione.
Sulle modalità della ricostruzione, tutte le tipologie saranno ammesse. “Non innamoratevi di una sola tipologia di materiali, non è che il legno dà resistenza sismica ed il cemento e l’acciaio no, dipende da come si usano” ha evidenziato Vasco Errani.
Piano attuativo per la ricostruzione a settembre, si attende ordinanza per la perimetrazione
Entro l’estate la situazione dovrebbe essere comunque ben definita, anche perché per poter ricostruire San Pellegrino il Comune di Norcia dovrà adottare un apposito Piano attuativo (come per Castelluccio). Una sorta di mini piano regolatore, che sarà costruito insieme ai cittadini e che poi sarà al vaglio delle loro osservazioni prima dell’approvazione definitiva. Tempo stimato: fine agosto – settembre. Prima, però, dovrà essere effettuata la perimetrazione delle aree che saranno interessate dal piano attuativo: quelle all’interno dovranno effettuare una ricostruzione unitaria, per agglomerati, con un’unica impresa e tempi di avvio diversi rispetto alla ricostruzione ordinaria; i proprietari degli immobili all’esterno delle zone perimetrate invece da subito potranno applicare le ordinanze per la ricostruzione leggera e pesante e procedere privatamente ad essa. I criteri per la perimetrazione saranno definiti nei prossimi giorni con un’ordinanza del commissario Errani.
Nel frattempo si darà il via alla rimozione delle macerie. Nelle prossime ore il sindaco emanerà un’ordinanza relativa alle demolizioni. La mappa degli edifici già individuati è stata consegnata al presidente della Pro loco Aldo Leoncilli e sono stati sollecitati i proprietari affinché firmino le liberatorie in modo da accelerare i tempi e poter partire già dal 26 aprile. “Procederemo verso la chiesa e la piazza del monumento – ha spiegato Alemanno – è prevista la demolizione del centro sociale, dell’ultima casa in alto a sinistra e poi della prima in alto a sinistra e in via di Montesanto“.
Via al cantiere per altro lotto di casette, ne servono 45
Intanto è stato consegnato ai progettisti il terreno che dovrà ospitare un altro lotto di casette per gli sfollati. Fuori casa ci sono ancora alcune famiglie terremotate dal 24 agosto. “Ci costringono a stare fuori casa per un anno intero” è stato lo sfogo amaro di una donna, critica sui tempi di realizzazione delle Sae. Tutti, comunque, dovrebbero avere una casetta entro la fine dell’estate. Le domande arrivate al Comune sono state 60, ma 15 nuclei non ne hanno diritto per non avere avuto la dimora stabile e continuativa nella frazione prima del terremoto. Una ventina di Sae, quindi, verranno realizzate entro metà luglio tra l’attuale villaggio di casette ed il container collettivo. Quindi si procederà a smontare i moduli e lì si realizzerà il secondo stralcio (serviranno un altro paio di mesi, con la facilitazione però che il terreno è stato già urbanizzato).
Quanto alle schede Aedes, è stato chiarito che l’80% sono state già fatte, senza la necessità di contattare i proprietari, con esito E e anche con l’utilizzo dei droni. Per le restanti abitazioni verranno invece contattati i proprietari.
Rimborso fino a 1500 euro per chi affitta magazzini per i mobili
Marini ed Errani hanno anche annunciato che per chi prende in affitto magazzini, container o quant’altro per stiparvi mobili, arredi e quant’altro portato via dalle case da ricostruire è previsto un contributo. Si tratta di un rimborso fino a 1.500 euro una tantum. Il provvedimento è contenuto in una nuova ordinanza del commissario straordinario per la ricostruzione “che uscirà giovedì” ha annunciato lo stesso Errani. Il Comune di Norcia, però, nel frattempo sta studiando anche la possibilità di prendere in affitto un ex mobilificio da sistemare mettendo a disposizione all’interno degli spazi per la popolazione a tale scopo. Una sorta di box per le famiglie che ne avessero la necessità, che a quel punto sarebbe però alternativo alla possibilità di ottenere il contributo in questione.
Esenzione ticket in Umbria, i ‘furbetti’ dell’aspirina
Tra le questioni emerse, anche l’annosa questione dell’esenzione del ticket per i terremotati, il famoso T16. La Regione Umbria era stata infatti tacciata di non aver rinnovato l’esenzione. Una cosa vera solo in parte. “Abbiamo tolto dall’esenzione i farmaci di fascia C, quelli non essenziali, come tachipirina ed aspirina” ha spiegato la governatrice dell’Umbria. “E’ stata una scelta di cui mi assumo tutta la responsabilità – ha evidenziato – abbiamo infatti visto che c’era un accaparramento di questi farmaci che non trovava giustificazione. Era quindi assurdo che si facesse cassa sulle condizioni del terremoto. Rimane comunque l’esenzione per i farmaci di fascia A e B”. Anche le analisi sono tornate in parte a pagamento, “spetta ai medici di base indicare le fasce e le priorità”.
Chiese e cimiteri, sollecitati interventi
Infine due tematiche piuttosto sentite dagli abitanti di San Pellegrino: la situazione delle chiese e le opere in esse ancora custodite e sottoposte alle intemperie ed il cimitero. Sulle chiese, il sindaco ha spiegato che le istituzioni non sono state messe a conoscenza di situazioni di necessaria messa in sicurezza: “Segnaleremo alla soprintendenza la necessità di un telo di copertura”. Mentre per i cimiteri si sta procedendo alla messa in sicurezza frazione dopo frazione. Attualmente si stanno recuperando le bare ad Ancarano, mentre forse entro la fine del mese si inizierà ad intervenire anche sul cimitero di San Pellegrino, uno di quelli messi peggio.
Errani: “Trovare le vocazioni future per questi borghi”
A livello tecnico, infine, a chiarire alcuni aspetti ed a recepire le istanze della Pro loco è stato Vasco Errani. Che ancora una volta ha assicurato che il contributo pubblico coprirà i costi al 100%: “Il computo parametrico è di grande congruità, l’incrocio tra esso ed il prezziario assicurano la ricostruzione, ma dovete essere attenti ai tecnici e denunciare eventuali irregolarità. Servirà comunque una nuova norma da introdurre che prevede che se il contributo riconosciuto dall’Ufficio speciale per la ricostruzione diminuisce rispetto al preventivo firmato con l’azienda, questa o accetta la riduzione dell’importo oppure il privato può rivolgersi ad un’altra“.
“Non sarà facile trovare la sintesi sulla ricostruzione di San Pellegrino – ha osservato Errani – ma dobbiamo trovarla. Dobbiamo chiederci come vogliamo i nostri borghi. Li vogliamo identici a prima? Con livelli di abitabilità e qualità urbanistica diversa? Non dobbiamo ricostruire com’era prima e dov’era prima a prescindere. Dobbiamo trovare le vocazioni future per questi borghi, sennò rischiamo che in futuro non ci sarà più nessuno. I dati Istat dicono che sui 140 Comuni del cratere, c’è uno spopolamento del 34%, un incidente di anzianità superiore al 2% della media nazionale ed un tasso di natalità inferiore del 2% della media nazionale. Non c’è nessun interesse a dire ‘spostatevi’, se ci sono le condizioni geologiche oggettive vedremo, le risposte le daranno i tecnici e la scienza. Bisogna ricostruire bene, in sicurezza, con il miglioramento sismico, ed usare le nuove tecnologie. Useremo le nuove norme tecniche aggiornate nel 2016, dopo il terremoto del 24 agosto”.
(ultimo aggiornamento alle ore 10.30 del 20 aprile)