“Voglio ricordare mio padre come quel vulcano pieno di energia che ha fatto divertire i tifosi di Perugia in tutti i modi possibili. Nel bene e nel male, come recitava sabato quello striscione in Curva Nord: perché lui era tutto questo“.
Riccardo Gaucci, accompagnato dalla moglie e dalle figlie, è giunto a Perugia da Malta per essere presente al Luciano Gaucci Day, prima nel ricordo alla Sala dei Notari e poi alla celebrazione della messa in suffragio in Cattedrale.
Alessandro non c’è, arriva Riccardo
Assente Alessandro, anche lui atteso a Perugia, Riccardo ha ringraziato i tifosi e la città di Perugia “per l’affetto che avete dimostrato a me personalmente, a mio fratello, alla mia famiglia“.
Ha detto di aver aver avuto “la pelle d’oca” quando ha visto il tributo dello stadio Curi a suo padre. Ma ha parlato anche del dolore quando ha appreso la notizia della sua scomparsa: “Mi si è gelato il sangue, per alcune ore non ho capito più niente“.
I contrasti e l’elogio
“Ci sono stati dei contrasti con papà, assolutamente sì – ha ammesso – ma poi quando uno si accorge della scomparsa di un genitore tutte le cose negative vengono cancellate con un colpo di spugna“.
Riccardo Gaucci ha ricordato le qualità di suo padre Luciano: “Prima della malattia, ricordo alle mie figlie, aveva una capacità di esecuzione mentale superiore alla media. Poi la malattia e i problemi di cui non voglio parlare…“.
Ed anche alle domande dei giornalisti sull’epilogo dell’esperienza di Luciano Gaucci al Perugia, dolorosa anche sul piano personale per Alessandro e lo stesso Riccardo, quest’ultimo si è limitato a ricordare il modo in cui era stata dichiarata “la nostra fine calcistica“.
Per poi concludere: “Non ne voglio neanche più parlare. Ormai quello è il passato. Bisogna guardare avanti e soprattutto ricordare una persona che ha dato tutto se stesso per fare grande una città e una squadra“.
I ricordi dei giornalisti
Parole pronunciate mentre sullo schermo della Sala dei Notari scorrevano le immagini del grande Perugia di Luciano Gaucci, poco prima raccontato da un filmato realizzato da Pasquale Punzi.
“Gaucci a Perugia è venuto a soccorrere” ha gridato con orgoglio Palmiero Ciabatta – l’ideatore della giornata del Luciano Gaucci Day – ricordando il primo contatto avuto dal futuro presidente con la società pochi giorni dopo la scomparsa di Franco D’Attoma.
E poi i tanti aneddoti ricordati dai giornalisti che hanno seguito il Perugia negli anni di Gaucci: Ricci, Mazzetti, Marioni, che con Taccucci raggiunse Luciano Gaucci a Santo Domingo per una lunga intervista a cuore aperto.
Tribuna Gaucci: “Basta ipocrisie e divisioni medievali”
Sul tavolo dei relatori, da tifoso prima ancora che da amministratore cittadino, Leonardo Varasano. Che ha ricordato l’orgoglio in quegli anni di una città conosciuta in tutta Europa per la sua squadra.
E parlando delle polemiche sui social seguite alla proposta dell’assessore allo Sport Clara Pastorelli (presente in prima fila, ma non intervenuta) di intitolare la tribuna a Gaucci (“ipotesi praticabile“) ha invitato a superare “queste divisioni medievali”.
Rivolgendo a tutti una domanda, a proposito della parabola del Perugia di Luciano Gaucci: “Vi piacerebbe rivivere quella stagione, pur con quell’epilogo terribile? A me sì, e penso a tanti di voi. E allora, senza ipocrisie, non dividiamoci“.
Santopadre e Cosmi
Sulle scalette della vicina Cattedrale di San Lorenzo c’erano l’attuale presidente del Perugia Calcio, Massimiliano Santopadre, il mister Serse Cosmi, con diversi giocatori della prima squadra (tra cui il perugino Diego Falcinelli) e delle giovanili.
La maglia numero 1
Sul primo banco, il Perugia Calcio ha lasciato una maglia del Grifo, con la scritta “Gaucci” sulle spalle e il numero 1.
Davanti all’altare la corona di fiori biancorossa della società ed il gagliardetto storico listato a lutto. Dall’altra parte, la corona di fiori con i numeri 18 e 23, quelli di Marco Negri e Marco Materazzi, due colonne del Perugia di Gaucci, che hanno voluto ricordare così il loro presidente.
Dentro, insieme a tanti tifosi con la sciarpa biancorossa al collo, calciatori portati a Perugia da Luciano Gaucci, come Pasquale Rocco e Rocco Pagano, e uno dei più grandi giocatori della storia del Grifo, Fabrizio Ravanelli, seduto vicino a Cosmi.
Subito dietro il sindaco Romizi, che ha raggiunto gli assessori Pastorelli e Varasano. Anche il presidente della Sir, Sirci, ha voluto rendere omaggio a un grande presidente che ha fatto la storia del calcio perugino.
Nello stadio del Paradiso
E il nome di Luciano Gaucci è stato fatto da padre Mauro nella sua omelia, insieme a quello di Lino Spagnoli, Spartago Ghini, Franco D’Attoma. “Mi piace pensare che ci sia un altro stadio in paradiso – ha detto parlando di questi storici presidenti del Perugia Calcio – dove, oltre a lodare il Signore, possano continuare a tifare il Perugia. E Luciano vorrà sicuramente avere un ruolo da protagonista“.
“Un uomo e un presidente moderno” ha sottolineato don Mauro. Anche con i suoi errori, (“ricordo mister Galeone che diceva: ‘Non ce la faccio più!‘”).
Perché Luciano Gaucci era tutto questo, “nel bene e nel male“, come recitava lo striscione della Curva Nord. Ma quella celebrata in Cattedrale era una messa in suffragio, e non solo un ritrovo di grandi tifosi del Grifo.
E allora, don Mauro ha concluso la sua omelia con queste parole rivolte a Luciano Gaucci: “Coraggio Uragano, arriverà la pace”.